IL NASTRO
 
       
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      assiamo a vedere quali sono le  caratteristiche e le sue versioni commerciali. 

       
Innanzitutto, conta lo spessore. Più il nastro è sottile, più le sue caratteristiche tecniche sono scadenti. Infatti vi è uno strato magnetico sottile, che può essere danneggiato con maggior facilità. Inoltre lo strato di supporto (poliestere) può essere più facilmente deformato o rotto. Quindi, per delle ragioni tecniche non si dovrebbero avere dei nastri molto sottili, non vi è alcun parametro che migliora, e molti peggiorano. Ma si vanno costruendo nastri sempre più sottili, perché così (a parità di dimensioni del contenitore esterno) vi sta un nastro di lunghezza superiore. Spero il motivo sia evidente: se in una bobina di 3 cm di diametro vi è avvolto un nastro spesso 20 micron, questo nastro sarà lungo la metà rispetto ad una bobina uguale ma con un nastro spesso solo 10 micron. Un nastro più sottile corrisponde dunque ad un nastro di maggior lunghezza. Questa lunghezza si traduce in due vantaggi: in primo luogo, si può registrare un programma più lungo. Un nastro che scorre ad 1 cm/sec contiene un'ora di programma se è lungo 36 metri, contiene solo mezz'ora di programma se è lungo la metà. In secondo luogo, a parità di lunghezza (es 36 metri di nastro) si può farlo scorrere ad una velocità superiore, e quindi si possono registrare frequenze più elevate. Nel video le frequenze più elevate corrispondono più o meno ad una banda passante maggiore, e a sua volta questa significa che si possono inviare 
 
e a quello del verso della corrente che le aveva generate: N-S o S-N a seconda che in quel momento la corrente fosse +/- o -/+.  

Infine, la carta è stata sostituita dal poliestere, e si ha un nastro come quello in uso al giorno d' oggi. 

 
 
maggiori particolari, maggiori dettagli. Quindi, si possono raggiungere ad esempio 150 linee verticali al posto che 210. 

I nastri più sottili possono essere ottenuti con delle tecniche speciali (ad esempio, al metallo evaporato, come si vedrà più avanti). In questo caso le proprietà magnetiche possono anche essere uguali o migliori rispetto ad altre proprietà magnetiche ottenute da nastri più spessi ma costruiti con tecnologia meno raffinata. 

In ogni caso, le dimensioni piccole sono indice di qualità anche nei nastri prodotti in modo tradizionale. Ad esempio, se in un nastro video 8mm si impiegano particelle magnetiche più sottili (come in figura) si avrà un nastro in grado di registrare delle onde magnetiche più piccole, e quindi di estendere la registrazione ad onde di frequenza elevata che sfuggirebbero alla registrazione su particelle più grandi. 
Nei comuni nastri industriali si è scesi molto in dimensioni: vi sono oggi cassette con delle particelle magnetiche che sono la metà di quelle impiegate in altri nastri. Si è anche accennato al fatto che vi sono classi differenti di materiali usati (ossido di ferro, cromo o mix, mix di cobalto, metallo puro. Il materiale usato influenza naturalmente la qualità dei risultati. 

Nella produzione industriale si arriva a migliorare (rispetto allo standard) la quantità di ritenzione magnetica fino al 30% in più rispetto allo standard storico. Per renderci conto delle dimensioni in gioco, ricordiamo che per uno standard ad alta banda amatoriale come l'Hi-8 si ha una risoluzione orizzontale sopra le 400 linee. Per ottenere questo risultato si utilizzano lunghezze d'onda dell'ordine del 0.5 micron, ovvero mezzo millesimo di millimetro! 

In nastri normali la lunghezza d'onda è circa il doppio delle dimensioni delle particelle. Vi sono dei nastri speciali (es. gli MP Sony Hi-8) che hanno delle particelle che sono la metà di queste. 

Oltre a queste caratteristiche "intrinseche" del nastro, vi sono delle caratteristiche che derivano dall'interfacciamento tra il nastro e il registratore. 

 
 
Lo spessore del nastro gioca un ruolo importante sotto diversi aspetti.  
Innanzitutto, se il nastro è più sottile, a parità di cassetta e di bobine si può far stare una lunghezza maggiore. A sinistra si vedono schematizzate delle bobine di uguale spessore con una durata differente.  

A destra, un altro caso.  
Se il nastro è più sottile, si possono realizzare degli standard con delle cassette più piccole. Ad esempio, con una cassetta grande come quella dell'8mm al posto di una più grande come la VHS. Oggi si tende a diminuire sempre di più le dimensioni delle cassette, perché sono più maneggevoli e facili da archiviare. 

 
 
  Vi sono oggi dei nastri che usano particelle magnetiche molto più piccole di quelle tradizionali. Qui accanto si vede un caso in cui le particelle sono addirittura la metà di quelle solite. A dire la verità le solite particelle di ferro puro hanno un rivestimento non magnetico, che ha lo scopo di difenderle dall'ossidazione, e fare così "arrugginire" il nastro. Questo rivestimento è stato drasticamente ridotto nei nuovi nastri. In pratica non si ha dunque una vera e propria riduzione a metà delle dimensioni della parte utile, che risulta ridotta ma non in modo così vistoso come sembra confrontando le particelle intere, comprensive di strato protettivo. 
 
