-LA VITA CULTURALE A MILANO: OPERA, BALLETTO, TEATRO.
L'opera lirica.

Milano non iniziò alcuna forma originale d'Opera, né diede i natali a grandi musicisti, ma divenne una delle capitali indiscusse dell'Opera Lirica adottando compositori stranieri. Operarono a Milano artisti di lingua tedesca (Mozart, Mayerbeer, Mayr…) originari del Veneto (Salieri) dallo Stato Pontificio (Rossini) del Regno di Napoli (Cimarosa, Paisiello, Bellini, Pacini, Mercadante…) del Ducato di Parma e Piacenza (Verdi) e molti altri, quasi tutti di altre città, vicine (Donizetti di Bergamo) o lontane.
Il primo teatrodi cui si ha notizia è il salone Margherita, trasformato poi in Regio Ducal Teatro.
Da segnalare la presenza a Milano di Mozart, che scrisse per Milano alcune composizioni e tre delle sue opere: Mitridate K 87 (K.74a) - (26 dicembre 1770), la eerenata teatrale Ascanio in Alba su un testo del Parini per le Nozze di Ferdinando e Beatrice d'Este) K 111- (17 ottobre 1771) e Lucio Silla K 135 - (26 dicembre 1772 , tutti al Teatro Regio Ducale, Milano)
I soggiorni di Mozart a Milano abbracciarono quasi un anno della sua breve vita, e probabilmente lasciò Milano perchè sfumò la possibilità di essere assunto come compositore stabile. Alcuni storici concludono che l'Arciduca fosse favorevole alla sua assunzione, ma che Maria Teresa da Vienna si oppose, dato che i Mozart (padre e figlio) venivano considerati dei compositori girovaghi e non adatti ad una sede così importante come Milano. Evidentemente Maria teresa si sbagliava.

Il Teatro alla Scala

Una tappa decisiva fu la costruzione del Teatro alla Scala. Dopo che un incendio distrusse il Regio Ducal Teatro, si decise di costruirne uno ex novo. Maria Teresa donò l'area dove prima sorgeva la chiesa di S.Maria alla Scala, una chiesa trecentesca, e dal nome di questa chiesa il Teatro prese il proprio nome. Una volta approvato il progetto, nell’arco di due anni la Scala fu inaugurata (il 3 agosto 1778) con «l'Europa Riconosciuta» di Salieri.
Nei primi tempi alla Scala furono date inizialmente opere di gusto napoletano e francese.
All'inizio dell'800 vi è da segnalare l'arrivo di personaggi importanti come i citati Paër, Mayerbeer, il giovane Rossini, Mayr (che viveva a Bergamo) e il suo allievo Donizetti. I rapporti con i musicisti non furono sempre facili, ma Milano restava un crocevia importante per tutti i più grandi operisti. In particolare Verdi fece il suo esordio, ebbe le sue amarezze, e -quando era ormai rassegnato a cambiar mestiere- su insistenza dell'impresario Morelli scrisse la sua prima opera di grande successo, il Nabucco. Dopo vicende alterne, compreso il tentativo di trasferirsi all'estero come gà fecero Rossini o Donizetti, al culmine della sua fama Verdi tornò in Italia diede alla Scala le sue ultime opere (l'Otello , il 5-2-1887 e Falstaff 9-2-1893). Verdi morì a Milano ed è sepolto a Milano nella casa di riposo per musicisti che volle donare a questa città. Rossini diede a Milano l'ultima sua opera Italiana (la Gazza Ladra) e poi si trasferì a Parigi per il suo "periodo francese".

Durante l'800 vi erano intensi scambi con altre città, molti di più di quanti oggi si possa immaginare se si considerano i disagi dei viaggi. Basti ricordare la figura di Domenico Barbaja, (Milano, 1778 - Posillipo, 1841) predecessore del citato Morelli, che da cameriere divenne ricco per aver ottenuto l'appalto del gioco d'azzardo alla Scala, e in breve divenne "il principe degli impresari". Gestì alcuni dei più grandi teatri dell'epoca in tre Stati diversi: la Scala e la Cannobbiana a Milano, il S.Carlo di Napoli e due teatri a Vienna, città che –ricordiamolo- nel secolo scorso dominava su Milano. Un personaggio di un tale livello aveva naturalmente le sue entrature anche negli altri teatri, e presentò anche altrove alcuni dei più grandi operisti, che a lui debbono la loro fortuna..

