la Nikon 5700 (a destra) confrontata con 
la Dimage 7 Minolta

Minolta Dimage 7

Prezzo rilevato nell'autunno 2002: 1612 euro

Minolta opera delle scelte tutte sue, in qualche modo controcorrente. Qui offre una macchina dalle prestazioni superlative, in grado di soddisfare le esigenze di professionisti e di appassionati esigenti. La definizione elevata e la messa a punto di alcuni particolari la posizionano nell’olimpo delle migliori macchine digitali oggi sul mercato. 

Questo modello apparentemente è già stato provato alcuni mesi fa sulle pagine di questa rivista, ma quello che  presentiamo oggi è una versione aggiornata di quel modello. Il costruttore ha modificato alcune caratteristiche della macchina, andando tra l’altro a toccare proprio alcuni degli aspetti che noi avevamo stigmatizzato come i punti deboli di quella versione. Questo ci conferma da un lato che l’attenzione con cui abbiamo valutato quella macchina ci ha permesso di individuare i suoi pregi e difetti reali, e (cosa più importante) ci fa supporre che -mitigando gli aspetti negativi- si abbia oggi a che fare oggi con una macchina di qualità inoppugnabile. In effetti (dopo aver usato questo modello per circa un mese) possiamo dire di avere davanti una delle migliori macchine digitali presenti sul mercato, che mantiene alcune scelte controcorrente e del tutto originali, ma che offre alcune possibilità che difficilmente troverete altrove.
L’attenzione di Minolta si è incentrata soprattutto sulla accuratezza della messa a fuoco e dell’esposizione, che risultano sorprendentemente buone in molte circostanze. Sia il modello precedente che questo tendono infatti a compensare, a intervenire molto sull’immagine in modo da ottimizzarla e rendere molto difficile che esca qualcosa di sbagliato. Se decidete di non affidarvi agli automatismi, è possibile operare su una serie di funzioni e con una tale gamma di scelta, da permettere di ottenere dei risultati decisamente professionali. Ad esempio, capita spesso a chi fotografa soggetti su fondo chiaro o scuro di vedere le persone rispettivamente sottoesposte o sovraesposte: la luminosità viene misurata sull’area inquadrata, e se si scatta su una persona davanti ad un muro bianco invariabilmente viene operata una media sbilanciata a favore del muro. Il meccanismo di esposizione non può sapere che a noi interessano le sfumature del volto e non quelle dello sfondo.  Con questo modello è possibile “stringere” il meccanismo di esposizione su un dettaglio (“spot”) o spalmandolo su tutta l’inquadratura, come deve invece avvenire quando si inquadra un paesaggio o un’area uniforme. Non solo: vi sono dei “programmi” complessivi che ottimizzano le regolazioni a seconda del soggetto: ad esempio, inquadrando un volto si può preselezionare la modalità “ritratto”, adatta a cogliere tutti i particolari del soggetto e “sfumare” leggermente il resto, in modo che davanti alla fotografia l’occhio si attirato su quello e non si distratto eccessivamente dal resto. 
L’altro aspetto molto elaborato (si diceva) è quello relativo alla messa a fuoco. Qui Minolta incontra un maggior numero di concorrenti: vi sono infatti macchine anche di classe media che dispongono di meccanismi adatti alle varie situazioni, magari con molte opzioni. Ciò non ostante questa Minolta offre uno dei set di regolazione più efficienti, ed adatti a molte circostanze. Anche l’affanno notato nel precedente modello nella messa a fuoco (che era stata giudicata troppo lenta) ora è un po’ meno sensibile, perché il sistema di focalizzazione è stato accelerato, dimezzandone i tempi. Nel mirino standard è presente un riquadro che indica l’area in cui opera la messa a fuoco. L’area può essere spostata grazie al pulsante con le frecce direzionali. Può anche essere bloccata (per i casi in cui si vuole mettere a fuoco un soggetto che non sia al centro, che resta così a fuoco qualunque sia il cambio di inquadratura). 
