domanda e risposta.

Quali sono i font che obbligatoriamente dobbiamo conoscere?

Dedichiamo una pagina ai font storici che non possono mancare nel bagaglio culturale di un grafico.
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domanda e risposta:

dove trovo l'Helvetica, un gotico, questo o quel font?

Si può scrivere "font free" in un qualunque motore di ricerca e si troveranno centinaia di font che possono essere scaricati e installati sul proprio sistema anche gratuitamente.

CORSODI GRAFICA

IFONT

PARTE PRIMA

CENNI DI STORIA


Scritte arabesche presso "la  casa real" (Alhambra)

 
 
 

 

La parola “font” indica il disegno del carattere. 
Si può dire che tutti i popoli antichi e moderni  siano stati molto attenti al disegno del carattere, alla sua forma e alla sua bellezza. 

1-Presso i cinesi e giapponesi la calligrafia veniva considerata una vera e propria arte.

La scrittura Shodo è collegata ad una tecnica
di affinamento interiore ("Shuren") che permette 
gesti ritmati,e il pieno controllo della calligrafia.
 

2-presso gli egiziani la scrittura ad ideogrammi  rappresentava un ornamento ed era dipinta o scolpita su tombe templi ed ornamenti con grande gusto estetico e grande cura formale. 
Ma anche la scrittura su papiro mantiene ai nostri occhi (dopo millenni) un qualità estetica che non può lasciare indifferenti. 

3-Presso i popoli arabi le scritte assunsero un importante ruolo ornamentale, anche per il divieto imposto dalla religione di rappresentare  figure umane. 
Ed ecco quindi “gli arabeschi” lettere stilizzate e elaboratissime.


le scritte arabe hanno spesso una valenza decorativa, 
si fondono con altri ornamenti ed hanno quindi un aspetto estetico estremamente curato.

E si potrebbe continuare con molti altri popoli sparsi nei quattro angoli della Terra.

Oggi in molte parti del mondo ( le uniche eccezioni sono in oriente) vengono impiegate le lettere romane. 


Secondo alcuni dalla testa di toro (a sinistra) viene per  approssimazioni la prima lettera di diversi alfabeti, tra cui la  lettera "alfa" greca. 
Vari alfabeti hanno la a come prima lettera: quello aramaico (aleph) quello greco (alpha), quello romano.
L'alfa in versione maiuscola (quella più a destra) 
è identica alla  "A" romana, oggi usata in gran parte del mondo. Secondo altri le cose non sono così semplici, ma questa ipotesi spiega bene i vari passaggi dall'alfabeto  ideogrammatico al nostro.

Vi sarebbero altri passaggi dalla scrittura ideogrammatica a quella attuale, come l'ipotesi che il disegno dell'occhio possa essersi trasformato nella lettera o.
 
su questo punto è stata aggiunta una nota, per accedere cliccare qui.

 LE LETTERE ROMANE

Anche i Romani avevano una grande cura nel disegnare e scolpire le lettere delle scritte ufficiali: ancor oggi le lettere di tipo romano sono alcune tra le più belle, leggibili ed equilibrate. Le lettere romane sono iscrivibili dentro un quadrato, con alcune eccezioni, come la I , e la F e la E, che misurano esattamente la metà larghezza di un quadrato. I romani scolpivano le loro lettere con le aste che terminavano in un’espansione, che al giorno d’ oggi viene chiamata“grazia”. 
Le “grazie”sono un’enfasi sulla fine di ciascuna asta o arco che disegna la lettera, e sono molto usate anche al giorno d’oggi. 
Le stesse lettere previste dai browser settati di default sono lettere dotate di queste “grazie”. 