Gli altri Teatri

L'importanza dell'Opera Lirica a Milano non dev'essere confusa con la sola Scala: vi erano teatri importanti e indipendenti, che ospitarono le "prime" di alcune tra le opere più importanti e che ancor oggi vengono rappresentate in tutto il mondo. Basti ricordare le opere date al " Teatro alla Cannobbiana" (*), ora "Lirico") anch’esso (come la Scala) progettato dal Piermarini, e che ospitò prime quali l’Elisir d’Amore di Donizetti o al Teatro Carcano (inaugurato nel 1803 su progetto del Canonica, oggi ha mantenuto lo stesso nome ma è stato completamente rifatto) con "Beatrice di Tenda" di Bellini, "Anna Bolena" (26.12.1830) di Donizetti, e varie altre "prime".
Tra gli altri Teatri di rilievo il Fossati, il salone Cattaneo, Gerolamo… Occorre ricordare che nell’800 aprì a Milano una decina di Teatri.
Mentre col tempo uno dopo l'altro i vari teatri andavano in crisi, alla fine dell’800 la Scala (grazie all'appoggio di autorità, personalità e importanti patron come il duca Guido Visconti di Modrone, Arrigo Boito e da Giulio Gatti Casazza) sperimentava nuove formule di gestione. Un'altra modifica dell’assetto istituzione la si ebbe nel 1921 quando i palchi vennero ceduti dai rispettivi proprietari al Comune di Milano. E’ il momento in cui la Scala assume il ruolo di Ente autonomo, con finanziamenti comunali e statali. L’assetto attuale data nel ’97, quando riapre nuovamente ai finanziamenti privati divenendo una “Fondazione”.

(*) = Nota= altre informazioni sul teatro della Cannobbiana cliccando qui.

Il ‘900 conclude l’Opera Italiana

Nel ‘900 Milano vide le “prime” di varie altre opere tra cui anche l'ultima opera di Puccini, Turandot ( 25 aprile 1926) in una memorabile esecuzione diretta alla Scala da Toscanini, che interruppe l'opera nel punto in cui l'aveva lasciata il Maestro. Si può dire che l'Opera italiana concluse qui la sua stagione d'oro, ma La Scala aumentava invece il suo prestigio internazionale, sia per alcuni casi o (il dubbio resta) per alcune scelte illuminate, sia per la caduta a picco degli altri teatri italiani concorrenti (in particolare il S.Carlo di Napoli e la Fenice di Venezia).

Nel dopoguerra la Scala fu uno dei primi edifici di Milano restaurati dopo i danni dovuti ai bombardamenti, e lo fu ancora una volta con una memorabile serata condotta da Toscanini ('11 maggio 1946), direttore che rientrava in Italia dopo il suo esilio americano scelto per il disaccordo con il fascismo.
Nel dopoguerra il Teatro divenne famoso per le discussioni accanite tra le fazioni (chi sosteneva la Callas chi Tebaldi). Se ci si recava in piazza Duomo, fino a qualche decennio fa si vedevano gruppi di milanesi che discutevano animatamente di lirica. E questo fino ad una certa crisi di identità negli anni '70.

Ritrovato il suo ruolo grazie alla conduzione di Paolo Grassi come Soprintendente (verrà citato più sotto tra i fondatori del Piccolo Teatro) e Claudio Abbado come direttore, è stata gestita successivamente con scelte artistiche routinarie, e negli ultimi anni è ripiombata in varie varie vicissitudini e polemiche (culminate con l'abbandono del direttore Riccardo Muti). Per uscire dall'impasse si è chiamato un nuovo Soprintendente dall'estero, come si faceva ai tempi dei podestà. E' stato chiamato Lissner, in carica oggi. Alcuni anni prima (nel 2002) era stato inaugurato un nuovo Teatro (l'Arcimboldi) a Nord di Milano, in un'area decentrata (probabilmente troppo decentrata), per consentire la prosecuzione delle stagioni liriche anche durante il restauro e adeguamento alle norme dello stabile del Piermarini, ed ora l'Arcimboldi prosegue come secondo teatro lirico milanese.
L' Arcimboldi e la ristrutturazione della Scala (pur con le dovute polemiche) indicano per lo meno che forse si è lasciati alle spalle la deplorevole consuetudine italiana di non risucire a costruire un'opera pubblica in tempi decenti e ai costi previsti, così come è avvenuto per tutti gli altri teatri italiani. Senza contare i casi allucinanti di Palermo e (per altri versi) di Bari, non occorre andare molto lontano nel tempo e nello spazio per vedere delle vicissitudini assurde, come quelle del restauro della fenice di Venezia, per la quale per altro era stata promessa rapidità e managerialità.

