Il connettore  nasce come un tentativo di formare  un' unica "porta" del televisore verso  servizi diversi: videoregistratore, sintonizzatore per satellite, centraline, ecc.
Purtroppo non è un connettore privo di difetti.
Per il collegamento con più apparecchi può essere necessario un commutatore. 
Ma in certi casi "attingendo" ai  singoli piedini si possono collegare più apparecchi ad una sola presa.

 
Nel corso dell’84 (ormai più di dieci anni fa) vi fu un decreto dell’allora ministro Gava, che impose su tutti i televisori e videoregistratori importati in Italia la presenza del connettore SCART, detto anche “Euro”. L’eccezione riguardava solo i televisori più piccoli (dai 14" compresi in giù) su cui era ed è del tutto facoltativa. 
Quel decreto recepiva un accordo internazionale, siglato a livello europeo, su un connettore che potesse servire per le connessioni video di ogni tipo: dai segali digitali a quelli in videofrequenza, dai segnali RGB a quelli videocompositi.
Quel connettore, a chi scrive, pare proprio un’occasione mancata. Innanzitutto, perché si tratta di un oggetto relativamente costoso e scomodo, troppo poco flessibile e troppo ingombrante. A questo mondo c’è di meglio anche come flessibilità, comodità e sicurezza di funzionamento. Una bella fila di connettori separati (come i plug audio) avrebbe conferito una flessibilità enorme: si sarebbe ad esempio potuto collegare solo l’audio con il connettore del video, eccetera. Si notò in breve tempo la scarsa lungimiranza dei progettisti di questo connettore: di lì a poco -quando comparve il Super-VHS) ci si rese conto che si doveva già ricorrere ad espedienti tanto strampalati, che oggi i TV e i videoregistratori “Super” adottano un connettore in più. Con buona pace dello SCART. Ci si accorse ancora una volta che la tecnologia video abita altrove, al di fuori dell’Europa e al di fuori dei decreti governativi correlati. C’è da dire che questo infelice connettore non ebbe l’attenzione che si meritava neanche da parte dei costruttori: sarebbe stato bene pensare di dotarlo di una serie di comandi supplementari, ad esempio di quelli necessari al funzionamento delle centraline di montaggio, con duplicazione dei comandi inviati di solito dai codici ad infrarosso dei vari telecomandi. Ma qui si entra in un campo dove nessuno si è preoccupato troppo delle esigenze dell’utente, o per lo meno si entra in un settore dove il cammino e in salita per un sacco di motivi.
Uno degli svantaggi di questo connettore è senza dubbio la sua dimensione eccessiva, e vi porto un esempio di come questo aspetto a prima vista trascurabile diviene dominante: ve lo immaginate montato su una videocamera? Oggi si sta a calibrare il centimetro cubo occupato dal tamburo rotante o dai meccanismi essenziali, immaginate voi mettere dentro un connettore che occupa un bel pezzo di videocamera!
Se queste grandi dimensioni lo rendessero almeno flessibile e modificabile con facilità, pazienza. Ma effettuare le saldature a stagno sui suoi contatti non è più agevole che su altri connettori più piccoli.
Una volta presa visione di tutti i suoi limiti, è opportuno guardarlo un po’ da vicino per vedere se lo si può sfruttare un po’ meglio di quanto si fa normalmente, visto che (quando si è comprato il TV o il videoregistratore) lo si è pagato, eccome.
Il connettore SCART ha la serie di contatti descritti brevemente nella figura. Conoscere questi contatti è abbastanza utile a chi ha un minimo di pratica con il bricolage, perché gli permette di accedere direttamente a dei segnali che possono essere abbastanza utili in diverse circostanze. Ad esempio, abbiamo ormai detto più e più volte che seguire un buon programma con un audio migliorato è molto, molto più coinvolgente che farlo con l’audio che arriva dai soliti altoparlantini del TV. Se si vuol “prendere” il segnale audio da inviare all’amplficatore audio, ecco che si può costruire  (o cercare sul mercato) un cavo che abbia da una parte i soliti plug audio e dall’altra tre contatti che entrano nei fori 1, 3 e 18. 