I vari parametri dell’esposizione (bilanciamento del bianco, fuoco, esposizione, velocità, ecc.) possono essere regolati e anche memorizzati. Il controllo delle funzioni impostate può avvenire sia grazie a delle visualizzazioni presenti sul display in cui vi è l’immagine (ad esempio, quando la messa a fuoco è stata regolata correttamente un pallino rosso diviene bianco). Il numero di queste indicazioni è impressionante: una trentina. Ma non basta: altre indicazioni appaiono anche su un apposito display a cristalli liquidi posto sulla faccia superiore della macchina. 
Una delle stravaganze di questo modello è la grande cura e varietà di automatismi per l’esposizione, affiancata al trasporto dello zoom che invece è manuale, al contrario di quanto avviene sulla generalità dei modelli concorrenti. Lo zoom è comunque piuttosto potente (un 7X APO GT 28-200mm) ed è calibrato sulla ghiera in termini di equivalenza con gli zoom delle macchine a pellicola da 35mm. La precisione della ghiera è elevatissima, ed in fondo non fa rimpiangere il trasporto a motore, che sulle concorrenti più economiche è spesso azionato da tasti scomodi e disposti in modo assurdo. Il controllo delle immagini può essere fatto sia sul display a cristalli liquidi a colori presente sulla faccia posteriore, sia grazie ad un mirino elettronico attivabile anche automaticamente e dotato di regolazioni diottrica. E’ interessante notare che è possibile ingrandire l’immagine in play (una volta registrata) anche ingrandita fino a 4X. E’ così possibile verificare i dettagli con ragionevole accuratezza, e questo ancora quando si è sul set o sul luogo dove si stanno scattando le foto. I 5Megapixel offrono una immagine ricchissima di dettagli, ma naturalmente molto “avida” di RAM. E qui occorrerà ricorrere necessariamente ad una scheda “compact flash” di capacità adeguata. Oppure, occorrerà ridurre le dimensioni dell’immagine, cosa che è naturalmente possibile fare in vari passi fino al 640 x 480. E’ anche possibile registrare filmati  e audio, ma questo non crediamo sia una cosa essenziale, in quanto per questo uso vi sono ottime videocamere ad un prezzo analogo a questa macchina fotografica. 
In generale, la macchina è estremamente ingombrante, diremmo insolitamente ingombrante per una digitale, ma questo non preoccupa di certo l’utente di questa classe di prodotti, che si identifica con un professionista o un semiprofessionista. I comandi sono molti, moltissimi. La loro disposizione è disseminata ovunque, e un giudizio sulla loro razionalità probabilmente non ha molto significato: anche in questo caso, l’utente avanzato deve dedicare un po’ di tempo a comprendere come agiscono  e come si comandano le funzioni avanzate. Del resto anche l’uso elementare e del tutto automatizzato non è poi così difficile: si accende la macchina ponendo la ghiera su “registrazione”, si inquadra e si scatta.
La messa a fuoco in condizioni di luce piena è molto efficiente. In condizioni di luce più scarsa (interni, illuminazione artificiale..) e molto buona ma resta piuttosto lenta. L’altro puto debole di questa macchina (oltre alla lentezza dell’autofocus) era dato dalla mancanza di batterie in dotazione, in un modello che ci è parso particolarmente “vorace” in quanto ad energia. Con questa versione ci è stato dato un caricabatteria e quattro batterie a stilo da 1800 mA, e quindi anche dal punto di vista dell’autonomia siamo a posto.
Infine, si può rilevare che la costruzione è un po’ “plasticosa” (niente a che vedere con la solidità della concorrente Nikon) ma la precisione dei comandi e della costruzione è del tutto inappuntabile. 
 

 


 
 
PRO E CONTRO
Pro: 
- possibilità di regolare i parametri di esposizione in modo molto accurato
- qualità dell’immagine 

contro
- La macchina è molto ingombrante
- Il prezzo(circa 1600 euro, ovvero oltre 3 milioni delle vecchie lire) la pone al di fuori della portata di molti.
-la messa a fuoco è perfetta, ma questa perfezione va a scapito del tempo impiegato per raggiungerla: resta comunque più lenta che nel caso della migliore concorrenza.
 


 

Giornata estiva e soleggiata, ripresa all'ombra. 
La foto è un piccolo particolare 1:1 dell'inquadratura sotto, 
che è invece a tutto schermo ma ridotta al 20%
 


 
 
 
 


bak