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Il Dio 
    Sole , come raffigurato nell'Enciclopedia di Diderot d d'Alambert. 
    1- Ha la testa raggiata,
    2- regge in una mano una sfera
    3- e nell'altra una fiaccola (sole=fuoco).
Queste sono el tre caratteristiche fondamentali. Qui è statoa ggiunta anche la presenza del toro, tipico di Mitra.
Costantino si fece rappresentare in modo simile sull'altissima colonna posta nel suo foro ellittico a Costantinopoli, appunto con la testa raggiata, uno scettro al posto della fiaccola e nella sfera una reqliuia della croce, quasi a simboleggiare il suo ruolo temporale e spirituale.
La raggera attorno al capo è divenuta usuale per Cristo e i santi.
E' difficile trovare un popolo che non aveva il sole nel proprio culto, tanto questo era diffuso in tutto il mondo e in tutte le civiltà anche le più lontane. Dai Persiani agli Inca, dagli Africani ai Celti, dai Giapponesi agli Indiani d'America, dagli Egiziani agli abitanti dell'Oceania, il culto del sole è di certo il più diffuso.
Naturalmente in modi e significati del tutto differenti, ma quasi invariabilmente positivi: il Sole è benessere, vita, positività. Gli egiziani e i greci con il loro pensiero articolato non possono che averne anche sottolineato i limiti e l'ambivalenza. Il mito di Dedalo che (andando troppo vicino al sole) fonde le ali di cera e cade non è che un esempio. D'altra parte il culto del sole non di solito adora un dio in perenne agonia (intesa come agone, ovvero lotta) , ovvero il sole non è che una delle parti in lotta (o infinite varianti) per la supremazia, la sopravvivenza del mondo, ecc. Questa è la tesi più comune rispetto a quella minoritaria (es. di stampo plotiniano) in cui vi è un sole, un centro assoluto che irraggia verso la periferia, e non agonistico come nel classico pensiero orientale.Parallelamente al culto del sole si può osservare la sua rappresentazione, nelle forme più disparate e che possono divenire tanto formali e lontane da renderle poco riconoscibili. Per un profano difficile pensare al sole sia guardano una croce greca o lo stemma della regione Lombardia.
PARTE PRIMA - DALLA PREISTORIA AL RINASCIMENTO
>> rappresentazione del sole e del carro del sole (cliccare qui)
>> simboli e cosmo: il cerchio, il quadrato, la croce
PARTE TERZA CROCI E MEDIOEVO
    
    Le croci celtiche
riprendiamo il discorso fatto nella pagina dedicata alla simbologia cristiana: la croce e il simbolo del sole si incontrano, si identificano e si sovrappongono.


Esempi 
    di croci celtiche. 
    
    Si conviene che indichino il sole, raffigurato come un cerchio (il disco solare) 
    con i raggi, ma nel cristianesimo sono state usate anche come simbolo della 
    croce (ad es. è facile vederle sulle tombe, dove indicano al contempo 
    la croce di Cristo e la speranza di resurrezione dalle tenebre, come avviene 
    con il sorgere del sole). Quindi hanno asunto un significato doppio, ed è 
    uno dei più noti esempi di reinterpretazione cristiana di simboli pagani. 
    

Le svastiche e gli ornamenti dei bracci indicano anch'esse il sole, i cui raggi fiammanti sono resi in modo schematico.
Il Nazismo si è appropriato di questa croce, evdentemente preesistente e non inventata ad hoc.

Esempio 
    di croce greca. 
    Il fatto che si chiami "greca" non deve far pensare che sia confinata 
    in oriente. è "croce greca" la croce rossa, lo stemma di 
    Milano, quella della Svizzera, quella delle repubbliche marinare, ecc. ecc. 
    Qui a destra vi è una croce greca sulla facciata dell'"occidentalissima" 
    basilica di S:Ambrogio a Milano. 
    Anche nel caso della croce greca è difficile distinguere dove e quando 
    finisce il simbolo delle croce e inizia quello del sole o viceversa, sopratutto 
    nell'area nordica.
 