L'Arcimboldi non è stata una scelta del tutto felice, sia per la sua collocazione (occorreva valorizzare a tutti i costi la Bicocca) sia per lacune progettuali (i famosi pannelli di vetro che cascavano accanto agli spettatori). Anche il progetto generale mette in fuga ogni sospetto di originalità. Tuttavia resta un arricchimento importante per Milano, che nel secolos corso era carente di sale ed auditorium.

Si diceva che tra il 2002 e il 2004 la Scala è stata restaurata radicalmente, anche qui non senza polemiche, inq uesto caso più pesanti e sostanziali rispetto alle scelte dell'Arcimboldi. I punti discussi riguardano

1-l'aspetto urbanistico (la torre scenica e il parallelepipedo a pianta ellissoidale del Botta)
2-l'assorbimento nel faraonico palcoscenico di un teatro indipendente, la Piccola Scala e la dubbia utilità di questi lavori faraonici. Alcuni pensano che anche il palcoscenico fosse un monumento legato ai ricordi delle leggendarie opere degli ultimi tempi.
3-la distruzione degli importanti resti archeologici ritrovati nel sottosuolo. Secondo alcune ipotesi del tutto accreditate l'origine di Milano potrebbe essere avvenuta proprio in quest'area, ed è possibile che queste enormi voragini abbiano cancellato
in modo irreparabile importanti indizi storici. (clicca qui per le ipotesi sull'origine di Milano)

La vita musicale classica di Milano è concentrata ormai in gran parte attorno alla Scala e l'Arcimboldi.
La RAI in fuga da Milano ha tra l'altro sciolto l'orchestra (e prima la compagnia teatrale) che aveva in questa città.
L'unica iniziativa importante degli ultimi decenni (oltre alla costruzione del teatro degli Arcimboldi) è la formazione dell'Orchestra "Verdi", con sede in un apposito auditoriun in corso S.Gottardo, con finanziamenti privati. Questo è un avvenimento importante e confortante perchè negli utili due secoli l'Italia era stata assorbita in gran parte dall'Opera, trascurando in qualche modo la musica sinfonica. Continuare la tradizione che ha fatto dell'Italia la culla della musica classica era facile con la musica da camera (grazie alle varie "società del quartetto" e cose del genere) ma la musica sinfonica richiedeva investimenti maggiori, nè d'altra parte i compositori italiani dell'800 (e in qualche modo anche del '900) avevano troppo a cuore la musica sinfonica, che si sviluppò sopratutto nei Paesi di lingua tedesca (Vienna ne viene considerata la capitale) e nell'Est.

Teatro e Televisione

Accanto e assieme all'Opera Lirica, vi sono da segnalare alcuni elementi che possono far considerare Milano la capitale italiana del mondo dello spettacolo.
Nel dopoguerra sono nate a Milano alcune istituzioni teatrali sia dedicate al teatro classico (il "Piccolo" fondato da Paolo Grassi e Giorgio Strelher) sia su testi prevalentemente originali (la "Comune" di Dario Fo).
Sono compagnie di grande valore e di fama mondiale, da ricordare che per i suoi testi e per il suo linguaggio Dario Fo ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura.


Le penose vicende legate alla costruzione della nuova sede del Piccolo, nell'epoca buia degli appalti inconcludenti, delal levitazione dei costi e del dubbio sulle capacità dell'architetto "di regime" Zanuso, non hanno scalfito comunque la qualità del Piccolo, che se da un lato ha perso la spinta propulsiva datagli dai suoi fondatori, resta tuttavia una buona compagnia.