Le lettere romane avevano il tratto diseguale, che poteva partire leggero, divenire più pesante durante il percorso, e tornare leggero prima di terminare nelle grazie. O -al contrario- alleggerirsi durante il disegno di un’asta e tornare più pesante presso la sua estremità. L’origine di questo andamento si spiega perchè le lettere da scolpire venivano disegnate prima con un pennello, e poi lo scalpellino (che magari non sapeva cosa significassero)“andava dietro” il dipinto. 
Provando a disegnare una lettera con il pennello con andamento sicuro e leggero si prova pian piano questa naturale variazione di pressione, e lo scalpellino si trovava a imprimere nella pietra in modo durevole la leggerezza di questi passaggi di pennello sulla pietra. 

Queste lettere equilibrate, leggere ma forti, e certamente eleganti, sono dunque il frutto dell’incontro tra le leggerezza e l’eleganza del pennello con la forza e la solennità della scultura.

Un connubbio straordinario che è arrivato fino ai nostri giorni. 
Naturalmente non perchè si è mantenuta questa tecnica, e questa divisione di ruoli, ma perchè le testimonianze della scrittura romana ufficiale, sparse nei quattro angoli dell’impero, rimasero come testimonianza di questa forza ed eleganza, che riprese vigore quando prese piede l’uso della stampa a caratteri mobili.
In effetti ancor oggi si usano quei caratteri, pur ritoccati o reinterpretati, come il Garamond, nome di un font che trae origine dal suo inventore, che disegnò quei caratteri (simili a quelli romani) nel ‘500. 
Durante i secoli nacquero altri caratteri, tra cui ad esempio il Palatino, il Baskerville, l’Elzeviro, eccetera, che assomigliano più o meno al carattere romano, fino ai caratteri di questo secolo, alcuni dei quali ritornano ad essere ancora più vicini al carattere romano, come il Times
Il Times fu studiato nel 1931, ed  è stato studiato con grande cura, per essere un carattere al tempo stesso elegante e molto pratico. In altre parole, furono usati molti accorgimenti per renderlo bello ma anche molto leggibile, con un “riempimento” della riga equilibrato, e a distanza di settant’anni dal suo disegno è un carattere tra i più usati. Non sono poche le persone che ritengono che in questi settant'anni non si sia creato nulla di più pratico...
 


Se si disegna con un gesso o un materiale duro 
(come a destra) il tratto rimarrà con uno spessore costante. Se invece (come a sinistra) si usa un pennello, ecco che il tratto tende a divenire più largo o più stretto a seconda di come il pennello "appoggia" sul materiale.


E' del tutto immaginabile 
che prima si disegnassero 
dei quadrati, poi un pittore 
dipingesse con un pennello
le lettere.
Alla fine lo scalpellino
provvedeva a scavarle 
nella pietra.

Alcune lettere 
(ad esempio, 
la E) non erano
iscritte 
in un quadrato, 
ma in metà quadrato. 
Questo permetteva 
di risparmiare 
un certo spazio.

Qual'è l'occupazione del quadrato 
da parte delle singole lettere? 
Eccovi una tabella con segnato 
con un punto rosso l'occupazione 
parziale del quadrato. Il doppio 
punto è relativo alla i, ovvero alla 
lettera più stretta dell'alfabeto...

Ecco la probabile tecnica per le iscrizioni romane. Venivano tracciati prima dei quadrati, in modo che si sapesse dove iniziava e finiva la scritta. Forse si disegnavano anche le diagonali. Fatto questo, si passava col pennello a disegnare le lettere, che nella loro generalità avevano una forma quadrata, e seguivano spesso le diagonali (notate la M e il tratto orizzontale della A). 
Ora poteva avere inizio l'operazione di incisione vera e propria. Per ragioni tecniche (ovvero, per poter tenere liscio il solco esterno) la sezione del solco inciso era a V.

 

Ecco un ottimo esempio di lettere romane, così come appaiono oggi sull'arco di Costantino nel foro romano.
E' facilmente riscontrabile come il tratto non finisce di colpo ma in un finale molto marcato, che espande la linea in una specie di triangolo sottolineato dallo scalpello dello scultore: per terminare con decisione il tratto lo scultore abile deve "girare" lo scalpello dentro il solco, e questo lo espande all'estremità. 
Queste terminazioni si chiamano in gergo tipografico "grazie".
Le lettere romane erano spesso poste in alto, e queste grazie (pur essendo nate per ragioni tecniche) rendono le lettere visibili anche da lontano, e con minor sforzo, perchè queste espansioni indicano bene dove terminano le aste.