  
 
  

 
 

PARTE SECONDA - IMPERO ROMANO E CRISTIANESIMO
SOLE E 
    CRISTIANESIMO - 
    Nei primi secoli del cristianesimo il culto del sole era praticamente indistinguibile 
    dal culto cristiano. E' stato riferito che i cristiani (che avrebbero dovuto 
    aborrire le pratiche pagane) partecipavano invece alle celebrazioni del Sol 
    Invictus accendendo dei fuochi (*). Questa festa era tanto popolare che venne 
    trasformata nel Natale (25 dicembre). E' incredibile pensare che ancor oggi 
    (pur non essendo la festa più solenne della Chiesa) è senza 
    dubbio la più sentita a livello popolare, e questo ancora oggi, a distanza 
    di millenni. Ll'identificazione di Cristo col sole spesso non era ostacolata 
    dalla Chiesa. Anche se non sempre è stata incoraggiata. Un vescovo 
    di Roma (san Leone Magno, sermone tenuto nel Natale del 460 ) lamenta ad esempio 
    che i pellegrini (prima di entrre in San Pietro) si inchinino ad adorare il 
    sole, e se ne dispiace. Tuttavia il culto del sole va avanti, sopratTutto 
    da quando prende piede l'usanza di volgere le chiese verso Oriente (nella 
    direzione del sole nascente, come dice lo stesso etimo della parola Oriente, 
    da "orire", ovvero sorgere, quindi orientare ad est siginifica volgere 
    verso il sole nascente) e con altri aspetti che divengono meno pericololi 
    per l'ortodossia da quando si spengono i culti specifici verso il sole. Lo 
    stesso Adriano identifica i cristiani come adoratori del sole: "Gli adoratori 
    di Serapide sono cristiani e quelli che sono devoti al dio Serapide si chiamano 
    vicari di Cristo » 
    