UN BUON CONSIGLIO

Provate a collegare questi contatti ad un buon amplificatore, e a due o più casse acustiche di eccellente qualità, disposte opportunamente nella stanza. E poi ditemi se un film o un documentario sono la stessa cosa. Credo che vi convincerete. E vi accorgerete che è un’altra cosa anche se disponete di un Tv con dei buoni altoparlanti e una sezione audio curata.
Conoscere quali sono i contatti relativi all’ingresso audio potrebbe essere utile nei casi in cui si vuole ascoltare qualcosa con gli altoparlanti del TV. A questo ingresso possono essere collegate le uscite “rec-out” di un amplificatore, le uscite “line” di un registratore a cassette, le uscite di un lettore di compact disc e così via. In pratica possono essere collegati a questi ingressi tutti gli apparecchi audio e video, con la sola eccezione del microfono e dei vecchi giradischi (quelli per i dischi in vinile) che hanno un ingresso troppo scarso, e tutte le uscite destinate agli altoparlanti, che invece hanno un livello troppo alto.
I connettori destinati al video possono avere una certa importanza: possono essere sfruttati ad esempio per mostrare le immagini del videoregistratore su due o più TV al posto che su uno solo. In pratica, si potrebbe far correre un filo che invia il segnale in videofrequenza ad un secondo televisore posto in un luogo diverso della casa. Fate attenzione nell’utilizzare un cavo schermato e che non sia troppo lungo, altrimenti si potrebbe avere una certa perdita di segnale. Ma il segnale in videofrequenza è senza dubbio migliore e meno sensibile a disturbi e interferenza rispetto a quello che corre sul cavo d’antenna. 

OLTRE IL CONNETTORE

L’accesso diretto a ciascun connettore può essere molto utile sopratutto quando si vuol distribuire suono e/o video ad apparecchi differenti. Ad esempio, è possibile immaginare che diversi lettori vorrebbero avere il registratore fisso che manda l’audio Hi-Fi all’impianto audio di qualità, ma che invece riceve il suono e le immagini dalla videocamera.
Il collegamento delle uscite audio alla videocamera è inutile, ed è anche inutile collegare gli ingressi video all’amplificatore audio Hi-Fi. La cosa più logica è dunque (partendo da una sola SCART) avere le uscite audio che vanno a questo amplificatore collegato alle casse, e avere invece gli ingressi (sia audio che video) collegati al connettore per la videocamera. In questo caso, quando la videocamera viene posta accanto al videoregistratore può venir collegata in pochi secondi per effettuare riversamenti e montaggi. E senza cambiare connettori -in ogni istante- si può disporre dell’audio Hi-Fi. 
Vi sono anche dei casi analoghi in cui si vuole vedere il programma sul TV in videofrequenza. Il collegamento tra TV e videoregistratore tramite SCART offre l’immagine migliore. In questo caso tuttavia la SCART del videoregistratore resta occupata, e non si può collegarvi l’audio che va all’impianto Hi-Fi o -quel che è peggio- la videocamera. Costruendo o trovando un cavo apposito, ecco che si possono fare dei collegamenti multipli, senza dover ogni volta mettere e togliere connettori dietro il TV. SI può tener collegato il videoregistratore (tramite le sue uscite) al TV, e riservare gli ingressi alla videocamera.
Vi sono -è vero- dei videoregistratori dotati di più di una presa SCART, ma a tutt’oggi sono abbastanza rari. La soluzione più economica e utile consiste nel modificare il cavo in modo che si abbiano queste possibilità in più. Quando serve collegare più videoregistratori allo stesso TV o viceversa può essere necessario un box di commutazione. Ma in molti altri casi basta un cavo modificato, che è una soluzione molto più pratica ed economica.
 

Saldando i singoli piedini con lo stagno a diversi cavi si possono collegare più apparecchi alla stessa  connessione SCART. In questo modo possono essere lasciati sempre collegati  -ad esempio-  una videocamera e l'impianto Hi-Fi. Non è un sistema ottimale, perchè si alterano glia ccoppiamenti delle impedenze. Ma queste sono studiate con larcghezza e il tutto funziona. 
Altro esempio: si attinge ai singoli piedini della SCART per collegare più apparecchi allo stesso videoregistratore. Questo può essere fatto saldando con lo stagno due cavi sugli stessi piedini "uscita video"..
PER CHI SA SALDARE...

