LETTERE E COMMENTI DEI VISITATORI...


nota: Non ho messo gli indirizzi e-mail di chi mi scrive.
Qualcuno potrebbe desiderare che le metta (in modo da
essere contattati da altre persone che hanno lo stesso problema
o hanno la soluzione del problema) e qualcun altro no.
Se volete che posti il vostro indirizzo e-mail ditemelo!

Molte domande e risposte interessano sia il diabete che l'alimentazione a scopo di dimagramento.
Per questo ho deciso di mettere le varie lettere nella stessa pagina.
Per non annoiare tuttavia chi non è interessato proprio ad uno dei due temi, metto le lettere dedicate prevalentemente al diabete su fondo grigio, e quelle dedicate prevalentemente alla dieta (che interessa però anche i diabetici!) su fondo verde...

C'E' ZUCCHERO E 
ZUCCHERO 

Ti ho chiesto la tabella degli zuccheri perche' ho un figlio ( 7 anni) che e' diabetico. Mi chiedevo ; se tutti i farinacei sono assimilati sotto forma di zucchero, credo che tra di loro ci siano % diverse ??? O sbaglio ??Ciao
Roberto (mc-link)

Si, la percentuale di zuccheri è la percentuale di glucidi presente in essi. Tutto il glucide (ad esempio, l'amido della farina) viene trasformato in glucosio.
Infatti l'amido non e' che una catena di pure purissime molecole di glucosio messe una dopo l'altra.
Quindi si potrebbe quasi dire che se un alimento avesse ad esempio il 50% di glucidi, ha il 50% di glucosio.
Passami l'approssimazione.
1-Il problema del diabete di tipo I e' che serve dosare nel tempo la percentuale di glucosio rilasciata nel sangue dal metabolismo che "smonta zuccheri e amidi; , e quindi occorre mescolare zuccheri e farine in modo che il rilascio di glucosio sia il piu' regolare possibile, e che non crei picchi e cadute.

2-Al contrario, nel diabete II (di cui parlo diffusamente nelle mie pagine) il problema comune e' quello di diminuire l'apporto di calorie in generale, perche' si tratta quasi sempre di soggetti in sovrappeso.

In conclusione: la dieta è fondamentale per entrambi i tipi di diabete, nel diabete di tipo I (dei giovani) il fine della dieta sta nel dosare la quantità di zuccheri che vengono rilasciati nell'arco della giornata, nel diabete di tipo II si tratta magari di lasciare gli alimenti dolci o i farinacei così come sono ma di diminuire (ad esempio) i grassi o tutto il cibo, in quanto il problema qui è spesso l'apporto calorico eccessivo.
saluti
Lorenzo

PERCHE' IL DIABETE 2?


Vorrei sapere perché lei tratta sopratutto il diabete di tipo 2, non vorrei che qualcuno lo considerasse come se lei stesse compiendo una discriminazione nei confronti dei bambini che sono ammalati più gravemente.
Paolo (VOL)

Spero che nessuno lo interpreti come lei teme. Ho scelto di porre in rete delle pagine italiane dedicate al diabete di tipo II ( il diabete dell'adulto, per intenderci) perché è quello più diffuso. E poi perché vi sono in Italia ed altrove molte persone che non sanno neppure di essere ammalate, perché se ne parla poco. In terzo luogo, il diabete di tipo "giovanile" ha bisogno
( secondo me) di una cura di tipo specialistico; e io non mi voglio sostituire al medico curante. Il diabete di tipo II invece è una malattia molto "fai da te", in cui il paziente (anche se curato decentemente) ha comunque modo di appropriarsi bene degli strumenti di conoscenza di cui ha bisogno per regolarsi.

saluti
Lorenzo

QUALE TASSO?

Ho fatto una visita e mi hanno dato degli ipoglicemizzanti orali. Vedo che pero' mi danno alcuni disturbi, e vorrei ridurre la loro assunzione. Misuro in casa la mia glicemia, e vorrei sapere fino a che punto posso lasciar salire il glucosio senza aumentare la dose?
Vincenzo (VOL)

