i farmaci
 
 

Il rimedio principale che si ha a disposizione per combattere il “diabete II ” è rappresentato da una dieta APPROPRIATA, che nella grande parte dei casi consiste in una riduzione del numero di calorie globali. 
Sbaglia insomma chi crede che la dieta del diabetico di tipo II debba essere semplicemente e necessariamente povera di zuccheri, sopratutto complessi (farine, pasta, pane...). E' vero che spesso il diabetico ha una particolare "fame" di carboidrati, e quindi questa restrizione può essere giustificata. Ma quasi sempre è ancora più importante una riduzione di grassi (*) e comuqnue una rivisitazione dell'energia che si accumula. 
*=vedi tutta la parte sesta della sezione dedicata alla dieta.

Questo porta a ricordare per l'ennesima volta che quello che conta è il bilancio tra calorie introdotte/calorie spese. E quindi è quasi invariabilmente necessario valutare la dieta in rapporto all'attività fisica. 
In conclusione, la migliore arma che si ha contro il diabete oggi è enza dubbio l'abbinamento tra la dieta restrittiva di calorie e l'aumento dell'attività fisica. 

Nella grande maggioranza dei casi, una dieta opportuna rimette in sesto i valori della glicemia, e la situazione migliora in modo impressionante. Ed ecco quindi che alla dieta abbiamo dedicato una sezione enorme di questo sito: centinaia e centinaia di pagine che contengono il materiale che potrebbe bastare per un intero libro.

Ma vi sono diversi casi in cui la sola dieta non basta. 
Il medico può allora prescrivere dei farmaci, che appartengono a diverse famiglie.
Questi farmaci possono essere presi senza altre prescrizioni (ad esempio, quando la persona è  magra) o a loro volta andrebbero associati a una dieta.Inutile  ribadire che non solo la loro prescrizione, ma anche il controllo del dosaggio va fatto da un medico. 

In primo luogo vi sono degli "ipoglicemizzanti orali": sostenze che vengono prese per bocca e che hanno l'effetto di abbassare la glicemia. Da sottolineare che gli antidiabetici orali sono del tutto controindicati nel diabete di tipo I (giovanile). capita che non risponda particolarmente bene a questi farmaci neppure chi è diabetico II, ma lo è da molto tempo. Poi vi è l'ormone insulina, che al contrario è di norma indicata nel diabete I, ma molto meno usata nel diabete II. 

BIGUANIDI 
farmaci: es. fenformina e metformina. Sono sostenze che a volte vengono abbinate anche all'insulina. Si prendono verso al fine dei pasti, 1-2 volte al giorno, possono avere effetti collaterali rilevanti (nausea, diarrea...). Possono inoltre generare acidosi lattica. Per questi motivi si tratta di farmaci relativamente poco maneggevoli, da evitare quando vi siano dei fattori cheaumentano il rischio di effetti collaterali e quando vi sono delle complicazioni tipiche del diabete.

SOLFONILUREE
farmaci: es.tolbutamide clorpropamide. Sono framaci che hanno una durata d'azione lunga (fino a  6o ore dalla somministrazione) ed effetti collaterali inferiori a quelli delle biguanidi. Questi farmaci vengono presi prima dei pasti, non di radoin una sola somministrazione al giorno. 

INSULINA
E' stato detto che è più indicata nel diabete I. Nel diabete di tipo II viene usata in casi di scompeso, in situzioni particolari (es interventi chirurgici) e più raramente per i trattamenti cronici, magari in abbinamento con ipoglicemizzanti orali. Esistono delle rpeparazioni diverse di insulina, con effetto molto diverso: si va dalle insuline "rapide" che devono stabilizzare dei casi diurgenza, fino a quelle più lente per sopperire al deficit del panreas, e quindi per mantenere stabile la glicemia in modo morbido e costante. Per otenere questo effetto occorre di solito  aggiustare le doci epr un po' di tempo: si aggiusta la dose, si verifica la glicemia, si riaggiusta la dose in base ai risultati, e così via. Ma anche quando si è trovata al dose ottimale occorre "ritarare" periodicamente il bisogno di insulina.

COMBINAZIONI

Si usa spesso una combinazione tra biguanidi e solfoniluree. Questa associazione permette di minimizzae gli effetti callaterali di entrambe le famiglie di farmaci.

In alcuni casi si hanno degli ottimi risultati anche grazie alla combinazione tra insulina e biguanidi, Ma si tratta di casi limitati; ad esempio,q aundo si vuole diminuire il fabbisogno diinsulina. Questa associazione è piuttosto delicata, e dovrebbe essere riservata agli specialisti dotati di una certa esperienza.

 
 
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