    il culto di Mitra - Molti fanno derivare questa 
    identificazione con la mescolanza del cristienesimo con un'altra religione, 
    il culto di Mitra. Questo culto ha delle analogie sorprendenti con il cristianesimo, 
    a partire dalla nascita di un bambino da una vergine avvenuta in una grotta: 
    nel cristianesimo questo bambino era Gesù, nell'altra religione la 
    personificazione del sole. In entrambe le religioni vi è un battesimo 
    (nella prima con l'acqua nella seconda col sangue) e così via in mille 
    punti di contatto. Si discute sulla natura di questa mescolanza tra le due 
    religioni: siccome sono entrambe di origine orientale, secondo alcuni si tratta 
    di una unica religione che si è determinata in culti diversi passando 
    da città in città, e nel caso del cristianesimo mescolandosi 
    a sua volta con l'ebraismo, secondo altri si tratta di punti in comune passati 
    da una all'altra dopo la loro fondazione, quindi a posteriori, ma ormai tutti 
    devono concordare nello scambio di caratteristiche (che a volte si determina 
    in una vera e propria confusione) tra le due religioni.
il culto del Sol Invictus - Il sole "invitto" indica che il sole ha lottato (contro le tenebre) ed ha vinto. Quindi implica il concetto di dualismo in lotta (bene a male, yig e yang, caldo -il sole- e freddo -il buio- ecc. ecc. ecc. ) caro a molte filosofie orientali. Il sole che ha vinto (invitto) non indica quindi di per sè che sia invincibile, altrimenti difficilmente le tenebre o il male ingaggerebbero una lotta con lui: ed eccol allora (quando il sole vince) la celebrazione di una festa o la considerazione del sole che sorge come un evento lieto.
 Il culto del sole/Cristo 
    viene introdotto presso i romani anche attraverso uno specifico culto del 
    sole/Elios, che -al contrario del cristianesimo e del culto di Mitra) viene 
    proposto in modo ufficiale ed anzi favorito di persona da parte di diversi 
    imperatori e a più riprese. 
    A 
    Roma si festeggiava il sol Indiges, ma vi furono 
    vari tentativi di introdurre il culto del sole nella sua forma più 
    orientaleggiante. Settimio Severo prese in moglie Giulia, nata dalla stirpe 
    dei sacerdoti del dio sole, e portò il culto a Roma. Da segnalare anche 
    Eliogabalo e gli interventi anche più concreti e stabili nella loro 
    ufficialità di Aureliano, fino all'assestamento definitivo da parte 
    di Costantino. Eliogabalo 
    regnò troppo poco per imporre il culto del sole, e la sua caduta la 
    si deve anche (ma non solo, come vorrebbero farci credere) a questo suo tentativo. 
    Aureliano (più saldamente sul trono) introdusse 
    la monetazione con la testa a raggera (l'uomo con la testa raggiante è 
    la classica rappresentazione del sol invictus, si veda a lato il disegno tratto 
    dall'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert), gli fece costruire un tempio sul 
    Campus Agrippae, istituì la festa del 25 dicembre (l'attuale Natale) 
    eccetera. E' molto curioso notare che la "conversione" al dio sole 
    di Aureliano è sopvrapponibile a quella di Costantino: a csiascuno 
    dei due viene attribuito un sogno premonitore in base al quale in nome del 
    sole avrebbero vinto, e in tali battaglie vinsero. Nel caso di Costantino, 
    l'agiografia cristiana postuma ha trasformato di volta in volta il sogno nel 
    monogramma di Cristo composto da X e P sovrapposte (vedi la voce iconografia) 
    oppure nel segno della croce (che potrebbe essere il simbolo del sole) o -ancora- 
    ha trasformato il privatissimo sogno in una pubblica visione, e così 
    via. Ma a seconda della versione la situazione o è la stessa ho ha 
    delle forti analogie.
Parte della confusione tra il cristianesimo e il culto del sole lo si deve proprio a Costantino che (adepto al culto del sole) sdoganò il cristianesimo e ne divenne l'anima (favorendolo anche economicamente e combattendo le eresie) ma senza mai rinunciare al culto del sole. Dalla titolatura imperiale romana, e (come altre cose) il culto del sole passa al cristianesimo anche in modo ufficiale (Dionigi Aereopagita attribuisce a Cristo il nome di Sol Justitiae).
Il "sol 
    invictus" non è una religione ben determinata (sarebbe 
    quindi errato usare questo attributo per le vetrate medioevali o per le raggere 
    attorno alla testa dei santi). Il culto del sol invictus più che altro 
    è un tormentone che pervade i secoli e i millenni, e che assume diversi 
    aspetti. Si tratta di una serie di mescolanze e contaminazioni tra vari culti 
    egiziani, siriani, etiopi o arabici, che già avevano come riferimento 
    una "pietra nera" che fu portata a Roma da Eliogabalo. Una "pietra 
    nera" la si ritrova anche nella Roma arcaica (Lapis nigra) ed è 
    un dei punti centrali dell'attuale religione islamica, quella del santuario 
    della Mecca. 
    Le uniche cose in comune in epoche, stili, manifestazioni tanto diverse è 
    la rappresentazione a-del sole b-dei suoi simboli c-della nascita o rinascita. 
    Quindi "sol invictus" andrebbe forse tradotto come "sole sorgente", 
    in quanto è "invitto" dopo una lotta e viene restituito al 
    mondo risalendo sul'orizzonte verso il cielo.
Questo "sorgere" appartiene a due cicli. Il più ovvio è quello relativo al giorno e alla notte, ovvero al ciclo circadiano. Ogni sera il sole tramonta, ogni mattina sorge (a Oriente, che -come detto sopra- indica proprio questo sorgere).
Il secono ciclo è quello che determina el stagioni, ed è il ciclo dell'anno. Durante l'estate il sole sale sempre di meno sull'orizzonte, fino ad un minimo incentrato (con i calcoli di oggi ) sul 21 dicembre. Da questo giorno il sole ricomincia di giorno in giorno a risalire più in alto nel cielo. Il 25 dicembre è stato stabilito come il giorno in cui il sole ricomincia a salire, e inizia un nuovo anno solare. Abbiate pazienza per lo sscivolamento di qualche giorno, dovuto ai calcoli non sempre perfetti e alle varie correzioni fatte nei secoli al calendario.
. Alla fine del IV secolo Teodosio proclama il "giorno del sole" (dies solis) come "domenica". Tale diverrà in Italia, in Spagna, in Francia ed in altri Paesi. Resterà invece "giorno del sole" in vari altri, come in Germania (Sonntag) e in Inghilterra (Sunday)
Nel culto del sole si trovano (e si mescolano sia prima che dopo il critianesimo, la Mastruca dei Celti e la Yule dei popoli germanici, o Geola per gli anglo-sassoni. In particolare la Yule questa indica la ruota, e questa a sua volta il cerchio del sole o la raggera, nell'antico italiano chiamata anche razza. Il cerchio oltre al sole in se indica anche la ciclicità circadiana del giorno/notte e quelal annuale estate/inverno.
E' da notare che la raggera fiammante era anche il segno araldico del Visconti. Che a sua volta è il simbolo del sole. Ma la sua collocazione, il cerchio giallo a raggera, il fatto che l'abside sia volta a Est (verso oriente), non fanno che confermare che questo coincidere di segni non si possa ridursi semplicemente al stemma visconteo, ma dice che si rifà alla millenaria identificazione di Cristo col "sole nascente " o -appunto- "Oriente". Si può far notare al riguardo come il sole nascente dia il nome all'Oriente ( in latino la parola oriens ovvero la parola che sta per l'italiano Oriente, significa semplicemente sorgente) e come questo stesso Oriente dia il nome all' "orientamento", ovvero allo stabilire dove sia l'Oriente.
In ragione di questo sole sorgente le basiliche cristiane venivano spesso orientate a Est. All'orientamento fa parte quindi anche il volgere le basiliche a Est. Nei primi secoli il culto di Cristo in effetti era indistinguibile dal culto del Sole nascente. Ma anche mille anni dopo questa identificazione continua. E qui se ne ha la prova.
Per chiarire la simbologia di questa 
    vetrata occorre comunque recarsi all'esterno. 
    Sulla finestra volta verso il sole nascente vi è una strana rappresentazione 
    della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.
    In altro vi è Dio Padre, sotto forma di 
    Dio Padre, e fin qui non ci sono problemi né stranezze. Più 
    sotto (come si usa ovunque) ecco lo Spirito Santo, 
    raffigurato tra il Padre e il Figlio, e in forma di colomba. Qui ci sarebbe 
    molto da dire, perchè la collocazione dello Spirito Santo è 
    una cosa molto delicata, che ha generato tra l'altro lo scisma tra la Chiesa 
    orientale e occidentale. Si discuteva infatti se lo Spirito santo procede 
    dal Padre o dal Padre e dal figlio. Disputa che a quanto pare appassionava 
    anche il popolo a Costantinopoli, dove si crearono partigianerie di una fazione 
    o dell'altra. Dicorso che ci porterebbe lontano, e quindi limitiamoci a dire 
    che qui le cose appartengono all’iconografia cristiana più classica. 
    