Le suggerisco senz'altro di far presente al medico che l'ha in cura i disturbi di cui lei mi accenna e che non mi specifica meglio. Sentirà poi un suo parere, non posso sostituirmi al suo curante. Per rispondere invece al quesito generale, in genere si considera accettabile un tasso di glucosio nel sangue simile a quello che si ha in condizioni normali. Attenzione però: il valore di 0.9 che viene dato come valore normale, è il valore a digiuno. Se un diabetico sale (anche a digiuno) a 1.2 o 1.3 non viene considerato una catastrofe, perché si pensa che possa "tenere" anche per tutto il giorno i valori che (nel soggetto normale) potrebbe esservi solo in certi periodi (es. dopo dei pasti ...succulenti...).
saluti
Lorenzo

C'E' ZUCCHERO E 
ZUCCHERO 

Ti ho chiesto la tabella degli zuccheri perche' ho un figlio ( 7 anni) che e' diabetico. Mi chiedevo:
se tutti i farinacei sono assimilati sotto forma di zucchero, credo che tra di loro ci siano % diverse ??? O sbaglio ??Ciao
Roberto (mc-link)

Si, la percentuale di zuccheri è la percentuale di glucidi presente in essi. Tutto il glucide (ad esempio, l'amido della farina) viene trasformato in glucosio.
Infatti l'amido non e' che una catena di pure purissime molecole di glucosio messe una dopo l'altra.
Quindi si potrebbe quasi dire che se un alimento avesse ad esempio il 50% di glucidi, ha il 50% di glucosio.
Passami l'approssimazione.
1-Il problema del diabete di tipo I e' che serve dosare nel tempo la percentuale di glucosio rilasciata nel sangue dal metabolismo che "smonta zuccheri e amidi; , e quindi occorre mescolare zuccheri e farine in modo che il rilascio di glucosio sia il piu' regolare possibile, e che non crei picchi e cadute.

2-Al contrario, nel diabete II (di cui parlo diffusamente nelle mie pagine) il problema comune e' quello di diminuire l'apporto di calorie in generale, perche' si tratta quasi sempre di soggetti in sovrappeso.

In conclusione: la dieta è fondamentale per entrambi i tipi di diabete, nel diabete di tipo I (dei giovani) il fine della dieta sta nel dosare la quantità di zuccheri che vengono rilasciati nell'arco della giornata, nel diabete di tipo II si tratta magari di lasciare gli alimenti dolci o i farinacei così come sono ma di diminuire (ad esempio) i grassi o tutto il cibo, in quanto il problema qui è spesso l'apporto calorico eccessivo.
saluti
Lorenzo

AL POLSO

Lunedi 7/4/97 ho portato mio figlio al Day Hospital per i soliti controlli ed ho sentito dire che ci dovrebbe essere in commercio un reflettometro da polso, tipo orologio. Tu sai qualcosa ???? (Ho telefonato alle maggiori case che producono reflettometri, ma non mi hanno saputo dire nulla.)

Dovrebbe essere un apparecchio che non solo funziona da refrattometro, ma che consente la raccolta di dati vari (somministrazione di insulina, ecc.). Lo si porta al polso in modo che i dati immagazzinati siano disponibili e sempre "attaccati" al paziente. Ad esempio, è utile nel caso un bambino diabetico venga trovato in stato di coma. L'apparecchio si chiama "Romeo", e può essere collegato ad un secondo apparecchio "Giulietta", che può scaricare i dati in esso contenuti. Si tratta di un apparecchio interessante per il diabete di tipo I, di minor interesse per il diabete dell'adulto, a cui viene principalmente dedicato questo sito.

Con i migliori saluti
Lorenzo

OBESI E NON

Visitando il suo sito mi sono convinta
che gli obesi hanno un metabolismo più efficiente dei magri, e quindi mangiando anche di meno possono ingrassare.
Si tratta un po' di sfortuna, perché anch' io sono molto sopra la media, eppure non mangio troppo.

Simona ***

Al riguardo vi sono opinioni differenti, e dati contraddittori.
Vi è ad esempio uno studio (molto noto a molti dietologi) che è stato pubblicato circa cinque anni fa (nel '92) da Lichtman.
Il suo gruppo prese dei gruppi di persone (con soggetti obesi e magri) e provò a misurare con dei metodi abbastanza raffinati il rapporto tra calorie dei cibi e energia spesa.
Il risultato fu che i soggetti obesi non utilizzavano meglio il cibo, ma erano portati a sottovalutare la quantità di cibo che mangiavano oppure a sopravvalutare l'attività fisica che facevano.
Quindi, essere obesi avrebbe potuto essere solo un problema psicologico: la stima delle abitudini.