Infine, è da considerare la "vocazione televisiva" di Milano. In questa città è infatti nata la RAI, anche se poi è stata spostata a Roma per essere più vicina al potere politico. Ma Milano (ormai semiabbandonata dalla RAI) non è rimasta sguarnita, e tutt'ora è sede dell'altro gruppo televisivo (Mediaset) che nel bene e nel male con la RAI forma il duopolio televisivo nazionale.

La danza classica

E’ stata già accennata alla parentela tra il S.Carlo e la Scala dovuta a Domenico Barbaja. La prima scuola di danza classica italiana annessa a un teatro d’opera fu quella del Teatro di San Carlo di Napoli. L'Imperial Regia Accademia di Ballo della Scala è nata un anno dopo, nel 1813. Queste due scuole all’inizio erano le due più importanti d'Italia, Ma in breve la scuola della Scala è diventata la più importante del mondo, e come tale riconosciuta senza discussione. All'Opéra di Parigi, a Londra, a Vienna o a San Pietroburgo, dal 1830-'40 fino ai primissimi anni del Novecento il pubblico non poteva neanche immaginare che le prime ballerine non fossero italiane (in verità, erano tutte rigorosamente milanesi o di scuola milanese). Da qui in poi, l’inarrestabile declino: anche se rimane ad un certo livello, non si può negare che sia stata superata da diverse altre “scuole” straniere. La scuola della Scala rimane in testa probabilmente a livello nazionale, ed ha prodotto in questo secolo alcuni tra le poche ballerine e ballerini italiani che hano avuto un notevole successo a livello mondiale.

conclusioni

Alla fine di questa carrellata (che forse vedrà l'ampliamento che meriterebbe) ci si può chiedere se la gestione di altri teatri all'estero, che erano nati per le opere e la musica italiana, e che ora hanno eguagliato o superato in qualità e quantità delle rappresentazioni quelli italiani, sia dovuto al fatto che all'estero erano o sono divenuti più bravi degli italiani o gli italiani d'oggi sono divenuti meno bravi dei loro avi. Entrambe le ipotesi stanno in piedi. Per ora il repertorio più rappresentato in tutti i teatri lirici del mondo (dagli USA all'Australia) resta quello italiano. In futuro, si vedrà.

 

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indice
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1 storia di Milano
2 immagini curiose
3 Milano archeologica

4 nota su S.Ambrogio

5 Lirica, balletto e teatro

TEATRI A CONFRONTO
>>> visto l'interesse sucitato da queste note, è stata formata un'apposita pagina, dedicata ai più importanti teatri del mondo, e che può essere visitata cliccando qui.
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La Scala

Teatro neoclassico. Il Piermarini ha progettato un teatro di dimensioni non grandissime, per far stare molti ordini di palchi ha ridotto le loro dimensioni.
La pianta della sala è a ferro di cavallo, i disegni che abbiamo dell'originale corrispondono ad un teatro di buon disegno ma non eccezzionale.

I due grandi scenografi della prima metà dell '800 (oltre a disegnare le leggendarie scene dell'epoca) ridisegnarno anche l'interno del Teatro. Nel 1807 G. Perego sostituì l'originale decorazione del Piermarini con un'altra di carattere neoclassico. Il secondo intervento di A. Sanquirico nel 1830 conferì l'aspetto attuale, rendendo la Scala uno dei più bei teatri del mondo, forse il più bello.

La recente ristrutturazione l'ha reso a colpo d'occhio più modesto sopratutto nei pavimenti (cotto nei palchi, seminato nei corridoi, legno in platea al posto della più lussuosa moquette rossa che prima regnava ovunque, tra l'altro posata negli scorsi decenni. )

dati

Inaugurazione: 3 agosto 1778
rifacimento: 7 dicembre 2004

Palcoscenico (dopo il restauro)
Larg. max interna m 20.4
Profondità m 16.15
Pendenza (%) 5º
Altezza boccascena m 8.5
Altezza graticcio m 26
boccascena 16 x 12 m
Fossa scenica:
(Larghezza 5,50 -
Lunghezza 18,00)