L'arco di Costantino venne edificato quando Roma era solo il centro ideale dell' impero, ed era ormai in piena decadenza. Lo stesso Costantino (figlio di un ufficiale e di una produttrice di vino -sant'Elena- nacque in Oriente, assunse la porpora a York, lui come altri suoi predecessori (es. Diocleziano) o successori non amava troppo la città di Roma. Lo stesso arco venne costruito in fretta utilizzando materiale tratto da altre costruzioni. Ma l'eleganza formale delle lettere le rende un eccellente esempio della scrittura romana. Del resto vi sono iscrizioni molto eleganti in ogni parte dell'Impero, dall'Egitto all' Egeo (es. Deflesso), dalla Spagna ai Paesi nordici. E non solo in grandi città: anche iscrizioni più modeste, presenti in centri sperduti, avevano queste lettere lettere inscrivibili in un quadrato e di notevole eleganza. . Ecco qui sotto l' esempio di una iscrizione romana in Valle Camonica. 
 



Ho provato qui a sovrapporre dei quadrati grigi semitrasparenti alle lettere. Lasciò fuori le "I" che naturalmente non occupano un quadrato ma solo lo spazio che è loro necessario. Qui il disegnatore non è stato molto regolare nelle spaziature tra una lettere e l' altra, ma evidentemente le lettere stanno nel quadrato con una grande regolarità, segno che la cosa non è casuale.
Notate a destra la"E" che occupa solo metà quadrato. Notate anche come alcune lettere (la "Q"e la "R") tendono ad allungare l'ultimo tratto verso destra... Questo muove piacevolmente il rigore dei vari quadrati.
 

L'UNCIALE

Questa scrittura nasce probabilmente in Africa poco prima dell'epoca cristiana.  E proprio i cristiani favoriscono il diffondersi di questo font, probabilmente perchè lo ritengono alternativo e contrapposto ai font ufficiali di Roma. Questi ultimi ricordano infatti le iscrizioni sui monumenti pagani, l'unciale ha una storia meno compromessa con il paganesimo.
L'unciale ha una buona diffusione tra il tardo impero e l'inizio del medioevo, fin che (in epoca carolingia, ormai più vicina all'anno mille che ai primi secoli del cristianesimo) verrà travolto da un nuovo carattere che influenzerà la scrittura fino ai giorni nostri. Oggi la scrittura si fonda  da un lato sul font romano e dall'altra su quello carolingio, tuttavia l'unciale ha contribuito non poco alla formazione del carattere carolingio. Mentre le lettere ufficiali romane, le maiuscole,  sono basate su quadrati e contengono molte aste rettilinee, l'unciale tende a forme tondeggianti, relativamente vicine alla nostra scrittura corsiva, anche se con una cura decorativa più pesante rispetto alla media dei caratteri preferiti dai nostri tempi.  L'unciale tiene dunque banco nei manoscritti per molti secoli, e dato che in proprio quel periodo  la bella scrittura è usata principalmente per testi a sfondo religioso, ancor oggi questo font richiama in qualche modo  testi liturgici o religiosi.

 IL MEDIOEVO

Durante il Medioevo si iniziarono a copiare molti codici antichi.
Le iscrizioni tipiche passano dalla pietra alla cartapecora, dallo scalpello al pennino. I monaci lavoravano con un pennino ricavato da una penna d'oca. Questa  veniva prima lasciata macerare in un liquido acido, e poi "bruciata" (scaldata) e infine tagliata in modo da dargli la forma di un pennino non dissimile da quelli moderni, ma con la punta un po' più squadrata. 
Questo comportava un fenomeno durato fino all'arrivo dei pennini d'acciaio: i vari tratti avevano uno spessore diverso a seconda se si tracciava la riga con la parte larga o la parte stretta della punta. Si avevano così delle aste di diverso spessore (si veda la sezione dedicata alla calligrafia)

