introduzione
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presentazione di milano
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i luoghi da visitare
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.: tour archeologico
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balletto, lirica e cultura
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immagini curiose
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note
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.: nota su s.ambrogio
.: nota sulle reliquie
.: nota sull'iconografia
.: nota sui simboli del sole

.: appendice: Milano in bici

 

 

 

 


La Scala

Teatro neoclassico.
Il Piermarini ha progettato un teatro di dimensioni non grandissime, per far stare molti ordini di palchi ha ridotto le loro dimensioni.
La pianta della sala è a ferro di cavallo, i disegni che abbiamo dell'originale corrispondono ad un teatro di buon disegno ma non eccezzionale.

I due grandi scenografi della prima metà dell '800 (oltre a disegnare le leggendarie scene dell'epoca) ridisegnarno anche l'interno del Teatro. Nel 1807 G. Perego sostituì l'originale decorazione del Piermarini con un'altra di carattere neoclassico. Il secondo intervento di A. Sanquirico nel 1830 conferì l'aspetto attuale, rendendo la Scala uno dei più bei teatri del mondo, forse il più bello.

La recente ristrutturazione l'ha reso a colpo d'occhio più modesto sopratutto nei pavimenti (cotto nei palchi, seminato nei corridoi, legno in platea al posto della più lussuosa moquette rossa che prima regnava ovunque, tra l'altro posata negli scorsi decenni. )

dati

Inaugurazione: 3 agosto 1778
rifacimento: 7 dicembre 2004

Palcoscenico (dopo il restauro)
Larg. max interna m 20.4
Profondità m 16.15
Pendenza (%) 5º
Altezza boccascena m 8.5
Altezza graticcio m 26
boccascena 16 x 12 m
Fossa scenica:
(Larghezza 5,50 -
Lunghezza 18,00)

Sala
Numero posti
Platea 673
Palchi 800
Galleria 500
Loggione 39
Totale 2012
Camerini: 20 camerini

 

Teatro Arcimboldi (Milano)

Teatro moderno, non male ma piuttosto scontato nella struttura e nelle soluzioni. Le poche idee originali (i pannelli di vetro alle pareti) si sono rivelate un disastro (cadevano).

Dubbi sulla collocazione in periferia e in un luogo mal servito dai mezzi pubblici.
Inaugurazione:19 gennaio 2002

Palcoscenico e struttura
La struttura del Teatro è articolata in tre volumi: foyer, sala e torre scenica, alta 40 metri.
L'apertura del boccascena architettonico (16 metri per 12) è assolutamente identica a quella della Scala.

Sala
2.400 posti. La sala, "a ventaglio", misura 49 metri di larghezza massima per 35 metri di profondità; altezza media 22 metri.
Quattro sezioni: platea, platea alta e due gallerie.

 

E' possibile confrontare questi Teatri con la maggior parte dei teatri piu' importanti del mondo andando su un'apposita pagina, cliccando qui.


Tutti devono il punto di partenza della loro cultura a qualcun altro, in un gioco di scatole cinesi e in una catena senza fine che si perde nella notte dei tempi. Milano ha seguito naturalmente le sorti delle altre grandi città italiane, in età preromana, romana e nel medioevo, quando era una delle città più importanti in assoluto. Si è detto che il Duomo ne è la testimonianza. La sua specificità inizia ad emergere con il periodo romanico e poi nel Rinascimento, quando si hanno alcune grandi costruzioni ancor oggi funzionanti, e si tramanda la messa in scena di grandi spettacoli tipici di questo periodo. Tra i quali la "festa del Paradiso" messa in scena da Leonardo, che ebbe una larga eco tra i contemporanei. Senza nulla togliere al resto (ai grandi architetti, pittori, poeti, ecc.) una delle forme artistiche che più prese piede a Milano furono il balletto e l'opera lirica.

L'opera lirica.


