MINOLTA DIMAGE 7

Il punto di forza è la qualità delle immagini e la sua risoluzione: con 5 milioni di pixel potete avere a disposizione stampe di grandi dimensioni e ottima resa.
 

L’azienda nipponica propone due macchine simili, la prima dotata di un sensore da 5,24 milioni di pixel (la Dimage 7) e l’altra da 3.34 milioni di pixel (la Dimage 5). In questo caso proviamo quella con la risoluzione maggiore, ovvero la 7. Dispone di uno zoom piuttosto spinto (28-200 mm, corrispondente ad un robusto 7X) e questo è un dato assolutamente positivo. Viene azionato a mano, e questo appare una cosa un po’ rudimentale, abituati come siamo ad un trasporto motorizzato. Ma visto il problema delle batterie che durano poco, forse questa non è poi una cattiva idea. Vi è naturalmente il flash incorporato, e (intelligentemente) è stato posto anche un attacco standard per un flash supplementare. L’ingombro della macchina è notevole (lo zoom e il paraluce portano la sua profondità ad oltre 17 cm) e stranamente il display a cristalli liquidi è in asse con l’obiettivo. Ma questa macchina non si rivolge di certo a coloro che vogliono una tascabile. La casa sottolinea la grande qualità costruttiva dell’obiettivo, sviluppato per sposarsi bene con il mondo del digitale. E’ stata posta una particolare cura anche della conversione digitale, offrendo una conversione a 12 bit, e all’elaborazione (Cxprocess) che dovrebbe migliorare la resa dei dettagli e la naturalezza del colore. In effetti le immagini ottenute con questa macchina sono molto, ma molto buone: vi è una naturalezza nei passaggi contrastati e una qualità generale del colore che ci hanno ben impressionati. Il risultato qualitativo globale ci è pasro insomma distante da quello che si ottiene dalle solite macchine digitali analogiche di classe media od economica, e perfino da macchine molto costose ma un po’ vecchiotte. Pensiamo che questo risultato sia dovuto alla qualità generale della realizzazione, e (non di meno) dall’automatizzazione molto spinta delle varie funzioni. 

L’UTILIZZO

Anche qui, l’uso di base non è troppo difficile, considerando che molte regolazioni (bilanciamento del bianco, messa a fuoco, esposizione, ecc.) sono effettuate in modo automatico, e del tutto “trasparenti” agli occhi dell’utilizzatore. Senza infamia e senza lode l’ergonomia generale dei comandi, perché certe funzioni sono eccellenti ed altre disposte in modo astruso. In dettaglio, certe funzioni (es. la cancellazione dei fotogrammi inutili o malriusciti o la predisposizione per la modalità di download delle immagini sul computer…) sono molto più semplici e intuitive che sulla media delle macchine in commercio. Ma altre funzioni sono ben nascoste e occorre faticare per individuarle. Il difetto più appariscente è la lentezza impressionante dello scatto: quando voi premete il tasto inizia l’ottimizzazione del tutto, magari per dei preziosi secondi, e potete scattare solo e quando tutto è a posto. Magari perdendo l’attimo che volevate cogliere. Anche in caso di una posa lenta, si ha la sensazione sgradevole che la macchina scatti quando vuole lei e non quando lo volete voi. 
E’ poi curioso notare che l’esemplare in prova ha dato forfait a causa dell’esaurimento delle batterie in un tempo molto breve: ma ecco che le batterie al Ni-Mi tolte da questa macchina hanno invece continuato a funzionare a lungo sia nella Fuji S1 sia (successivamente) in una Canon. E siamo al solito dolente discorso delle batterie: anche qui, troviamo le solite AA da comprare a parte; e il nostro consiglio va naturalmente verso un buon caricabatterie e accumulatori al litio o Ni-Mi (con le Nichel-cadmio potreste restare a piedi dopo pochissimi scatti). La memoria è costituita dalle solite compact flash, che non sono la soluzione di punta ma rappresentano una scelta sicura: sono molto diffuse, affidabili e (ormai) perfino economiche. Da segnalare al presenza di uno zoom digitale, che a questi valori di numero di pixel è finalmente giustificato. Vi è la presenza sia di un mirino ottico che elettronico, e questa doppia presenza è la scelta migliore. E’ possibile registrare anche dei brevi filmati, naturalmente a bassa risoluzione. 
Da segnalare che questa macchina può essere collegata direttamente anche ad un televisore, per visionare le immagini in grandi dimensioni e in standard PAL. In conclusione: benissimo per quel che riguarda l’obiettivo e i risultati pratici: la qualità generale delle immagini è superba, e –soprattutto con qualche piccolo ritocco per compensare estreme situazioni ambientali non ottimali- abbiamo ottenuto alcune delle immagini migliori che abbiamo tratto dalla fotografia digitale. Da segnalare tuttavia anche qualche riserva su alcune scelte operate dal costruttore per quel che riguarda la macchina, tra cui la messa a fuoco lenta e difficoltosa. Qui c’è di molto meglio…
 


 
 
 
nota: la dimage 7 è molto simile alla Dimage 5, con una differenza sostanziale relativa alla risolzuione, ed altre differenze di monore rilievo.


 
 
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Pro

Qualità generale delle immagini
Zoom 7X (più digitale)
Mirino ottico e LCD 
Sensore da 5M

Contro

Batterie
Lentezza dello scatto
Ergonomia

 


bak