 
 
frattempo si vede anche una limitazione della risposta in frequenza. In altre parole, il nastro senza BIAS ha degli acuti brillanti, con il BIAS tende ad offrire un suono più cupo e senza acuti. Ma con il BIAS è più limpido e meno distorto. Quando si raggiunge il punto in cui non conviene aggiungere potenza al BIAS per non perdere acuti? Non vi è una regola fissa, perché i vari nastri rispondono in modo diverso agli acuti. Ed anche i vari registratori hanno caratteristiche migliori o peggiori in questa gamma. Di volta in volta si tratta dunque di trovare il miglior compromesso tra la risposta in frequenza di quel nastro e la distorsione presente in quel programma registrato sul nastro a quella potenza. 

Detta così, la cosa parrebbe senza soluzione. 

In realtà, i vari nastri hanno assunto un valore di BIAS convenzionale. 

In particolare, i nastri all'ossido di ferro sono fabbricati per un bias di tipo I (normale), i nastri al cromo sono preparati per un bias di tipo II (high) e i nastri al ferro puro un bias di classe IV. La differenza è -4,5dB per i nastri all'ossido di ferro, 0 dB per i nastri al cromo e +3 dB per quelli al metallo puro. Vi sono nastri per un bias in classe III, che sono quelli con aggiunta di cobalto, ma in pratica usano lo stesso bias del cromo. Anche i nastri al ferro-cromo usano il livello di polarizzazione tipico di un'altra classe. Oggi vi sono dei nastri intermedi, che usano dei composti speciali: non ha più una grande importanza andare a vedere cosa c'è dentro nel nastro (come fosse la composizione di un medicinale) ma basta guardare sulla confezione, dove è riportato il livello di bias necessario (di solito, I o II). 
E' interessante notare che abbiamo parlato di registrazione audio, in quanto il BIAS non si applica alla videoregistrazione. Il segnale video su nastro  infatti viene modulato in FM, ne parleremo più avanti, e non viene aiutato dal BIAS. Nel nastro video (es. VHS...) il BIAS viene però usato per le tracce lineari dell'audio. Anche qui con due esclusioni: il nastro 8mm e Hi-8 usano un segnale FM anche per l'audio, e quindi niente BIAS. 

Nel VHS le tracce diagonali che corrispondono alle piste Hi-Fi sono incise in modo particolare, e quindi non vi è il BIAS neppure qui. Ma dove il BIAS viene applicato (in pratica, solo nelle cassette audio) ha un'importanza vistosissima. Basta variarlo di una piccola percentuale per sentire anche ad orecchio un cambiamento notevole nella qualità del suono. 

A causa di questa sua importanza, nei registratori audio migliori (oltre alla possibilità di selezionare le classi I, II, IV ecc) vi è la possibilità di regolare in BIAS in modo "fine". Ovvero, si preseleziona il registratore sulla classe (es. II) e poi si può azionare una manopolina che varia il BIAS un pochino in aumento e in diminuzione. Se lo si alza, si sente il programma perdere acuti. Se lo si abbassa, si introduce più distorsione. Si gira con attenzione la manopolina in modo da ottenere per tentativi ed errori il miglior compromesso. Naturalmente le cose sono molto facilitate dalla presenza delle tre testine: la prima cancella il programma precedente, la seconda incide la nuova registrazione e la terza "legge" la registrazione appena fatta, una frazione dopo l'incisione. In questo modo si può "monitorare" quello che è stato registrato. E anche variando il BIAS si può ascoltare subito l'effetto che ha prodotto sulla registrazione. Spesso sulle confezioni dei nastri è riportato il tipo di BIAS che serve. Ad esempio, NELLA FIGURA è presentata una cassetta TDK, in cui si dice che serve un BIAS tipo II o "alto". In quella più in basso, è richiesto il BIAS tipo I (che ha un valore più basso). I tipi (I,II,III e IV) sono stati definiti a livello di IEC, e i gruppi comprendono anche l'equalizzazione, che verrà trattata nel prossimo capitolo. 

Si è detto che i vari tipi di nastri vogliono un BIAS con un valore diverso. In realtà la variazione del BIAS incide in modo diverso a seconda del tipo di nastro. Qui si vede che la riduzione degli acuti prodotta da un BIAS troppo elevato sul nastro al metallo (destra) è più morbida rispetto a quella (più ripida) indotta nel nastro basato sull'ossido di ferro. Quindi, un BIAS eccessivo sui nastri più economici è molto più dannosa che sui nastri più pregiati. I nastri al cromo hanno delle caratteristiche intermedie, migliori di quelli al ferro ma peggiori di quelli al metallo puro. 
 
 
 
 
La situazione ottimale per l'aggiustamento del BIAS si ha quando si ha un registratore a tre testine. Solo gli apparecchi migliori ne hanno 3, quelli comuni hanno una testina che serve sia alla registrazione che alla lettura e quindi ne hanno solo due. La prima testina cancella il programma precedente, la seconda registra il programma, la terza legge quel che è stato appena registrato. Ogni variazione della registrazione viene quindi letta, e si può agire sul BIAS e controllare con la terza testina quel che è effettivamente rimasto sul nastro. 
 
C: testina di cancellazione 
R: testina di registrazione 
L: testina di lettura.
 
       
 
 
 
 
Commutando tra il programma originale e quello che (una volta registrato) viene letto sul nastro, si ha la sensazione immediata di quel che è andato perso o meno nella registrazione, e si ha il risultato finale in modo evidente: si ha insomma il risultato in cui si valuta la qualità del nastro, l'accoppiamento del nastro con il registratore, il fruscio, l'effetto del riduttore di rumore, eccetera. La presenza delle terza testina porta dei vantaggi generali in cui la correzione consapevole del BIAS è solo uno dei tanti.  
 
 

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