Milano non iniziò alcuna forma originale d'Opera, né diede i natali a grandi musicisti, ma divenne una delle capitali indiscusse dell'Opera Lirica adottando compositori stranieri. Operarono a Milano artisti di lingua tedesca (Mozart, Meyerbeer, Mayr…) originari del Veneto (Salieri) dallo Stato Pontificio (Rossini) del Regno di Napoli (Cimarosa, Paisiello, Bellini, Pacini, Mercadante…) del Ducato di Parma e Piacenza (Verdi) e molti altri, quasi tutti di altre città, vicine (Donizetti di Bergamo) o lontane.
Il primo teatro di cui si ha notizia è il salone Margherita (fine del '500), trasformato poi in Regio Ducal Teatro.
Da segnalare la presenza a Milano di Mozart, che scrisse per Milano alcune composizioni e tre delle sue opere: Mitridate K 87 (K.74a) - (26 dicembre 1770), la serenata teatrale Ascanio in Alba su un testo del Parini per le Nozze di Ferdinando e Beatrice d'Este) K 111- (17 ottobre 1771) e Lucio Silla K 135 - (26 dicembre 1772 , tutti al Teatro Regio Ducale, Milano)
I soggiorni di Mozart a Milano abbracciarono quasi un anno della sua breve vita, e probabilmente lasciò Milano perchè sfumò la possibilità di essere assunto come compositore stabile. Alcuni storici concludono che l'Arciduca fosse favorevole alla sua assunzione, ma che Maria Teresa da Vienna si oppose, dato che i Mozart (padre e figlio) venivano considerati dei compositori girovaghi e non adatti ad una sede così importante come Milano. Evidentemente Maria Teresa si sbagliava.

Il Teatro alla Scala

Una tappa decisiva fu la costruzione del Teatro alla Scala. Dopo che un incendio distrusse il Regio Ducal Teatro, si decise di costruirne uno ex novo. Maria Teresa donò l'area dove prima sorgeva la chiesa di S.Maria alla Scala, una chiesa trecentesca, e dal nome di questa chiesa il Teatro prese il proprio nome. Una volta approvato il progetto, nell’arco di due anni la Scala fu inaugurata (il 3 agosto 1778) con «l'Europa Riconosciuta» di Salieri.
Nei primi tempi alla Scala furono date inizialmente opere di gusto napoletano e francese.
All'inizio dell'800 vi è da segnalare l'arrivo di personaggi importanti come i citati Paër, Mayerbeer, il giovane Rossini, Mayr (che viveva a Bergamo) e il suo allievo Donizetti. I rapporti con i musicisti non furono sempre facili, ma Milano restava un crocevia importante per tutti i più grandi operisti. In particolare Verdi fece il suo esordio, ebbe le sue amarezze, e -quando era ormai rassegnato a cambiar mestiere- su insistenza dell'impresario Morelli scrisse la sua prima opera di grande successo, il Nabucco. Dopo vicende alterne, compreso il tentativo di trasferirsi all'estero come gà fecero Rossini o Donizetti, al culmine della sua fama Verdi tornò in Italia diede alla Scala le sue ultime opere (l'Otello , il 5-2-1887 e Falstaff 9-2-1893). Verdi morì a Milano ed è sepolto a Milano nella casa di riposo per musicisti che volle donare a questa città. Rossini diede a Milano l'ultima sua opera Italiana (la Gazza Ladra) e poi si trasferì a Parigi per il suo "periodo francese".

Durante l'800 vi erano intensi scambi con altre città, molti di più di quanti oggi si possa immaginare se si considerano i disagi dei viaggi. Basti ricordare la figura di Domenico Barbaja, (Milano, 1778 - Posillipo, 1841) predecessore del citato Morelli, che da cameriere divenne ricco per aver ottenuto l'appalto del gioco d'azzardo alla Scala, e in breve divenne "il principe degli impresari". Gestì alcuni dei più grandi teatri dell'epoca in tre Stati diversi: la Scala e la Cannobbiana a Milano, il S.Carlo di Napoli e due teatri a Vienna, città che –ricordiamolo- nel secolo scorso dominava su Milano. Un personaggio di un tale livello aveva naturalmente le sue entrature anche negli altri teatri, e presentò anche altrove alcuni dei più grandi operisti, che a lui debbono la loro fortuna..