Durante il Medioevo nacque anche il corsivo moderno. Trascrivendo i codici antichi il pennino tendeva a "semplifIcare" la scrittura solenne. L'incisore di una lapide non aveva problemi a seguire più o meno rapidamente un tratto. Invece il copista( se semplificava certi passaggi di penna) poteva raddoppiare o triplicare la velocità del suo lavoro. 
In ogni caso, con diverse semplificazioni dal solenne maiuscolo romano nasce il moderno corsivo, mantenendosi il maiuscolo solo per le lettere a inizio frase, per i titoli o per i nomi.


Probabile genesi della "a" carolingia che deriva 
dallo "sciogliersi" delle maiuscole romane.
 

Ecco qui la trasformazione della A romana nella a minuscola inserita poi in uno stile tipico dell'età carolingia (circa 800 d.C.). 
Nei Paesi nordici successivamente si sviluppa un font molto caratteristico, chiamato gotico. E' uno stile che perde la scrivibilita nel quadrato tipica sia dello stile romano che di quello caolini, per assumere una caratteristica molto "verticale". 

Perchè questa verticalizzazione, e così esasperata?
 Alcuni pensano che la motivazione fosse di tipo economico: la cartapecora su cui si scriveva era infatti costosissimo. Stringere le lettere significava risparmiare un sacco di carta pecora...
Altri vedono in questo stile il riecheggiare della verticalita tipica dell'epoca, e che si estrinseca anche nella costruzione delle cattedrali e degli edifici gotici.
E' possibile che entrambe le cause abbiano contato: in ogni caso, ecco nascere questo stile così duro ma molto fiorito, che si arricchisce di svolazzi e sopratutto di iniziali che divengono vere e proprie pagine illustrate. 
 

 IL RINASCIMENTO 

Nell'Europa meridionale (e particolarmente in Italia e in Spagna) non si usava questo stile, ma erano preferiti dei caratteri più dolci e più simili all'alfabeto romano o carolingio. Anche qui i caratteri tendono tuttavia a divenire più stretti. 

In Italia nasce il "corsivo", ovvero la scrittura inclinata verso destra. Il corsivo conferisce un senso di grande eleganza ma anche di maggior confidenzialità, e si allontana dalla solennità del maiuscolo romano.
 

La Cancelleria pontificia inviava  lettere in questo stile ai vari vescovi e regnanti; questo stile divenne il tipico stile "regale". Dalla parola "cancelleria" deriva il suo nome di "cancelleresco" (usato in Italia) o di "cancery" (usato in Inghilterra).
Gli angolosassoni ancor oggi chiamano il corsivo Italic, perchè lo vedevano su queste lettere che venivano dall'Italia. La mala  traduzione "italico" è tuttavia da deplorare, in Italiano il corsivo si chiama "corsivo", e chi traduce i libretti di istruzione informatici con la parola "italico" dimostra di non conoscere la lingua in cui traduce... 
Nella foto sopra, un esempio di stile cancelleresco compitato a Roma nei primi decenni del 1500.Qui sotto, un altro esempio stilato in Venezia nella seconda metà dello stesso secolo. 


 

LA STAMPA

E' interessante notare che quando venne inventata la stampa a caratteri mobili (ai tempi di Gutemberg, e in area dove si usava lo stile gotico), si costruirono dei caratteri che cercavano di imitare la scrittura  a mano.
Ma anche in area tedesca pian piano la stampa adottò dei caratteri più simili a quelli romani, al punto che il gotico fu dapprima relegato per scritte particolari, ma alla lunga uscì dal mondo della carta stampata. 

In quest'epoca vi sono dei tipografi-designer che formano dei caratteri molto leggibili, con eleganza e proporzioni eccellenti. Alcuni di questi caratteri sono ancora usati oggi. 

