Nikon coolpix 885

Una macchina compatta e avanzata proposta dalla mitica Nikon. Con molte funzioni e ottime caratteristiche, ma soprattutto dal rapporto tra prezzo e prestazioni molto allettante.

Questo modello è disponibile sia color argento che nero. La macchina colpisce per le sue dimensioni ridotte: è infatti larga quasi la metà rispetto alle dimensioni tipiche delle comuni macchine fotografiche digitali oggi sul mercato. A dire la verità questo risparmio di spazio laterale è molto meno utile di quanto si verificherebbe se fosse stata ridotta in profondità: l’ingombro in una tasca o in molte situazioni sarebbe stato sensibile. La profondità della macchina è insomma nella media. I comandi principali sono facilmente accessibili: il pulsante di scatto è come al solito sulla faccia superiore e a destra, e la ruota con le varie posizioni (play, automatico, setup, registrazione continua…) è vicina a questo pulsante. Contrariamente a quanto accade in molti altri casi, il tasto di accensione/spegnimento non è una posizione di questa ruota, ma è una ghiera a parte, posta in pratica sul tasto di accensione. L’alloggiamento per la flash card è come al solito sotto uno sportello, posto sul lato destro. Accanto, un tappo con sotto la presa per l’alimentazione a corrente di rete (8,4V) e la connessione per il cavo USB. Sul lato opposto (a destra) l’uscita per il collegamento al TV (PAL e NTSC). E’ presente sia un mirino ottico che un display a cristalli liquidi, di piccole dimensioni  (1,5 pollici). Diversi comandi sono azionabili attraverso piccoli tasti dislocati attorno a questo display: vi è un tasto per cancellare le foto riuscite male, per cambiare la risoluzione, escludere il flash, eccetera. Lo zoom si muove con un tasto blasculante (al solito, w indica in grand’angolo e il T il teleobiettivo). Una soluzione senza infamia e senza lode, per la posizione innaturale che deve assumere il pollice. 
E siamo al capitolo batterie. Nikon ha scelto di corredare la macchina con una ricaricabile, e questo è senza dubbio un fatto da elogiare senza riserve: un caricabatterie e degli accumulatori sono infatti del tutto indispensabili. Si tenga anche conto che questo materiale (in questo caso fornito a corredo) incide sul prezzo finale in modo sensibile, e quindi (confrontando i prezzi) bisogna tener conto che questa macchina include ciò che con altre dev’essere acquistato a parte. Qui vi è in dotazione una batteria agli ioni di litio, che potrebbe essere definita la tecnologia di punta offerta al giorno d’oggi sul mercato consumer, e naturalmente il relativo caricabatterie.
L’obiettivo è uno zoom-Nikkor 3x 8-24mm (l’equivalenza con le macchina a pellicola 24x36' è di 38-114mm) f/2,8-4,9. E’ formato da 9 lenti in 8 gruppi 
Lo zoom ottico (come si usa oggi) viene potenziato da uno zoom digitale, di interesse minore. 
Con la macchina viene fornita una flash card da 16 Mega, naturalmente un po’ pochini per una macchina da 3M pixel, e quindi occorre programmare l’acquisto di una memoria più capiente.