Gli altri Teatri

L'importanza dell'Opera Lirica a Milano non dev'essere confusa con la sola Scala: vi erano teatri importanti e indipendenti, che ospitarono le "prime" di alcune tra le opere più importanti e che ancor oggi vengono rappresentate in tutto il mondo. Basti ricordare le opere date al " Teatro alla Cannobbiana" (*), ora "Lirico") anch’esso (come la Scala) progettato dal Piermarini, e che ospitò prime quali l’Elisir d’Amore di Donizetti o al Teatro Carcano (inaugurato nel 1803 su progetto del Canonica, oggi ha mantenuto lo stesso nome ma è stato completamente rifatto) con "Beatrice di Tenda" di Bellini, "Anna Bolena" (26.12.1830) di Donizetti, e varie altre "prime".
Tra gli altri Teatri di rilievo il Fossati, il salone Cattaneo, Gerolamo… Occorre ricordare che nell’800 aprì a Milano una decina di Teatri. Mentre col tempo uno dopo l'altro i vari teatri andavano in crisi, alla fine dell’800 la Scala (grazie all'appoggio di autorità, personalità e importanti patron come il duca Guido Visconti di Modrone, Arrigo Boito e da Giulio Gatti Casazza) sperimentava nuove formule di gestione. Un'altra modifica dell’assetto istituzione la si ebbe nel 1921 quando i palchi vennero ceduti dai rispettivi proprietari al Comune di Milano. E’ il momento in cui la Scala assume il ruolo di Ente autonomo, con finanziamenti comunali e statali. L’assetto attuale data nel ’97, quando riapre nuovamente ai finanziamenti privati divenendo una “Fondazione”.

(*) = Nota= altre informazioni sul teatro della Cannobbiana cliccando qui.

- Il ‘900 conclude l’Opera Italiana

Nel ‘900 Milano vide le “prime” di varie altre opere tra cui anche l'ultima opera di Puccini, Turandot ( 25 aprile 1926) in una memorabile esecuzione diretta alla Scala da Toscanini, che interruppe l'opera nel punto in cui l'aveva lasciata il Maestro. Si può dire che l'Opera italiana concluse qui la sua stagione d'oro, ma La Scala aumentava invece il suo prestigio internazionale, sia per alcuni casi o (il dubbio resta) per alcune scelte illuminate, sia per la caduta a picco degli altri teatri italiani concorrenti (in particolare i due altri grandi teatri, il S.Carlo di Napoli e la Fenice di Venezia).

Nel dopoguerra la Scala fu uno dei primi edifici di Milano restaurati dopo i danni dovuti ai bombardamenti, e lo fu ancora una volta con una memorabile serata condotta da Toscanini (l'11 maggio 1946), direttore che rientrava in Italia dopo il suo esilio americano scelto per il disaccordo con il fascismo.
Nel dopoguerra il Teatro divenne famoso per le discussioni accanite tra le fazioni (chi sosteneva la Callas chi Tebaldi). Se ci si recava in piazza Duomo, fino a qualche decennio fa si vedevano gruppi di milanesi che discutevano animatamente di lirica. E questo fino ad una certa crisi di identità negli anni '70.

Ritrovato il suo ruolo grazie alla conduzione di Paolo Grassi come Soprintendente (verrà citato più sotto tra i fondatori del Piccolo Teatro) e Claudio Abbado come direttore, è stata gestita successivamente con scelte artistiche routinarie, e negli ultimi anni è ripiombata in varie vicissitudini e polemiche (culminate con l'abbandono del direttore Riccardo Muti). Per uscire dall'impasse si è chiamato un nuovo Soprintendente dall'estero, come si faceva ai tempi dei podestà. E' stato chiamato Lissner, in carica oggi. Alcuni anni prima (nel 2002) era stato inaugurato un nuovo Teatro (l'Arcimboldi) a Nord di Milano, in un'area decentrata (probabilmente troppo decentrata), per consentire la prosecuzione delle stagioni liriche anche durante il restauro e adeguamento alle norme dello stabile del Piermarini, ed ora l'Arcimboldi prosegue come secondo teatro lirico milanese.
L' Arcimboldi e la ristrutturazione della Scala (pur con le dovute polemiche) indicano per lo meno che forse si è lasciati alle spalle la deplorevole consuetudine italiana di non riuscire a costruire un'opera pubblica in tempi decenti e ai costi previsti, così come è avvenuto per tutti gli altri teatri italiani. Senza contare i casi allucinanti di Palermo e (per altri versi) di Bari, non occorre andare molto lontano nel tempo e nello spazio per vedere delle vicissitudini assurde, come quelle del restauro della Fenice di Venezia, per la quale per altro era stata promessa rapidità e managerialità.