Quindi la stampa (pur nata in ambiente gotico) assume i caratteri meridionali, e questi pian piano riconquistano tutto il Nord. Il fulcro delle "belle lettere" passa dal pennino alla stampa.

Le proporzioni delle lettere e delle grazie sono molto studiate, in modo da creare delle proporzioni che diano un senso di profondo equlibrio. 
I tipografi infatti possono porre un grande impegno nel fabbricare ciascuna lettera con un livello qualitativo, con precisione estrema e analisi formale mai vista fino ad allora: una volta realizzata, ciascuna lettera può infatti servire per stampare molti libri, e diffondere in tutto il mondo conosciuto la  qualità del proprio lavoro e la testimonianza del proprio buon gusto.

In questo periodo si ha un fiorire di caratteri bellissimi, dal settecentesco Bodoni (veneziano)  al Garamond, fino (all'inizio degli anni '30) ad arrivare al carattere forse ancor oggi più usato. Che sarebbe il "New Roman" (come vollero chiamarlo i suoi designer)  o (come si chiama comunemente oggi traendo il suo nome dal quotidiano 
che lo commissionò) il "Times" .

Per vedere una svolta decisiva nel mondo dei font occorre arrivare ad un'epoca molto più recente, quando ai caratteri con grazie si affiancano (senza per altro soppiantarli) quelli senza grazie.
 

I CARATTERI SENZA GRAZIE

Un altro carattere molto usato oggi è l’Helvetica, che trae il nome nè dalla pubblicazione per cui è stato studiato (come il Times) nè dal nome del suo inventore (come per i caratteri “classici”) ma dal Paese dove è stato inventato, la Svizzera. L’Helvetica è un carattere lineare senza grazie, che può apparire più “duro” del Times, ma ha comunque una eleganza e una leggibilità eccellente.

Da allora in poi sono stati disegnati molti caratteri più o meno buoni, e arriviamo cos' allo scorso decennio, quando si è imposto l'uso del personal computer. All'inizio (anni '80) si usavano font schematizzati e semplificati, ma -appunto- negli anni '90 si sono affermati pochi standard grafici che permettono di formare e gestire su computer diversi caratteri con buona precisione e grande flessibilità.

L’avvento dei personal computer infatti ha visto dapprima un uso cauto dei vari caratteri; le stampanti avevano “in dotazione” un solo carattere (es. il Courier, quello tipico delle macchine da scrivere, con una spaziatura fissa), o una scelta più o meno limitata (es. 2 font, tipo "times e courier".) 
Pian piano si impose una vera rivoluzione: il carattere fu definito via software, in modo che il computer (e la stampante) non gestivano più una lettera (la “A” o la“O” magari in codice ASCII) ma proprio il carattere con tutti i suoi attributi: dal disegno del font alle alterazioni alle dimensioni, eccetera. 

Si era passati dai word processor che provvedevano alla  gestione delle lettere (limitandosi se mai all'inserimento di un semplice a-capo) a quelli che provvedono alla gestione della pagina nel suo insieme: con colonne, interlinea, spaziature, eccetera. Cosa che aprì all’utente mille possibilità di scelta: ma questo utente non sempre può compiere consapevolmente queste scelte. Queste pagine vogliono appunto essere un contributo per coprire questa esigenza. 
 
La prima lettera a sinistra appartiene alla 
famiglia dei font "senza grazie" o "bastoni." 
La lettera in mezzo è dotata di "grazie", 
ovvero espansioni al termine dei tratti. 
Nel caso queste espansioni non varino 
la dimensione ma siano della stessa 
dimensione del tratto, il carattere assume
la denominazione convenzionale  di"egizio".
E' il caso della terza lettera, più a destra.
Quali sono i migliori? Vi sono dei caratteri molto belli sia tra quelli con grazie che tra quelli senza grazie. 
Ho già illustrato tre tra i caratteri con le grazie, ed ora ne cito altri senza grazie.
Il più elegante (a volte eccessivamente elegante) è secondo me l'Avant Garde (o i Futura). Da segnalare anche l'Helvetica, che (come detto) è un riferimento per i caratteri senza grazie.  E che (nelle sue molte varianti) resta ancor oggi uno dei più belli. Infine cito l'Arial, una variante dell' Helvetica universalmente diffusa nel mondo dei PC, insieme al Times. 

