Kyocera
finecam s4
Una
macchina potente e compatta, adatta a catturare immagini della situazioni
più disparate. Grazie a una qualità delle regolazioni automatiche
spesso all’altezza delle situazioni difficili. Meglio usarla con molta
luce, e prendere un po’ di pratica con la navigazione nei menù un
po’ stravagante. Il modello in prova ha mostrato un rapporto segnale/rumore
un po’ troppo scarso.
I sensori
a 4M pixel corrispondono ad una soluzione eccellente per tutti gli appassionati
e professionisti che vogliono una macchina digitale adatta a fare delle
stampe in casa (es. con stampante e getto d’inchiostro) anche di dimensioni
consistenti. In particolare, si possono ottenere stampe con una buona risoluzione
nel formato massimo consentito dalle comuni stampanti a getto d’inchiostro
(anche quelle che offrono una “qualità fotografica”, ovvero il formato
A4, che sarebbe il comune formato dei fogli che si incontra tutti giorni
in una lettera, in una fotocopia, nelle risme di carta per ufficio…)
Inutile
ribadire qui di nuovo che i 4 Megapixel non sono il valore massimo
che si trova sul mercato, ma (consentendo stampe di questo formato senza
sgranare in risoluzione) può e deve essere considerato un “punto
di arrivo” per chi non deve usare le foto per fare locandine, manifesti
o grandi stampe che possono interessare una minima parte di persone. Costoro
possono salire alle macchine più rare e costose, da 5Mpixel, ma
che per molti offrono una risoluzione semplicemente inutile.
Sia
la Casio che la Kyocera sono macchine da 4Mpixel di dimensioni molto ridotte.
In pratica le due macchine hanno le stesse dimensioni e gran parte delle
stesse caratteristiche, al punto che in questo caso è molto più
difficile che in altri fare uscire una qualche differenza nell’uso. Anche
qui siamo davanti ad un obiettivo che esce automaticamente e dotato di
uno zoom da 3X, con 7.3 - 21.9 mm (equivalente a un 35 – 105
mm sulle macchina fotografiche a pellicola da 35mm). Quindi, un po’ più
sbilanciato verso il tele della Casio (che invece ha un 7.6-22.8 mm). Questa
differenza ha i suoi vantaggi e vantaggi; consente di ingrandire un po’
di più le immagini senza avvicinarsi, o eliminare dall’inquadratura
oggetti che disturbano (è un caso molto comune il dover “stringere”
su un soggetto senza dover inquadrare cartelli stradali, prese per la corrente,
pezzi di finestra…) ma per contro non riesce a far stare nell’inquadratura
così tanta scena come l’altra, quando è in posizione grand’angolo,
ad esempio quando si fotografa una festa in famiglia, un panorama, un palazzo…
Anche
qui vi è una buona batteria ricaricabile, di potenza simile (900mA
contro i 1000 della Casio) e anche qui come nell’altro caso vi è
un bilancimento dei colori sia preselezionabile (es. luce al neo, lampada,
sole, nuovoloso…) che automatico. Anche qui si può regolare la misura
della luminosità, scegliendo se estenderla a tutta l’inquadratura
(caso ottimale in diverse situazioni, quando interessa gran parte dell’inquadratura)
o calcolarla a spot, privilegiando il soggetto al centro.
Come
nell’altra macchina non è presente un vero e proprio macro (la posizione
“macro” qui consente di mettere a fuoco a distanza di 17 cm) ma questa
è una funzione poco usata.
La
differenza più consistente riguarda il caricabatterie e la memoria.
Questa macchina utilizza infatti una SD memory card, o MMC (multimedia
card), e viene fornita in dotazione una SD da 16M, più memoria
quindi rispetto agli 11M della Casio, ma comunque insufficiente come l’altra
per un uso normale di una 4Megapixel. Il caricabatterie si collega direttamente
alla macchina, e quindi non occorre estrarre la batteria e collegarla al
ricaricatore. Una soluzione questa molto positiva, con molti vantaggi:
poco ingombro, semplicità d’uso, possibilità di alimentare
la macchina quando siete in casa o quando si compiono le operazioni di
copia delle immagini sul computer, ecc. Unico svantaggio: se si hanno
più batteria si possono ricaricare in maniera alterna all’uso (ma
crediamo questo caso interessi l’1% degli utilizzatori). Gli altri 99 su
cento benediranno dunque questa soluzione intelligente.
Ad
una miniaturizzazione spinta devono corrispondere necessariamente dei comandi
molto più precisi e accurati: un tasto grande può essere
infatti premuto più agevolmente e con un feed-bak più percepibile
di uno miniaturizzato. Si deve dire che Kyocera ha prodotto una macchina
dall’ergonomia soddisfacente, superiore alla media delle concorrenti sul
mercato.
Si
naviga tra i menu grazie ad un solo tasto blasculante con 4 posizioni (alto,
basso, destro, sinistra e OK centrale separato) questo accorpamento di
solito è meno comodo e preciso dei cinque tasti distinti adottati
da Casio, ma in questo caso la precisione è del tutto adeguata.
Per
evitare che ad ogni passo si deva andare a frugare nei menu, sul corpo
macchina sono presenti due tasti per le regolazioni più comuni (ripresa
da vicino o da lontano, uso o meno del flash). Nella Casio vi era anche
il tastino per la cancellazione dei fotogrammi, che (dato il grande spazio
in memoria usato) sarebbe stato utile anche qui. I comandi dello zoom purtroppo
sono un po’ piccoli e scivolosi. Lo zoom digitale (per quello che vale)
funziona in modo un pochino strano, ovvero a passi e non in modo continuo.
Vi è una funzione molto rara, ovvero la possibilità di selezionare
una parte dell’immagine e di mandare in stampa solo quella (una forma di
“cropping”). Funzioni utili per chi collega la macchina direttamente alla
stampante, ma il nostro consiglio resta comunque quello di passare appena
possibile attraverso il computer, cosa che consente un controllo sull’immagine
di ben altra portata. Si ha l’impressione tuttavia che il sistema dei menu
vada ripensato, sia per la stravaganza che si seleziona la voce con il
tasto di conferma anziché con quelli direzionali, sia perché
vi sono regolazioni raffinate come questa, o inutili come la possibilità
di scegliere i colori del menu, ma mancano altre più importanti,
quali un controllo più accurato su definizione e compressione.
Durante
l’uso la Kyocera si è comportata bene, ha funzionato con precisione
e si è adattata senza grossi problemi alle situazioni più
disparate. Se si esaminano le immagini ottenute con questa macchina, si
vede che battono quelle ottenute con la Casio come naturalezza dei toni
e dei colori, ma cedono il campo nel mondo del rapporto tra segnale e rumore.
In diverse circostanze l’automatismo che sovraintende alla regolazione
dell’esposizione ha funzionato anche meglio della concorrente. Un esempio
per tutti: nel paesaggio n1 nella foto della Kyocera si vedono anche le
differenze leggere del cielo, mentre nella Casio queste nubi sono appiattite
in un grigio più uniforme, spostato verso l’alto della gamma tonale.
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Ecco la Kyocera S4 (a sinistra)
confrontata con la Casio
(a destra)
PRO E CONTRO
Pro
Caricabatterie
collegabile al corpo macchina
Portatilità
Funzionamento
delle regolazioni automatiche
Contro
Comandi
dello zoom piccoli e scivolosi
Menu
e navigazione nei menu
Rapporto
segnale/rumore delle immagini |
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