Sono stati fatti altri studi, più recenti, in cui pare addirittura che una grossa quota di obesi abbiano sviluppato gli anticorpi ad un certo virus. Vi sarebbe dunque perfino un virus che congiura contro gli obesi...

In mezzo a questi studi vi sono delle valutazioni su certi meccanismi ormonali, che coinvolgono i recettori posti sulla superficie delle cellule. Allo stato delle cose, gli studi fatti non hanno concluso nulla di definitivo.Intanto che un ennesimo studio dica la parola "fine" su questo problema, mi pare che in effetti vi siano persone che mangiano molto di più di altre, ma che non ingrassano.
Questa considerazione non è vera tutte le volte che sembra (togliamo insomma a-i casi in cui i grassi "credono" di mangiare poco e invece mangiano tanto, e b-i casi in cui i soggetti magri che "credono" di mangiare molto in realtà fanno meno pasti oppure tanti pasti ma mangiano poco di tutto).
Ma vi sono anche delle persone che in effetti mi pare mangino più di altre e non ingrassano. In molti casi occorre dire una cosa: vi sono delle persone grasse che non mangiano e non assimilano più di quelle magre, solo perché hanno raggiunto un equilibrio ma da persone grasse.

Cerco di spiegarmi meglio: vi sono delle persone che prima sono ingrassate, poi mangiano come una persona magra, e dicono: "ma perché io sono grasso e quello è magro se mangiamo uguale?".
La risposta è facile: perché si parte da due condizioni diverse, e tutte e due le condizioni sono di mantenimento.Ma così si mantengono lo stato di persone grasse, nè più nè meno il magro (mangiando quello che mangia) mantiene la sua condizione di magro.

saluti
Lorenzo

HO LETTO UNA DIETA..


Ho trovato su una rivista una dieta alternata, per cui si deve mangiare un giorno di tutto e un giorno stare a dieta.
Ho provato alcuni giorni a seguirla con molto scrupolo ma è ancora presto per dire se è buona.
Lei vedo che invece non crede a questo tipo di cure...

Angelo (Galactica)

No, non mi sento schierato verso una posizione o l'altra. Mi sento schierato solo per le diete che funzionano e che non provocano danni.
Questa mia posizione molto pragmatica è dettata dal fatto che vi sono ancora troppi misteri su come funzioni davvero il metabolismo. Si trovano di tanto in tanto delle cose nuove (es. leptine, ecc), ma a volte vi sono scoperte importanti a volte si tratta di cose che poi vengono valutate poco o nulla.
Intanto che la situazione è così incerta, occorre passare attraverso dei punti fermi, come fossero i fori di un setaccio:

1-è impossibile ingrassare se si introducono meno calorie di quelle che si mangiano

2-certe diete richiedono (a parità di efficacia) meno sacrifici di altre.

3-certe diete fanno male alla salute

4-dietro certe diete ci sono un sacco
di ciarlatani o persone che vogliono solo guadagnare.

Se al di là di queste considerazioni certe si trova una dieta
"alternativa", fatemelo sapere che le darò la massima pubblicizzazione possibile...

saluti
Lorenzo

FARMACI PER DIMAGRIRE

Sono un medico di Genova.
Sarei grato di avere notizie più dettagliate sull'uso, dosaggio, controindicazioni, posologia e tutto ciò che riguarda i farmaci e preparati vari con effetto anoressante. Grazie anticipatamente.
Dr. Antonio ***

Purtroppo con "tutto quel che riguarda i farmaci anoresizzanti" mi chiedi una specie di libro, e forse anche piu' di un libro... e quindi ti prego prego di scusarmi se rispondero' solo sommariamente alla tua (impegnativa) domanda.

I principali anoresizzanti sono la fenfluramina (DIMA-FEN, PONDERAL) e e la dexenfluramina (GLYPLOIX, ISOMERIDE...). La prima è più comoda in versione "retard". che si traduce in una capsula al giorno per bocca.
Gli effetti collaterali sono basati sopratutto sulla oro attivita' simpaticomimetica, con tutto cio' che ne consegue: ad ese. eccitazione cardiaca che li rende sconsigliabili in quei (molti) obesi che hanno il cuore affaticato, ecc.
Non sono poi cosi' rari i casi di pazienti che lamentano sonnolenza, stordimento, nausea, e vari effetti minori (disfunzioni dell'alvo come diarrea ecc.).