Oltre ai caratteri con grazie, senza grazie ed egizi, vi è da segnalare una quarta (e ultima) categoria: quella dei caratteri "di fantasia". 
Sono i caratteri stile far west, quelli che riecheggiano scritture cinesi, quelli che paiono scritti a mano o (come nel caso sopra, in rosso) che paiono disegnati con un pennello...
Sia chiaro che essi "sembrano" scritti a mano o a pennello, 
in realtà i singoli caratteri sono esattamente sempre identici, e non hanno le irregolarità tipiche della scrittura a mano...

Un caso un po' particolare è quello dei caratteri a spaziatura fissa. Vennero inventati per le macchine da scrivere, telescriventi, eccetera. Ovvero quando serviva poter far avanzare la carta sempre con lo stesso spazio, sia se si scrivesse unai una e ouna m. Cosa che non era mai avvenuta nella millenaria storia della scrittura: abbiamo visto che anche le squadratissime, regolarissime e rigorosissime  lettere romane non avevano tutte la stessa larghezza. 
Si escogitò insomma un disegno tale da "dilatare" le lettere più strette (es la i) per far loro occupare lo stesso spazio di tutte le altre. Notate come nell'esempio qui riportato le singole lettere occupano lo stesso spazio di quelle sopra o sotto!


Questo font potrebbe essere assimilato (se lo si volesse) alla terza categoria citata (quella dei caratteri egizi), ma io sono convinto che faccia un po' a sè. La cosa sorprendente è che il suo disegno (studiato per necessità tecniche) ha portato a mio modo di vedere a un risultato estetico molto interessante. E poi, quel suo richiamare le vecchie macchine da scrivere... ne fa un font molto affascinante.

Oggi i PC dispongono di una scelta di font molto vasta, e con caratteri tradizionali e nuovi molto belli (e molto brutti). Ma occorre evitare le esagerazioni. Non ha senso avere una enorme quantità di font a disposizione: per giunta, avere caricato molti font (anche se non si usano) a volte porta via memoria. 
E' molto meglio avere pochi font ma molto buoni, ed adatti alle varie pagine grafiche (classiche o moderne) che si vogliono imbastire. 

La maggior parte degli allievi di grafica che incontro ha installato una lista interminabile di font, al punto che non ricorda bene cosa siano e come siano. Così, quando serve, cliccano un po' quà un po' là in stile roulette russa caricando quel che capita. 

Molto meglio (davanti ad una certa pagina) immaginare di preciso un certo font, e di conseguenza usarlo. Molto meglio insomma che quando vi si dice "Souvenir", "Fourier", "Helvetica Condensed", vi si illumini la memoria, e sappiate a cosa andate incontro. 
Meglio cinque font conosciuti che cento sconosciuti, tanto più che coi programmi di disegno si possono"trasformare" i vari font dando loro degli effetti molto diversi rispetto all'originale.
Ecco qui qualche elaborazione costruita partendo dal comune  Helvetica:





Come vedete, con un solo font ci si può lanciare in queste e (mille altre!) elaborazioni molto diverse da queste. E' chiaro che questi caratteri hanno un impatto visivo completamente differente non solo rispetto all'Helvetica classico, ma anche rispetto agli altri font elaborati partendo dall'Helvetica.

L'utilizzo fantasioso di font classici, e la possibilità di inventare font di grande fantasia moderni, offre al grafico del ventunesimo secolo delle possibilità mai viste fino ad oggi.
L'utilizzo dle computer è naturalmente la chiave che apre questa libertà. 
Io appartengo alla schiera delle persone entusiaste per questo momento magico. Ma questo entusiasmo non deve prendere la mano, e far dimenticare il buon gusto, la coerenza con il contesto e alcune considerazioni di carattere pratico che possono fare di questa libertà un vero o proprio boomerang. 