L'Arcimboldi non è stata una scelta del tutto felice, sia per la sua collocazione (occorreva valorizzare a tutti i costi la Bicocca) sia per lacune progettuali (i famosi pannelli di vetro che cascavano accanto agli spettatori). Anche il progetto generale mette in fuga ogni sospetto di originalità. Tuttavia resta un arricchimento importante per Milano, che nel secolos corso era carente di sale ed auditorium.

Si diceva che tra il 2002 e il 2004 la Scala è stata restaurata radicalmente, anche qui non senza polemiche, inq uesto caso più pesanti e sostanziali rispetto alle scelte dell'Arcimboldi. I punti discussi riguardano

1-l'aspetto urbanistico (la torre scenica e il parallelepipedo a pianta ellissoidale del Botta)
2-l'assorbimento nel faraonico palcoscenico di un teatro indipendente, la Piccola Scala e la dubbia utilità di questi lavori faraonici. Alcuni pensano che anche il palcoscenico fosse un monumento legato ai ricordi delle leggendarie opere degli ultimi tempi.
3-la distruzione degli importanti resti archeologici ritrovati nel sottosuolo. Secondo alcune ipotesi del tutto accreditate l'origine di Milano potrebbe essere avvenuta proprio in quest'area, ed è possibile che queste enormi voragini abbiano cancellato in modo irreparabile importanti indizi storici. (clicca qui per le ipotesi sull'origine di Milano)

La vita musicale classica di Milano è concentrata ormai in gran parte attorno alla Scala e l'Arcimboldi.
La RAI in fuga da Milano ha tra l'altro sciolto l'orchestra (e prima la compagnia teatrale) che aveva in questa città.
L'unica iniziativa importante degli ultimi decenni (oltre alla costruzione del teatro degli Arcimboldi) è la formazione dell'Orchestra "Verdi", con sede in un apposito auditoriun in corso S.Gottardo, con finanziamenti privati. Questo è un avvenimento importante e confortante perchè negli ultimi due secoli l'Italia era stata assorbita in gran parte dall'Opera, trascurando in qualche modo la musica sinfonica.
Continuare la tradizione che ha fatto dell'Italia la culla della musica classica era facile con la musica da camera (grazie alle varie "società del quartetto" e cose del genere) ma la musica sinfonica richiedeva investimenti maggiori, nè d'altra parte i compositori italiani dell'800 (e in qualche modo anche del '900) avevano troppo a cuore la musica sinfonica, che si sviluppò sopratutto nei Paesi di lingua tedesca (Vienna ne viene considerata la capitale) e nell'Est.

il Teatro

Accanto e assieme all'Opera Lirica, vi sono da segnalare alcuni elementi che possono far considerare Milano la capitale italiana del mondo dello spettacolo.
Nel dopoguerra sono nate a Milano alcune istituzioni teatrali sia dedicate al teatro classico (il "Piccolo" fondato da Paolo Grassi e Giorgio Strelher) sia su testi prevalentemente originali (la "Comune" di Dario Fo).
Sono compagnie di grande valore e di fama mondiale, da ricordare che per i suoi testi e per il suo linguaggio Dario Fo ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura.

Le penose vicende legate alla costruzione della nuova sede del Piccolo, nell'epoca buia degli appalti inconcludenti, delal levitazione dei costi e del dubbio sulle capacità dell'architetto "di regime" Zanuso, non hanno scalfito comunque la qualità del Piccolo, che se da un lato ha perso la spinta propulsiva datagli dai suoi fondatori, resta tuttavia una buona compagnia.

la Televisione

Infine, è da considerare la "vocazione televisiva" di Milano. In questa città è infatti nata la RAI, anche se poi è stata spostata a Roma per essere più vicina al potere politico. Ma Milano (ormai semiabbandonata dalla RAI) non è rimasta sguarnita, e tutt'ora è sede dell'altro gruppo televisivo (Mediaset) che nel bene e nel male con la RAI forma il duopolio televisivo nazionale.