IMPRESSIONI D’USO

L’uso di questa macchina non ha riservato sorprese: l’ergonomia è ragionevole, la durata delle batterie è molto, ma molto buona: con una ricarica si può andare avanti a scattare senza problemi per un sacco di tempo, tempo che naturalmente dipende dalle circostanze ambientali, dall’uso del flash, eccetera. Ma comunque provando e riprovando, con ciascuna ricarica abbiamo lavorato per oltre un’ora.
Quando si accende al macchina, l’obiettivo esce grazie ad un trasporto a motore oggi presente nella gran parte delle macchine. Si può selezionare il tipo di inquadratura (paesaggi, ritratti, macro…), controllare che la ruota sia su “auto”, inquadrare e scattare. I settaggi (come si usa oggi) sono veramente tanti, e si regolano con la sia con i vari tasti sotto il display, che con il menu, attivabile con un tasto specifico. Questo menu cambia a sua volta a seconda di come è posizionata la ruota (es. vi è un menu quando la macchine è in play, un altro quando è pronta allo scatto in manuale…). Le regolazioni possibili sono moltiplicate dal fatto che una stessa azione può essere compiuta in più modi, ma si tratta di una scelta fatta per semplificare certe azioni (es. la cancellazione dei fotogrammi). Il grande numero di funzioni può a prima vista disorientare, ma dopo un po’ ci si prende l’abitudine e la cosa fila senza intoppi. E’ curiosa la possibilità di visualizzare sul display sia l’immagine in diretta che (più in piccolo) la foto già scattata. Le dimensioni del display sono inferiori a quelle tipiche di altre macchine, ma ci si può consolare pensando che in questo modo si risparmiano le batterie.
L’autofocus è estremamente raffinato, si basa su un sistema di rilevazione TTL “a contrasto di fase modi di messa a fuoco” e con diverse opzioni: AF Continuo (con monitor acceso), AF Singolo, Manuale (49 posizioni, con conferma della messa a fuoco) 
E siamo al capitolo dedicato alla qualità degli scatti. Si tratta di una macchina che mantiene in pieno le sue promesse, ovvero la possibilità di stampare le foto con delle dimensioni adeguate alla maggior parte delle necessità pratiche degli appassionati. Si dispone qui di un sensore di circa 3 milioni di pixel, e con le risoluzioni della stampa tipografica si potrebbe portare un’immagine anche a tutta pagina. Con le stampe a sublimazione o (è il caso più comune) a getto d’inchiostro su carta fotografica, si possono ottenere comunque dimensioni di tutto rispetto. La risoluzione massima di 2048x1536 pixel rappresenta dunque un giro di boa nel progredire delle macchine digitali.
Certo, la qualità dipende molto dal soggetto, e nei casi “difficili” (come quelli degli alberi riportati in queste pagine) è opportuno lavorare con una certa dose di prudenza. Del resto, la qualità dell’immagine non è data solo dalla risoluzione, e qui non ci si stancherà mai di ribadirlo. Per quanto riguarda il giudizio globale delle immagini, si può dire che questa Nikon presenta dei colori ragionevolmente naturali, e non li esaspera come altre macchine giapponesi che tendono a forzarli per rendere l’effetto più attraente. Anche l’elaborazione interna dell’immagine permette di avere dei dettagli nitidi, più nitidi che in altre macchine con la stessa risoluzione,  ma senza forzature, e quindi senza artefatti plateali nelle zone di transizione. I passaggi bruschi di luminanza nelle foto salvate in modo compresso (jpg) mostrano i segni della compressione, ma senza forzature eccessive: e questo è senza dubbio un pregio. Il prezzo di circa …… euro (più o meno 1200.000 delle vecchie lire)  pare molto allettante se riferito alla classe, alle prestazioni e all’accessoristica fornita. Circa un anno da con questa cifra si potevano acquistare delle macchina con  un solo Mega pixel!

Pro
Durata delle batterie (fino a  90 minuti)
Qualità dell’immagine
Rapporto prestazioni/prezzo

Contro
Memoria in dotazione scarsa
Necessità di inserire manualmente la posizione macro
 
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Minolta s304

Uno degli ultimi modelli di una grande marca, che come tutti gli apparecchi ha le proprie luci e le proprie ombre, le proprie scelte buone o criticabili, eccetto che su un punto: la qualità delle immagini, su cui qui non si transige.