Sala
Numero posti
Platea 673
Palchi 800
Galleria 500
Loggione 39
Totale 2012
Camerini: 20 camerini

Opéra Bastille (Parigi)

Teatro recente e multifunzionale, con vari spazi. Inaugurazione nel 1989

Palcoscenico
45 m di altezza,
30 m di larghezza e
25 m di profondità

Sala
superficie : 1 200 m², 5% del volume complessivo dell'edificio
dimensioni : 20 m di altezza, 32 m di profondità, 40 m di larghezza
posti disponibili : 2 703

Attività
Negli anni d'oro della Gestione Grassi produceva quasi 300 rappresentazioni all'anno. Nel corso dei decenni recite si sono diradate con le scuse più stavaganti (compresa quella del palcoscenico inadeguato, non si capisce perchè prima non lo fosse). La stagione attuale (2006-2007) comprende 18-20 titoli, in linea con altri grandi teatri

Teatro Arcimboldi (Milano)

Teatro moderno, non male ma piuttosto scontato nella struttura e nelle soluzioni. Le poche idee originali (i pannelli di vetro alle pareti) si sono rivelate un disastro (cadevano).

Dubbi sulla collocazione in periferia e in un luogo mal servito dai mezzi pubblici.
Inaugurazione:19 gennaio 2002

Palcoscenico e struttura
La struttura del Teatro è articolata in tre volumi: foyer, sala e torre scenica,
alta 40 metri.
L'apertura del boccascena architettonico (16 metri per 12) è assolutamente identica a quella della Scala.

Sala
2.400 posti. La sala, "a ventaglio", misura 49 metri di larghezza massima per 35 metri di profondità; altezza media 22 metri.
Quattro sezioni: platea, platea alta e due gallerie.

Royal Hopera House (Londra)

Il teatro vanta una lunga storia, la più complicata dei grandi teatri europei, ma sempre legata strettamente all'opera italiana, fin dal '700. Dopo un incendio venne rifatto e apre come
"Royal Italian Opera" il 6 Aprile 1847 con la Semiramide di Rossini. Brucia di nuovo e viene rifatto e riaperto il 15 Maggio 1858 con gli Ugonotti di Meyerbeer. E questa è la sala di base arrivata fino ad oggi.

Elimina il riferimento all'Italia e diventa "Royal Opera House" nel 1892 e aumentano le opere francesi e tedesche.
Durante la 2.da guerra mondiale
l'attività venne sospesa.
Riapre il n 2
0 Febbraio 1946 con il balletto La bella addormentata.
Così com'è fu riaperto (dopo 3 anni di ristrutturazione) il 4 Dicembre 1999.

Attività
Negli anni recenti The Royal Opera produce circa 150 spettacoli epr stagione (da Settembre a Luglio) che rappresentano circa 20 opere, di cui una metà sono nuove produzioni.

Opera di Vienna

L'edificio originale era del 1869 / 76 in un discutibile stile rinascimentale, resta la facciata e il foyer, la sala è stata ricostruita completamente dopo la 2.da guerra mondiale, in stile tradizionale, ma piuttosto infelice: è forse il grande teatro più triste che io conosca.
Tuttavia si salva per una spetto non secondario per un teatro d'Opera: ha una buona acustica!

Per le solite ragioni di sicurezza anche l'Opera di Vienna (come gli altri grandi teatri) ha ridotto i posti passando da 2,881 posti a 2,282, di cui solo 1,709 a sedere, e 567 in piedi (Più 8 -4 carrozzelle e 4 accompagnatori- per disabili.)

La Fenice di Venezia

Nel ‘700 vi era a Venezia la legge per cui non potevano essere aperti più di sette teatri. Quando la regola venne eliminata, nel 1789 si fece un bando per il progetto d’un nuovo teatro. Al vincitore sarebbe stato dato in dono " un medaglione d'oro del peso di trecento zecchini " oltre al pagamento di una " giusta mercede " per sovrintendere ai lavori di costruzione
La società committente era quella dei palchettisti ex-proprietari del Teatro di San Benedetto, e l’inaugurazione si ebbe nel 16 maggio 1792 con “I Giuochi d'Agrigento” del napoletano Paisiello su libretto di Alessandro Pepoli, opera accompagnata dal balletto “Amore e Psiche” di Onorato Viganò, padre del più noto Salvatore.
La scelta del progetto fu accompagnata da polemiche a non finire (questa è la democrazia) e da lagnanze sulla lievitazione dei costi al di sopra dei preventivi (e questa è anche l’Italia di oggi).