La danza classica

E’ stata già accennata alla parentela tra il S.Carlo e la Scala dovuta a Domenico Barbaja. La prima scuola di danza classica italiana annessa a un teatro d’opera fu quella del Teatro di San Carlo di Napoli. L'Imperial Regia Accademia di Ballo della Scala è nata un anno dopo, nel 1813. Queste due scuole all’inizio erano le due più importanti d'Italia, Ma in breve la scuola della Scala è diventata la più importante del mondo, e come tale riconosciuta senza discussione. All'Opéra di Parigi, a Londra,a Vienna o a San Pietroburgo, dal 1830-'40 fino ai primissimi anni del Novecento il pubblico non poteva neanche immaginare che le prime ballerine non fossero italiane (in verità, erano tutte rigorosamente milanesi o di scuola milanese). Da qui in poi, l’inarrestabile declino: anche se rimane ad un certo livello, non si può negare che sia stata superata da diverse altre “scuole” straniere. La scuola della Scala rimane in testa probabilmente a livello nazionale, ed ha prodotto in questo secolo alcuni tra le poche ballerine e ballerini italiani che hano avuto un notevole successo a livello mondiale.

conclusioni

Alla fine di questa carrellata (che forse vedrà l'ampliamento che meriterebbe) ci si può chiedere se la gestione di altri teatri all'estero, che erano nati per le opere e la musica italiana, e che ora hanno eguagliato o superato in qualità e quantità delle rappresentazioni quelli italiani, sia dovuto al fatto che all'estero erano o sono divenuti più bravi degli italiani o gli italiani d'oggi sono divenuti meno bravi dei loro avi. Entrambe le ipotesi stanno in piedi. Per ora il repertorio più rappresentato in tutti i teatri lirici del mondo (dagli USA all'Australia) resta quello italiano. In futuro, si vedrà.
*

TEATRI A CONFRONTO
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teatro alla scala

PRIME IMPORTANTI

Antonio Salieri: Europa riconosciuta (3 Aug 1778)
Domenico Cimarosa: Circe (26 Dic 1782)
Ferdinando Paër: Rossana (31 Gen 1795)
Gioacchino Rossini: La pietra del Paragone (26 Dic 1812)
Gioacchino Rossini: Il turco in Italia (14 Ag 1814)
Gioacchino Rossini: La gazza ladra (31 Magg 1817)
Gioacchino Rossini: Bianca e Faliero (26 Dic 1819)
Giacomo Meyerbeer: Margherita d'Angio' (14 Nov 1820)
Gaetano Donizetti: Chiara e Serafina, ossia I pirati (26 Ott 1822)
Vincenzo Bellini: Il pirata (27 Ott 1827)
Vincenzo Bellini: La straniera (14 Feb 1829)
Vincenzo Bellini: Norma (26 Dic 1831)
Gaetano Donizetti: Lucrezia Borgia (26 Dic 1833)
Saverio Mercadante: Il giuramento (11 Mar 1837)
Giuseppe Verdi: Oberto (17 Nov 1839)
Giuseppe Verdi: Un giorno di Regno (5 Sett 1840)
Giuseppe Verdi: Nabucco (9 Mar 1842)
Giuseppe Verdi: I Lombardi alla prima Crociata (11 Feb 1843)
Giuseppe Verdi: Giovanna d'Arco (15 Feb 1845)
Arrigo Boito: Mefistofele (5 Mar 1868)
Filippo Marchetti: Ruy Blas (3 Apr 1869)
Antonio Carlos Gomes: Il Guarany (19 Mar 1870)
Antonio Carlos Gomes: Fosca (16 Feb 1873)
Amilcare Ponchielli: I Lituani (6 Mar 1874)
Amilcare Ponchielli: La Gioconda (8 Apr 1876)
Amilcare Ponchielli: Il figliuol prodigo (26 Dec 1880)
Amilcare Ponchielli: Marion Delorme (17 Mar 1885)
Giuseppe Verdi: Otello (5 Feb 1887)
Giacomo Puccini: Edgar (21 Apr 1889)
Alfredo Catalani: La Wally (20 Gen 1892)
Giuseppe Verdi: Falstaff (9 Feb 1893)
Umberto Giordano: Andrea Chénier (28 Mar 1896)
Umberto Giordano: Siberia (19 Dic 1903)
Giacomo Puccini: Madama Butterfly (17 Feb 1904)
Italo Montemezzi: L'amore dei tre re (10 Apr 1913)
Pietro Mascagni: Parisina (15 Dic 1913)
Riccardo Zandonai: I Cavalieri di Ekebù (7 Mar 1925)
Giacomo Puccini: Turandot (25 Apr 1926)