Minolta è divenuta una delle aziende più note anche nell’ambito della fotografia digitale, e le sue scelte sono un punto di riferimento (nel bene e nel male) nel mercato del giorno d’oggi. Questa macchina è una delle ultime nate, e va a collocarsi in una fascia di mercato estremamente combattuta: quella che sta a metà tra la fascia bassa (in cui il prezzo fa da padrone, e le prestazioni possono passare in secondo piano) e la fascia alta, dove i gusti personali e le abitudini di appassionati evoluti e professionisti rendono il mercato molto particolare. Cosa offre Minolta per contrastare i modelli della concorrenza? Una macchina dall’uso piuttosto facile e intuitivo, dove il raggiungimento di elevati standard qualitativi nell’immagine porta a qualche sacrificio nell’ambito degli accessori a corredo (ci si riferisce in particolare alla mancanza di batterie ricaricabili e relativo alimentatore).
Le batterie AA hanno il vantaggio di poter essere reperite in qualunque supermercato, ma naturalmente offrono una durata molto limitata. Per questo si consiglia a chiunque l’acquisto di un alimentatore e di un set di 4 batterie ricaricabili. A fronte di questa necessità resta per lo meno un vantaggio: queste batterie possono essere passate anche su molti altri apparecchi, e in caso di necessità si possono usare anche le classiche usa e getta.
L’obiettivo di questa macchina è uno zoom 4X ottico (7,15 - 28,6mm, equivalente al 35-140 mm del formato 35 mm) con 11 elementi in 9 gruppi (inclusi 1 elemento in vetro  e 2 elementi con doppia superficie asferica) L’apertura  è f/3,0 - f/3,6. Quindi, siamo davanti ad un obiettivo di qualità molto buona, e per giunta con uno zoom un po’ più potente di quello che viene montato oggi come standard (il classico 3X). Anche qui vi è in aggiunta uno zoom elettronico (ma che ha una scarsa importanza). Il corpo macchina è in linea con la solita concorrenza. Il colore è argento, la plastica (secondo la tradizione Minolta) piuttosto leggera e sottile, i comandi sono disposti in modo ragionevole. Anche qui vi è lo sportello a destra che contiene il vano per la flash card. Sempre sotto lo stesso sportello vi sono i connettori per il cavo USB e il TV. Subito sotto un tappo morbido nasconde il connettore per l’alimentazione esterna, a 6V di corrente continua. Sulla faccia superiore vi è un display a cristalli liquidi in B/N per la visualizzazione di alcune impostazioni, e la ruota con i vari “modi di funzionamento” (play, registrazione continua, fotografia manuale, posizione auto…). Lo spegnimento si effettua ponendo semplicemente questa ruota in posizione “off”. Oltre ai tastini dedicati a funzioni specifiche, sul retro vi è un tasto blasculante con le frecce direzionali, che serve principalmente a selezionare le varie voci che appaiono quando (sul display a colori) vengono visualizzati i vari menu; menu che appaiono e scompaiono premendo un tasto dedicato posto alla destra del display.

UTILIZZO

Per iniziare a scattare foto bastano tre mosse: accendere la macchina (portano la ruota su “auto”) inquadrare e scattare. Quando si è presa un po’ di confidenza con la macchina si impara a regolare le dimensioni dell’immagine e la compressione, a predisporre il tipo di soggetto (lontano, vicino, macro…) e infine ci si può lanciare nelle operazioni più complesse, e a cui molti utenti non accederanno mai (ad esempio, alle impostazioni manuali dell’esposizione). L’autofocus è piuttosto lento, e può essere bloccato premendo a metà il tasto di scatto. La posizione macro va impostata manualmente. L’uso dei tasti direzionali per manovrare lo zoom è piuttosto scomodo e poco naturale, per il resto l’ergonomia è decisamente buona. Questa macchina (con le sue luci ed ombre) sprofonderebbe nella concorrenza se non fosse per la grande cura posta nella gestione qualitativa dell’immagine. Provando ad effettuare centinaia di scatti in diverse circostanze, e soprattutto confrontando con cura i risultati ponendoli alla pari con quelli ottenuti da altre macchine, esce insomma una qualità a cui fare tanto di cappello. Forse questa qualità è dovuta al particolare sistema di trattamento utilizzato da Minolta (chiamato CxProcess) forse è dovuta all’obiettivo o alla qualità generale della realizzazione, il fatto è che è uno dei risultati più bilanciati, corretti e inappuntabili che abbiamo riscontrato in questa fascia di prezzo. Per il resto, nulla da segnalare se non lo strano “buco” che si riscontra quando si passa dallo zoom ottico a quello digitale (cosa trascurabile perché può essere utile all’utente il prendere coscienza di questo passaggio, dopo il quale la risoluzione inizia a scendere!), e soprattutto il vero punto debole di questa macchina: il consumo di batterie. E’ una macchina che consuma energia più delle altre, e che non ha nella scelta delle AA un grande alleato. 
E’ già stato detto che si impone l’acquisto di batterie ricaricabili (non fornite in dotazione) e a questo punto occorre aggiungere che servono anche delle buone batterie, dalla capacità notevole: si dovrebbe partire da modelli da 1700mA in su.
Completano la dotazione la possibilità di registrare dei brevi filmati in MPEG, il mirino ottico, quello a cristalli liquidi (ampio, da 46mm di diametro), e varie altre funzioni più o meno specializzate. Il prezzo si aggira su 1.400.000 lire, e tutto sommato pare in linea con le prestazioni e la qualità dell’immagine che si ottiene da questa macchina, anche se si calcola che a questa cifra occorre necessariamente aggiungere la spesa dell’alimentatore, delle batterie ricaricabili  e (fattore da non trascurare) quella di una card dalla buona capienza. 

Pro
Qualità dell’immagine
Zoom ottico 4X
 

Contro
Consumo delle batterie
Pulsanti per l’azionamento dello zoom
 
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BAK