E’ teoricamente possibile collegare i fili ad alcune spine SCART senza il saldatore, ma solo “chiudendo” con una pinzetta il terminale del filo spellato. 
Ma si dovrebbe considerare una soluzione di emergenza: il contatto buono e sicuro si ha mediante una saldatura a stagno. Non sappiamo quanti lettori  abbiano una certa qual pratica con il saldatore; un’oggetto che a dire la verità costa poco, ma che richiede anche una certa pratica. 

Non credo convenga fare i primi esperimenti su un cavo un po’ delicato come questo; forse conviene esercitarsi un po’ su qualcosa d’altro, prima di cimentarsi qui... Chi si è dato o decide di darsi alla saldatura a stagno può produrre in proprio dei componenti  che sono magari in commercio, ma che fatti costano un patrimonio. 

Sapendo saldare ( e procurandosi pochi pezzi economici) è invece possibile costruire in casa diverse cose: ad esempio, un commutatore per inviare o trarre il segnale video da due apparecchi alternativamente verso lo stesso televisore o cose del genere. Insisto su questo punto: l’attrezzatura di base (un saldatore e un po’ di stagno) costa poco, anche con accessori supplementari molto utili (un morsetto, una lampada da tavolo) probabilmente non ci si rovina, ma il  punto più difficile sta nella necessità di un po’ di pratica.

 
PRO E CONTRO

I VANTAGGI

Sono pochi gli appassionati che hanno a che fare con ingressi e uscite RGB, che in genere sono riservati ad apparecchi molto costosi. Ma tutti hanno a che fare con un ingresso o una uscita in videocomposito, ovvero il segnale più logico che viene usato dalla SCART. Usare un cavo SCART al posto del solito cavo d’antenna comporta almeno due vantaggi. Innanzitutto si evita di passare attraverso delle trasformazioni inutili. All’interno del videoregistratore vi è infatti un segnale in videofrequenza, che viene modulato come un canale in radiofrequenza. Viene insomma trasformato in un vero e proprio programma televisivo, per rendere compatibile questo segnale con qualunque TV. Ora il segnale -sotto forma di radiofrequenza, ovvero reso simile ad un comune canale televisivo- passa nel cavo RF, e arriva al TV, più precisamente  al connettore per antenna. Dentro il televisore viene trattato come un qualunque altro canale televisivo, e di nuovo trasformato in videofrequenza.. Quindi, si ha un giro vizioso: videofrequenza/ radiofrequenza/ radiofrequenza/ videofrequenza, dovuto a problemi di compatibilità coi Tv senza SCART. Usando la SCART, si passa direttamente da videofrequenza a videofrequenza, e si hanno tre vantaggi: 

1- non serve sintonizzare il TV (=cercare il segnale simil-televisivo in mezzo agli altri canali televisivi veri e propri). Questo non riguarda solo la comodità nel collegamento, ma incide anche sulla qualità dell’immagine, in quanto si evitano cattive sintonie e piccole e grandi starature. 

2.si evita una trasformazione inutile che come tutte le trasformazioni comporta una certa perdita qualitativa 

3. Si evitano quei disturbi che arrivano sull’immagine proprio quando essa viaggia sotto forma di segnale in radiofrequenza. I disturbi sono molteplici, e tra questi sono molto comuni quelli dovuti a interferenze con altri programmi televisivi (che si esprimono sotto forma di marezzature, righe orizzontali o trasversali, ecc.). 

4.E’ abbastanza facile costruire commutatori e prese multiple per dirottare i segnali scambiandoli tra più apparecchi 

5.La sua forma impedisce che la spina venga inserita in modo sbagliato 

GLI  SVANTAGGI

1.E’ un connettore ingombrante e scomodo, i fili vanno saldati. 

2.E’ difficile trarre dei segnali specifici da inviare ad un apparecchio specifico: per inviare ad es.l’audio ad un amplificatore stereo e il video al TV serve un commutatore, una SCART multipla ecc. o un cavo speciale. 

3.I collegamenti sono stati previsti in modo piuttosto disordinato, e senza troppa lungimiranza. 

