IL COLORE SUL VIDEO
 
 
La gestione del colore nell'ambito video e informatico resta un punto oscuro per molti appassionati o addirittura professionisti.  Guardiamo un po' dentro questo mistero. 
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nota: per comprendere la struttura del  colore (ad esempio, a cosa corrisponda la sigla RGB) suggerisco di leggere prima l'articolo sulla natura del colore contenuto 
in questo sito.
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Fig.3 - Se ci si avvicina molto al teleschermo acceso (una   decina di cm) si irescono a vedere delle aree circa rettangolari rossse, verdi e blu. A una certa distanza   queste non si vedono distintamente, ma si "fondono" allo sguardo. A seconda della "forza" di ciascun colore,   formano a distanza l'impressione di colori diversi, che sono i colori composti. Se provate a guardare questa figura ad una certa distanza, vedrete colori differenti.
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In una telecamera professionale, vi sono tre filtri che lasciano passare uno solo il rosso, l'altro solo il verde, il terzo solo il blu. Dietro ciascun filtro vi è un sensore, e  quindi si trovano ad un certo punto tre segnali: rosso, verde e blu, o RGB. Per rendere compatibile questo segnale con i TV in bianco e nero, un circuito provvede a operare su questi segnali delle operazioni di sottrazione, in modo da ottenere un segnale di luminanza e uno di colore (R-Y e b-Y). Nelle videocamere più economiche, in cui si usa un solo sensore, si distribuiscono le singole aree elementari  per la gestione ciascun colore primario.
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Fig.1 E' possibile ricostruire il terzo 
colore (G) togliendo gli altri due 
dall'immagine in bianco e nero
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 RGB

 
 CYMB
R
 
R
B
 
R
G
 
R
 
 RISULTATO:

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B
Fig.2. Le immagini stampate su carta usano ciano, magenta e giallo (come a destra) più il nero (3+1=quadricromia). Invece, i colori sul teleschermo (TV, video o su computer) sono formati solo da tre colori primari: rosso, verde e blù...
 
 
 
 
Fig. 4 - L'ingresso RGB avviene di solito con la famigerata SCART. L'ingresso video ha oggi diverse conformazioni ( qui RCA) . L' ingresso YC (sia 8mm che S-VHS) usa una presa tonda chiamata S-video, a 6 contatti.
 
