DOMANDE DEI VISITATORI 

 

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...nel sito vi è scritto che un'apertura notevole comporta 
una risoluzione critica. Non sono riuscito a capire il perché!
Biky_71

 Semplificando molto le cose, e usando parole povere, si può dire che per "apertura" ,si intende la quantità di panorama che "entra" nella macchina quando si inquadra. Un certo obiettivo può inquadrare una vasta porzione di panorama (grand'angolo) e un altro obiettivo può inquadrare solo una porzione più piccola (teleobiettivo). E' evidente che questa porzione di panorama ristretto (a parità di risoluzione del sensore) viene resa in modo più accurato di quanto avviene se si inquadra una porzione più vasta.

Ad esempio, immaginiamo di avere a disposizione una macchina fotografica con 1 milione di pixel. Immaginiamo di inquadrare un panorama con una persona al centro che fa ciao. 

1-Se inquadriamo tutto il panorama, il volto della persona che saluta avrà a disposizione il 2% o il 5% della superficie inquadrata, e quindi per rendere i dettagli (l'espressione, il colore degli occhi...) si ha a disposizione solo i 2% o il 5% dei pixel. In altre parole, si renderà quello che si può...

2-Se invece si zoomma sul volto, e questo passa ad occupare il 10 o il 20% dell'inquadratura, ecco che si avranno a disposizione più pixel per rendere ciascun dettaglio del volto.

Allo stesso modo, una macchina "55 mm equivalente" non renderà il volto al centro con la stessa risoluzione che (a parità di distanza e inquadratura) offrirà una macchina da 45 mm. 

 Non resta che spiegare brevemente cosa si intende per "mm equivalente". 

La porzione di panorama visto dall'obiettivo è proporzionale alla distanza tra l'obiettivo e l'immagine. Quindi, una macchina con una distanza tra obiettivo e pellicola di 40 mm comprende più panorama di una macchina con un obiettivo che dista dalla pellicola 80 mm.
 
 
 
Il rettangolo nero rappresenta la pellicola (o il sensore) al centro in azzurro vi è una lente, e a sinistra (in rosso) il panorama inquadrato. 
Si noterà che tutto il panorama sta sulla pellicola. L'inquadratura è molto "ampia" , l'angolo è molto aperto, e si ha un grand'angolo.
Manteniamo tutto uguale: distanza dell'obiettivo dal panorama (distanza del fotografo dal soggetto) 2-dimensioni del panorama, 3-dimensioni della pellicola o sensore... Proviamo solo a portare un po' indietro la pellicola, ovvero ad aumentare la distanza tra obiettivo e pellicola. Passando ad esempio da 40 a 80 mm. Ecco che sulla stessa pellicola ora ci sta solo una porzione di panorama (notate le due frecce rosse sopra e sotto). Quindi, si ha una inquadratura più stretta, un teleobiettivo. 

Provate a immaginare ora  che la pellicola sia sostituita da un sensore: a parità di risoluzione, tutti i dettagli che possono essere letti sono concentrati su un'area centrale più  particolare, che verrà resa quindi con più cura che non nel caso precedente!

Gli appassionati di fotografia tradizionale si sono abituati a considerare la capacità di inquadrare una grande porzione di panorama o meno  (chiamando questo apertura o meno) in base a questa distanza in mm.  Le varie macchine fotografiche digitali hanno anch'esse una certa distanza tra sensore e obiettivo, ma è un dato che agli appassionati di fotografia tradizionale non dice molto: essi sono infatti abituati a considerare l'apertura in distanza rispetto ad un fotogramma di 24 x 36 mm.
Il sensore delle macchine fotografiche digitali è molto, ma molto più piccolo. E quindi (per inquadrare la stessa porzione di panorama) può essere molto avvicinato all'obiettivo. 

Ne consegue che le distanze focali in uno nelle macchine digitali sono molto più piccole (a parità di effetto) rispetto alle solite istantanee a pellicola o alle reflex di buona qualità che impiegano pellicole standard 24 x 36. 

Si potrebbe a questo punto immaginare che gli appassionati di fotografia tradizionale si dovrebbero abituare a parlare di altre misure. In realtà (per lo meno in questo periodo di transizione) si preferisce far riferimento anche ad un valore "equivalente". Ossia si fa riferimento all'effetto che si avrebbe se si usasse (a posto di questa macchina digitale) una macchina con la pellicola a 35mm. 

Quali sono i motivi di quello he (agli occhi di chi inizia) pare una complicazione ulteriore? Egli può chiedersi: perchè sono io (principiante) che devo complicarmi la vita, quando sono gli esperti a potersi permettere una piccola complicazione in più?
Il problema principale sta nel fatto che mentre la pellicola da 24 x 36 è restata stabile nelle dimensioni per decenni, l'evoluzione del sensore ha portato ad averne sul mercato di diverse dimensioni. E quindi il valore assoluto non avrebbe una corrispondenza universale, valida per tutte le digitali.

nota= per semplificare le cose qui parlo del soggetto come 
un "panorama". Sulla forma del campo visivo, sugli angoli 
di visione e sul rapporto d'aspetto si può far riferimento ad un 
 apposito articolo. 

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Mi pare che lei abbia una specie di idiosincrasia per lo zoom digitale. Io ne possiedo uno e sono molto contento....
Alberto Montanari

Se lei è contento non posso che invidiare questa sua soddisfazione: convinto come sono che lo zoom digitale sia una specie di bufala. Infatti si limita a spalmare i soli pixel della parte centrale della scena su tutta l'immagine in uscita, con una conseguente caduta di dettagli. In altre parole,  elimina i pixel alla periferia. L'operazione (se necessaria) può essere effettuata in sede di elaborazione, utilizzando qualunque programma di gestione delle immagini (Photoshop, Paint Shop Pro, Picture Publisher...) e quindi è del tutto inutile averla a portata di mano quando si scatta. 

A dire la verità, se le cose fossero in questi termini lo zoom digitale potrebbe essere considerato semplicemente inutile. In realtà è dannoso, perché illude gli acquirenti che la macchine disponga di uno zoom. Che senso ha che questo paghi in sensore definito se nonne usa una parte? Quindi, un duplice problema:
1-all'ltilizzatore meno esperto non è chiaro che lo zoom digitale si limita a disattivare una parte dei pixel
2-quei pixel che gli sono costati un sacco di soldi: un sensore meno ricco di elementi è molto più economico.
Insomma, uno zoom degno di tale nome resta solo e unicamente quello ottico.

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Ho senito dire che usare e strausare la RAM a poco a poco la logora. Mi sembra una cosa un po' strana, ma forse non lo è tanto se le cancellazioni sono migliaia...

No, non è vero. Lei pensi che per tutto il tempo in cui viene tenuto attivo il computer la RAM provvede a gestire una serie di processi. E pensi che vi sono server che stanno accesi 24 ore al giorno per tutti i giorni dell'anno... e che vengono disattivati solo percheè divengono obsoleti o sorpassati tecnologicamente, non perchè la RAM divenga meno efficiente.  E' veroc he si tratta di RAM diverse, ma appartengono alla stessa famiglia.

Quindi, può cancellare e reincidere la RAM con fotografie cwento, mille, un milione di volte senza problemi.

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Negli articoli ho letto che vi sono dei buoni programmi gratuiti per l'elaborazione dell'immagine. Me ne consiglia uno?

Ce ne sono tanti, e proprio per questo è difficile sceglierne uno solo. Ma ci provo: photofiltre, piccolo, leggero, efficiente. Lo puo' scaricare da www.photofiltre.com/

 

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