Un esempio di quanto vado dicendo? Eccovelo.
Dev'essere chiaro che i font curiosi (il giorno che vi servissero) devono se mai servirvi solo ed unicamente per la grafica tradizionale (per la stampa) o per grafica generica (es preparazione di immagini per il web o per qualunque altra cosa). 
Che non vi venga in mente di usare font strani per le pagine web in quanto tali, ovvero pe ril testo html. 
  Infatti i visitatori vedono solo i font installati sul loro sistema, e voi non potete essere certi che essi visualizzino la vostra pagina così come l'avete costruita voi.
Con tutti i font che non siano Arial o Times, avrete insomma un certo numero di visitatori che vede tutt'altro. Se usate font rari, avere la certezza che la maggior parte dei visitatori non li vedrà!  E i visitatori devono essere al centro delle vostre preoccupazioni.

In ogni caso, e per ogni proposito, per il web come per un libro a stampare in tipografia, non andate a cercare font strampalati, magari belli ma non sempre adatti alla circostanza.Nel dubbio, state su font classici (Times) o lineari (Arial) e sono pronto a scommettere che non sbaglierete mai!
 

CENNI SULLA CALLIGRAFIA

Per completezza ricordo che anche dopo l'invenzione della stampa si continuò a scrivere a mano, e a inventare nuovi stili di calligrafia. 
Ecco un esempio di corsivo adatto al pennino d'acciaio, che prese il posto della penna d'oca dopo la rivoluzione industriale. 

Qui sopra, una scritta composta con un programma per computer utilizzando un font true type moderno. Questo font imita i caratteri che sono evoluti nel passaggio tra la penna d'oca e il pennino d'acciaio. 
La differenza la si nota osservando il variare dello spessore del tratto: con la penna d'oca (=pennino squadrato) la differenza tra il disegno di piatto e di taglio è un rapporto costante. 
Invece il pennino d'acciaio tende ad avere la punta tonda, non tronca, e la sua elasticità porta a variare lo spessore in modo continuo lungo il tragitto delle curve. Notate ad esempio come lo spessore del tatto sinistro della a o della o varia con continuità e non con solo al cambio di trascinamento della punta quadrata/di taglio.
Per verificare come si passa dallo stile cancelleresco a questo "corsivo inglese", ecco qui sotto un esempio autentico  (siamo in Inghilterra, attorno alla metà del '700).
 


 
LA SCRITTURA A MANO ODIERNA 

Il pennino d'acciaio è molto robusto e resistente, non si consuma con la  rapidità tipica della penna d'oca, permette una scrittura più costante. Ma la sua scrittura è più dura, meno scorrevole di quella tipica della penna d'oca. Chi come me ha provato a costruirsi dei pennini con delle penne sa che il loro tratto dolce e naturale è del tutto inimitabile. 
Non mi stupisce quindi vedere che i pennini siano stati sostituiti dalle penne biro, e in particolare da palline in plastica o punte in feltro (pennarelli). Infatti io trovo che sia più piacevole scrivere con un buon pennarello o una ottima penna a sfera che con la maggior parte dei pennini prodotti oggi. 

La soluzione di costruire pennini speciali (magari in oro) è solo un palliativo, le penne stilografiche oggi sono per lo più oggetti per appassionati di oggettistica, non per appassionati di calligrafia.

Una soluzione sarebbe quella usare delle plastiche più resistenti delle penne (es. nylon) per costruire degli arnesi per scrivere più piacevoli, ma non ho notizia che alcuna ditta ci abbia provato...
Perfino le penne per calligrafia oggi sono costruite con pennini d'acciaio, e la loro gradevolezza è quello che è.

>>Sugli strumenti e sulla tecnica di scrittura calligrafica vi è una apposita sezione, a cui si può arrivare cliccando qui

>>Sui font storici vi è una pagina cui si accede cliccando qui


 
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