I palchi erano privi del classico palco reale, in ossequio alla oligarchia veneziana che aborriva l’assolutismo, ma a questo si pose presto rimedio: la modifica fu fatta nel 1808 per ospitare degnamente Napoleone.
La Fenice bruciò nel 1836 e l’anno seguente era ricostruita, modificando gli interni (le divisioni dei palchi vennero arretrate e fu modificato radicalmente l’aspetto). Seguirono altri restauri (compresa l’abolizione e il ripristino del palco reale) fino a quello del 1854, ad opera di Meduna, in finto rococò. O meglio, in uno stile ibrido: Pietro Selvatico osservò come lo stile " invece di essere, come pretenderebbe, un rococò alla Luigi XV, è un'accozzaglia di sfarzose ornature barocche sovrapposte alla rigida linea classica ..... “. Tuttavia l’interno della Fenice non manca di sfarzo e di una certa eleganza, e questo teatro può dirsi uno dei più belli in assoluto, anche se (non senza un pizzico di malizia) ci si può chiedere se è la Fenice ad essere bella o gli altri ad essere brutti. E’ stato giustamente osservato che questo fasto e il ricorso al rococò facendo un salto verso il gusto di un secolo prima, può essere il sintomo del desiderio dello spettatore veneziano di essere riportato in un periodo in cui Venezia era più splendida, dimenticando il declino attuale.
Come per gli altri grandi teatri la gestione imprenditoriale ad un certo punto non continuò a reggere più, e nel 1937 La Fenice si trasformò in Ente Autonomo. Il 29 gennaio 1996 venne bruciato dolosamente da un signore che (visto il disastro) pensò bene di fuggire in Sudamerica. Cose che sembravano d’altri tempi, ed invece appartengono anche al nostro. Dopo otto anni di polemiche, battaglie legali, pasticci di ogni genere (e che in alcuni aspetti rasentano il farsesco) finalmente nel novembre 2004 la Fenice ha riaperto con “La Traviata” di Verdi, una delle più celebri opere che videro la prima alla Fenice.

Se la storia della Fenice (dall’inaugurazione ai giorni nostri) è stata travagliata e caratterizzata da inestricabili polemiche, se la sala della fenice (pur sfarzosissima) non può andare esente da critiche, tuttavia questo teatro spende senza alcuna ombra per le prime che ha ospitato. Qui esordirono alcuni dei massimi capolavori dell’Opera di tutti i tempi, basti citare il Tancredi di Rossini o Traviata e Rigoletto di Versi, passando per molte altre. Nella seconda metà dell’ottocento, mentre teatri come La Scala prendevano vigore, la fenice iniziava il suo profondo declino che toccano il fondo nelle deplorevoli vicende degli scorsi decenni.
Nella stagione 2006-2007 vi sono 9 opere, 2 balletti e alcuni concerti.

Il San Carlo di Napoli

Fu costruito per volontà del sovrano Carlo di Borbone, che riteneva necessario un teatro degno della nuova capitale. Meno di un anno dopo la firma del contratto con l’archietetto Antonio Medrano, Colonnello del Reale Esercito, e con l'appaltatore Angelo Carasale, già direttore del S. Bartolomeo, alla fin del 1737 il Teatro venne inaugurato. Altri tempi. L’opera fu “Achille in Sciro” di Domenico Sarro su libretto di Metastasio, e tre balli creati da Gaetano Grossatesta. La facciata venne rifatta già nel 1809, e fu creato il protico per le carrozze, probabilmente su ispirazione di quello del teatro alla Scala di Milano.
Anche qui un incendio che distrusse il Teatro, nella notte del 12 febbraio 1816. Fu ricostruito in meno da un anno dal Niccolini, che pur non apportando modifiche fondamentali (conserva la forma a ferro di cavallo del 1812) in quell’occasione e in altre successive (1844) diede alla sala l’aspetto attuale. Dieci anni dopo fu dipinto il sipario attuale. Stendhal era presente alla riapertura del 1816, e (come suo solito) ne fu entusiasta:: «... non c'è nulla in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea. Gli occhi ne restano abbagliati, l'anima rapita...».
Nel 1820 venne abolito il gioco d’azzardo, e i proventi per le stagioni del S.Carlo iniziarono ad essere più incerte.
Nel 1937 fu realizzato il foyer, danneggiato durante l’ultima guerra e successivamente ricostruito.