Sono anche da sconsigliare in tutti i pazienti con qualche problema di ordine psichiatrico, e in particolare queste molecole possono dare dei sintomi depressivi in persone che "covano" questa sindrome anche in maniera latente. Quindi, attenti alla depressione!
Possono potenziare l'effetto di antidepressivi, di antiipertensivi, di sonniferi, ecc.
Si possono avere anche gravi inter-reazioni con farmaci quali l'alcool, gli anti IMAO ecc. ecc.

A fronte di questi problemi offrono (a mio modesto modo di vedere) dei risultati clinici del tutto modesti, al punto che (su molti pazienti che ho visto assumerli) non sono sicuro che neppure uno ne abbia tratto un sicuro e certo giovamento.

Mi sono convinto (senza alcuna preclusione preventiva) che l'azione che esercitano sulla psicologia dell'assunzione del cibo sia uno (ed uno solo) dei fattori che giocano il loro ruolo nelle pulsioni relative all'assunzione di cibo. Cerco di spiegarmi meglio: sono convinto che cio' che spinge una persona a sovraalimentarsi sia un insieme di cose complesse e che non possono essere semplicemente ricondotte alla "spinta" su cui agisce il Ponderal o gli altri farmaci più o meno analoghi. Ho verificato in genere un problema molto grave: quasi tutti (lasciami dire, tutti quelli che ho conosciuto io ) hanno riposto in questi farmaci delle speranze eccessive. Questo ha fatto in modo che trascurassero il fondamento del dimagramento: la correzione delle abitudini alimentari. Mi sono dunque convinto che possono avere un qualche ruolo, ma escludendo una bella quota di pazienti, e sopratutto non sono sicuro che aiutino molto.
Se non vado errato perfino nel foglietto illustrativo viene scritto alla voce indicazioni: "*coadiuvante" nel trattamento dell'obesita'... ecc. ecc.).

Sono stati fatti degli studi su dei gruppi che associavano dieta + associazione tra fentermina e la fenfluramina, si è visto che a medio termine perdevano piu' peso questi gruppi che quelli trattati solo con la dieta, ma era del tutto necessaria la dieta, senza di quella le cose non stanno in piedi. A lungo termine poi le cose non sono per niente chiare, non risultano vantaggi nella diminuzione di peso con i farmaci rispetto a quelli senza farmaci. Oltre ai farmaci indicati segnalo anche Fenteramina, Dietilpriopione e Mazindolo. Con la famosa scoperta della leptina si sono aperte nuove speranze sugli anoresizzanti, e il relativo meccanismo e interazione ormonale potrebbe gettare nuova luce sugli oscuri meccanismi della regolazione del grasso: ma sono cose ancora tutte da vedere.

In conclusione: pare che i farmaci che abbiamo oggi da soli non servano a niente, che assieme ad una educazione e controllo servano solo a medio termine. E comunque danno un qualche risultato solo se inseriti in un programma complesso e accurato.

saluti
Lorenzo

BEATI I GRASSI

Mi chiamo Andrea. Vi scrivo perché vorrei da voi delle risposte sull'alimentazione. Vorrei sapere per quale motivo mangio tantissimo, ma non riesco ad ingrassare. Sono alto 182 cm e peso 69 Kg.
Vorrei ingrassare qualche chilo, ma mi sono accorto che mangiare tanto non è sufficiente. Come posso fare?

Mettero' la sua lettera assieme a quelle degli altri visitatori, perche' credo lei sia in una condizione magari (sgradevole per lei) ma in apparenza invidiabile per la maggior parte delle persone.
In tutti i casi come il suo tuttavia non posso che suggerire la visita di un dietologo; si devono infatti innanzitutto valutare alcuni parametri fondamentali (ormoni, funzionalità della tiroide, glicemia distribuita nel tempo, metabolismo basale ecc.) magari compiere alcuni esami di laboratorio molto specifici sulla base dei primi risultati, e poi (solo quando si ha un quadro della situazione) prendere le opportune contromisure.

Se tutto è a posto (ripeto "se") i cibi che aiutano ad ingrassare sono naturalmente quelli che contengono molte energie a parità di peso; quindi (oltre che "mangiare molto" come dice lei ) si tratta di scegliere dei cibi molto energetici. Questo non va fatto solo applicando le norme dietetiche per il dimagramento al contrario.
Ad esempio, la scelta dei grassi vegetali (olio) al posto di quelli animali (burro, salame, eccetera) resta valida sia che si voglia ingrassare sia che si voglia dimagrire..
con i migliori saluti

lorenzo

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