I DATI TECNICI

L’Euroconnettore SCART è uno standard nato in Francia e poi estesosi in Europa. E’ stato modificato nel tempo, man mano si presentavano nuove necessità. E’ costituito da due file di 10 contatti ciascuna, più un contatto alla schermatura; sono quindi numerati da 1 a 21. Il 21 non è un contatto uguale agli altri, come detto è costituito dalla massa/schermo, ma vi sono diverse altre masse più o meno specifiche per ogni segnale a componenti (RGB) per il segnale videocomposito, audio ecc: sono masse dedicate il contatto 18, il 4, il 5, il 9, il 13, il 17. 

Vi sono due ingressi (contatto 6 e 2) e due uscite audio (3 e 1). Quindi, il connettore prevede l’uso della stereofonia. Gli ingressi e le uscite audio prevedono un segnale con livello di 500 mV (=0,5 V). L’impedenza d’uscita è anche stata studiata per la massima semplicità e compatibilità: 1 Kohm sulle uscite, 10 Kohm sugli ingressi. 
Ricordiamo che è bene che gli apparecchi che vanno collegati abbiano un’impedenza più bassa dell’ingresso a cui cedono il segnale. 
Quindi, sono adatte a qualunque sorgente/ingresso audio ad eccezione dei microfoni e dei giradischi con testina magnetica (sia MC che MM). Sono perfettamente compatibili anche con altri videoregistratori  con le uscite dei lettori di videodisco. 

Gli ingressi in RGB hanno un livello di 700 mV e prevedono un’impedenza assimilabile all’impedenza caratteristica dei buoni cavi schermati (es. quelli usati per l’antenna) ovvero di 75 ohm. I segnali RGB arrivano ai piedini 7 (il blu) 11 (verde) e 15 (rosso). E’ importante notare che le leggi che impongono questo connettore non obbligano a collegare tutti i piedini. Ci si trova dunque con il seguente risultato: molti costruttori di TV non hanno collegato questi piedini a nulla. 

Il segnale videocomposito arriva al piedino 20 e può essere attinto al piedino 19. Ha un livello di 1V, sempre su 75 ohm. Il segnale previsto è chiamato “CVBS” (component video blanking signal). Fin qui tutto chiaro e intelligente, tolta forse per la disposizione caotica dei segnali (chi riesce a tenere a mente questi numeri?) . 

Le cose si complicano quando si va sull’idea della commutazione automatica. Infatti è stato previsto che quando arriva un segnale dalla SCART l’apparecchio possa commutarsi automaticamente su questo, selezionando l’ingresso con priorità sugli altri. Alcune ditte non hanno tuttavia dottato questo sistema, e si procede con la commutazione a mano. Per giunta, all’arrivo del Super-VHS ci si è accorti che non era stato previsto un ingresso/uscita a componenti (CY). Quando il panel europeo ha progettato il sistema MAC, è stato previsto la possibilità di estrarre questo segnale (sotto forma di banda base) dal piedino 12. 

Quindi, vi sono tre segnali in banda base: il PAL al piedino 10 (non bloccato), il PAL bloccato al piedino 19, e il MAC al 12. 
Al piedino 14 è prevista un segnale multimediale di tipo seriale.  E’ stata prevista anche la presenza di un segnale di tipo D2B, che dovrebbe costituire un bus per la gestione intelligente di tutta la casa (dal riscaldamento agli impianti di sicurezza, di telecomunicazione o di illuminazione...) ma in questo campo le novità latitano, e non si sa bene se questo standard avrà un futuro.
Senz’altro da salutare positivamente il fatto che in corrispondenza del contatto 20 vi sia una specie di sporgenza, che rende la forma del connettore più o meno trapezoidale, e che non consente il suo inserimento se non nel verso giusto. Altra cosa positiva: si è stabilito che sul corpo degli apparecchi vi debba essere sempre una presa, e sui cavi (da tutti e due i lati) vi debbano essere solo spine. Per questo, si ha un’ampia compatibilità tra i cavi, anche se a questo proposito occorre ricordare che molti cavi non offrono tutti i collegamenti dichiarati. Se dovete acquistare un cavo SCART per un uso particolare (ad esempio per una connessione in RGB) verificate prima che i piedini che abbiamo elencato siano effettivamente collegati, perché potreste trovarvi davanti a brutte sorprese... 


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