Il S.Carlo sembrava essere destinato al genere dell’opera napoletana, che imperversava in Italia (alla Scala, alla Fenice…) e all’estero. In realtà l’arrivo del milanese Domenico Barbaja (1809) segnò il rinnovamento del repertorio e del gusto: nel corso degli anni presentò al S.Carlo alcune delle più importanti opere di Rossini, che fu legato al Teatro per otto anni, dal 1815 al 1822. Da quest’anno è la volta di Donizetti che qui diede (tra 1822 e il 1838) ben sedici opere. Passarono per questo teatro anche Bellini e infine Verdi, anche se in tono minore. Anche inq uesto caso il S.Carlo vede un significativo declino, e addirittura la sospensione dell’attività, tra il 1874 e il dicembre 1876. Anche qui nel ‘900 si ebbe la sua trasformazione in Ente Autonomo (1927) Curiosa la tradizione (ormai abbandonata) che fu in voga per diversi anni, ovvero quella di inaugurare le stagioni con un’opera di Wagner. Altrettanto curioso ciò che accadde in occasione della seconda guerra mondiale: gli Alleati concessero di riprendere le opere, e l’organizzazione fu affidata ad un commerciante di stoffe (Di Costanzo) che per l’abilità dimostrata dopo la guerra fu fatto sovrintendente. La stagione 2006 – 2007 prevede otto opere.

la stuttura

Il palcoscenico oggi misura mt. 33.10 x 34.40.
La sala è lunga mt. 28,60 e larga mt. 22,50.
I palchi sono 184 (compresi quelli di proscenio) in sei ordini, più un grande palco reale.

 

segue >>>>>




teatro alla scala

PRIME IMPORTANTI

Antonio Salieri: Europa riconosciuta (3 Aug 1778)
Domenico Cimarosa: Circe (26 Dec 1782)
Ferdinando Paër: Rossana (31 Jan 1795)
Gioacchino Rossini: La pietra del Paragone (26 Dec 1812)
Gioacchino Rossini: Il turco in Italia (14 Aug 1814)
Gioacchino Rossini: La gazza ladra (31 May 1817)
Gioacchino Rossini: Bianca e Faliero (26 Dec 1819)
Giacomo Meyerbeer: Margherita d'Angio' (14 Nov 1820)
Gaetano Donizetti: Chiara e Serafina, ossia I pirati (26 Oct 1822)
Vincenzo Bellini: Il pirata (27 Oct 1827)
Vincenzo Bellini: La straniera (14 Feb 1829)
Vincenzo Bellini: Norma (26 Dec 1831)
Gaetano Donizetti: Lucrezia Borgia (26 Dec 1833)
Saverio Mercadante: Il giuramento (11 Mar 1837)
Giuseppe Verdi: Oberto (17 Nov 1839)
Giuseppe Verdi: Un giorno di Regno (5 Sep 1840)
Giuseppe Verdi: Nabucco (9 Mar 1842)
Giuseppe Verdi: I Lombardi alla prima Crociata (11 Feb 1843)
Giuseppe Verdi: Giovanna d'Arco (15 Feb 1845)
Arrigo Boito: Mefistofele (5 Mar 1868)
Filippo Marchetti: Ruy Blas (3 Apr 1869)
Antonio Carlos Gomes: Il Guarany (19 Mar 1870)
Antonio Carlos Gomes: Fosca (16 Feb 1873)
Amilcare Ponchielli: I Lituani (6 Mar 1874)
Amilcare Ponchielli: La Gioconda (8 Apr 1876)
Amilcare Ponchielli: Il figliuol prodigo (26 Dec 1880)
Amilcare Ponchielli: Marion Delorme (17 Mar 1885)
Giuseppe Verdi: Otello (5 Feb 1887)
Giacomo Puccini: Edgar (21 Apr 1889)
Alfredo Catalani: La Wally (20 Jan 1892)
Giuseppe Verdi: Falstaff (9 Feb 1893)
Umberto Giordano: Andrea Chénier (28 Mar 1896)
Umberto Giordano: Siberia (19 Dec 1903)
Giacomo Puccini: Madama Butterfly (17 Feb 1904)
Italo Montemezzi: L'amore dei tre re (10 Apr 1913)
Pietro Mascagni: Parisina (15 Dec 1913)
Riccardo Zandonai: I Cavalieri di Ekebù (7 Mar 1925)
Giacomo Puccini: Turandot (25 Apr 1926)