ll colore dell'immagine sullo schermo è frutto della somma di tre colori chiamati "primari": il rosso, il verde e il blu. In pratica, la visualizzazione sullo schermo televisivo è basata proprio sull’utilizzo di  tre segnali distinti, ciascuno dei quali trasporta le informazioni relative al rosso, al verde e al blu. Il sistema basato sull’uso di questi tre segnali viene chiamato RGB, sigla composta usando le iniziali inglesi dei tre colori (reed, green e blue). Ma sono pochi i videoregistratori che funzionano con il sistema di colore più ovvio, quello che  registra e maneggia questi tre segnali. La maggior parte del segnale video trattato nelle varie circuitazioni, nei mixer e accessori vari è un segnale composito o a componenti, ma sempre sostanzialmente diverso. La cosa rivestiva un problema relativamente interessante fino a poco tempo fa, quando il video era un mondo a sè. Ora che le immagini televisive stanno entrando sempre più in contatto con quelle multimediali (ad esempio, trasformando la videoregistrazione in un segnale registrabile ed elaborabile con un computer) ecco che la differenza tra i vari modi di gestire il segnale e in genere le immagini, viene alla ribalta. Gli standard video usano sosotanzialmente tre modi di gestione del colore. Quello RGB (usato all'inizio e alla fine del processo, in quanto è quello usato nella videocamera e sullo schermo televisivo) e nei (rari) registratori a registrazione diretta. Per passare dalla videocamera alla videoregistratore e tra i vari apparecchi si usa un altro segnale, chiamato più o meno propriamente "a componenti", e tale lo chiameremo per semplicità in questa sede. Per rendere compatibile il segnale con i vecchi TV in biancoe  nero, come detto sopra, si compiono delle operazioni di sittrazione sul segnale, illustrate nella figura 1. Si ottiene un segnale di luminanza (Y) che viene letto dai TV in B/N, e uno di crominanza(C), ignorato da questi e decodificato invece dai TV a colori. Questo segnale YC è usato ad esempio nel passaggio tra i videoregistratori S-VHS e Hi-8 ai TV predisposti con ingresso S-Video. Infine, vi è un terzo segnale, chiamato "composito" in cui i componenti Y e C sono inframmezzati, mescolati in un unico segnale. Per comprendere le operazioni di sottrazione per manipolare i colori, occorre  partire dall'immagine in bianco e nero, che regnava sovrana nel video nei primi anni di vita della TV.  L’immagine in bianco e nero è basata sostanzialmente sulla luminanza; ovvero, sulla differenza di ciscun punto tra il bianco e il nero. A questo punto, quando si trattò di inserire il colore, si scelse di mantenere la compatibilità del nuovo segnale a colori con i vecchi TV in bianco e nero, che potevano così continuare a ricevere anche quello nuovo come se fosse stato il segnale vecchio. Come? Le videocamere comunemente usate oggi sono a colori, e per cominciare non è così evidente comprendere da che parte salta fuori questo segnale di luminanza Y, relativo all’immagine in bianco e nero. Si deve infatti partire dal modo con cui viene “costruito” questo segnale di luminanza. Diverse videocamere funzionano sulla base dell’RGB, e anzi molte videocamere professionali hanno tre sensori distinti, dai quali esce rispettivamente un segnale per il verde, uno per il rosso e uno per il blu. Come si forma dunque il segnale relativo all’immagine in bianco e nero? Semplice: sommando i tre colori. La somma della luminosità "letta " come rosso, "letta" come verde e come blu, formano evidentemente l'immagine completa, privata della differenza tra i colori perchè sommandoli non si possono più distinguere tra loro ; ma la loro somma dà l'immagine completa. Non si sommano semplicemente, ma secondo certe proporzioni: infatti, la luminosità (Y) attribuibile all'immagine gialla (vedi fig.2) non è uguale a quella dell'immagine blu o rossa. E' un fenomeno di facile osservazione: se colorate una lampadina di giallo avete una maggior luminosità che se la colorate con lo stesso tipo di vernice ma blu. Si è visto che ciascun colore primario dev'essere dunque dosato in un certo modo, perchè si ottenga un bilanciamento corretto dell'immagina in bianco e nero. Si è visto che ottiene un segnale di luminanza corretto sommando lo 0.30% del segnale relativo al rosso, lo 0.59% del segnale contenente il verde, e lo 0.11% del segnale contenente il blu. Quindi, si può dire che il segnale Y (=luminanza) è composto da (0.30 R + 0.59 G + 0.11 B) E cominciamo ad avere un segnale da inviare, il segnale Y. A questo Y (= luminanza, per l’immagine in bianco e nero) viene ora aggiunto un altro segnale (per il colore).  Il segnale di colore viene inviato come fase tra B-Y (ovvero, il  segnale originario del blu a cui viene sottratta il segnale Y appena visto), e  R-Y, ovvero la con il segnale rosso a cui è stata sottratta la luminanza. Quindi, nel segnale televisivo è presente ora sia la componente luminanza (Y) che un segnale contenente la differenza tra la luminanza e i colori rosso e blu. In sede di ricezione (es. dentro il televisore) si possono riottenere i segnali del rosso e del blu, semplicemente reintegrando il segnale della luminanza (disponibile sotto forma di Y ) che era stato sottratto. Quindi, si somma Y dove era stato sottratto. Resta da chiarire come si riottiene il verde, che apparentemente non è stato trasmesso. 

Ma consideriamo bene quello che si ha a disposizione: si ha la luminanza, si ha il  blu e il rosso. Se la luminanza è formata in misura fissa dai tre colori, appare chiaro che sottraendo due colori su tre rimane l’informazione relativa al terzo. Quindi, in conclusione: 1-la somma ponderata dei tre colori primari dà l'immagine Y (completa, in bianco e nero). 
2-Il segnale che sottrae il rosso ad Y permette di ricostruire il rosso, il segnale che sottrae il blu permette di ricostruire il blu, l'immagine rossa e blu 
( così ricostruite) sottratte all'immagine completa Y forniscono la possibilità di ricostruire il verde:
Il concetto non è poi cos' difficile: se su tre colori se ne tolgono due,  resta sul fondo del secchio il terzo. 
In realtà vi sono diversi modi di “concepire” il segnale chiamato “videocomposito”, ma questo verrà visto in altro articolo. 


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