teatro s.Carlo

Domenico Natale Sarro: Achille in Sciro (4 Nov 1737)
Simon Mayr: Medea in Corinto (28 Nov 1813)
Gioacchino Rossini: Elisabetta, regina d'Ingh (4 Oct 1815)
Gioacchino Rossini: Armida (11 Nov 1817)
Gioacchino Rossini: Mosè in Egitto (5 Mar 1818)
Gioacchino Rossini: La donna del lago (24 Sep 1819)
Gioacchino Rossini: Maometto II. (3 Dec 1820)
Gaetano Donizetti: Alfredo il Grande (2 July 1823)
Vincenzo Bellini: Bianca e Fernando (30 May 1826)
Gaetano Donizetti: Il Paria (12 Feb 1829)
Gaetano Donizetti: Maria Stuarda (18 Oct 1834)
Gaetano Donizetti: Lucia di Lammermoor (26 Sep 1835)
Gaetano Donizetti: Roberto Devereux (29 Oct 1837)
Saverio Mercadante: La Vestale (10 Mar 1840)
Gaetano Donizetti: Caterina Cornaro (12 Jan 1844)
Giuseppe Verdi: Alzira (12 Aug 1845)
Gaetano Donizetti: Poliuto (30 Nov 1848)
Giuseppe Verdi: Luisa Miller (8 Dec 1849)

Built 1880 as "Teatro Costanzi" as a private theatre for the real estate speculator and developer, Domenico Costanzo. Opened 27 November 1880 with Rossini's "Semiramide". 1926-1927 rebuilding and restoration. Re-opened 1928 as "Teatro Reale dell'Opera", since then a public theatre ("ente autonomo"). 1975 declared a national institution ("istituzione nazionale"). Ca. 2000 re-renamed "Teatro Costanzi". Ca. 1600 seats.

Notable world premieres:

Pietro Mascagni: Cavalleria Rusticana (17 May 1890)
Pietro Mascagni: L'amico Fritz (31 Oct 1891)
Pietro Mascagni: Iris (2 Nov 1898)
Giacomo Puccini: Tosca (14 Jan 1900)
Pietro Mascagni: Lodoletta (30 Apr 1917)
Pietro Mascagni: Il piccolo Marat (2 May 1921)
Franco Alfano: Cyrano de Bergerac (22 Jan 1936)
Gian Francesco Malipiero: I capricci di Callot (24 Oct 1942)
Franco Alfano: Il Dottor Antonio (30 Apr 1949)

Gioacchino Rossini: Tancredi (6 Feb 1813)
Gioacchino Rossini: Semiramide (3 Feb 1823)
Giacomo Meyerbeer: Il Crociato in Egitto (1824)
Vincenzo Bellini: I Capuleti e i Montecchi (11 Mar 1830)
Vincenzo Bellini: Beatrice di Tenda (16 Mar 1833)
Gaetano Donizetti: Belisario (4 Feb 1836)
Gaetano Donizetti: Maria di Rudenz 30 Jan (1838)
Giuseppe Verdi: Ernani (9 Mar 1844)
Giuseppe Verdi: Attila (17 Mar 1846)
Giuseppe Verdi: Rigoletto (11 Mar 1851)
Giuseppe Verdi: La Traviata (6 Mar 1853)
Giuseppe Verdi: Simon Boccanegra (12 Mar 1857)