    >> Le cose si scombinano però per una prima stranezza: la rappresentazione 
    dello Spirito santo, che non è in forma di colomba (come si trova ovunque, 
    compresa l'abside di S.Pietro a Roma) ma in forma di aquila coronata. A sua 
    volta, altro stemma araldico dei signori di Milano. 
    >> Più sotto (sotto il Padre e lo Spirito Santo) ci andrebbe 
    naturalmente la terza persona della Trinità, ovvero il Figlio. 
    ovvero Gesù Cristo. Ed invece ecco un bel sole fiammeggiante, che sarebbe 
    quindi la rappresentazione del Figlio, ovvero di Cristo. 
La cosa curiosa è 
    che le due persone della Trinità che sono strettamente spirituali e 
    quindi senza forma vengono rappresentate rispettivamente come una persona 
    umana e un'aquila, mentre l'unica persona umana della Trinità, che 
    è il Cristo, viene resa con un simbolo astratto che indica il Sole.
    
    Il sole a questo punto è di nuovo sia uno stemma araldico (come detto, 
    di Visconti) ma ancor più la rappresentazione sia di Cristo che del 
    Sole, uniti nello stesso simbolo. Si dimostra dunque che l’identificazione 
    di Cristo col Sole prosegue anche mille anni dopo Costantino.
    
nota = Il culto del Sole e Santa Lucia.
Una delle 
    caratteristiche più tipiche del Sol Invictus (come si vede anche dal 
    disegno settecentesco riportato qui sopra) consiste nella raggera attorno 
    alla testa. Da notare l'analogia con l'usanza nordica (svedese) di celebrare 
    una festa (in onore di Santa Lucia) in cui le ragazze si mettono in testa 
    un cerchio su cui poggiano sette candele. "Lucia" è un nome 
    che deriva da "luce", la sua festa (13 dicembre) cade a soli otto 
    giorni giorni di distanza dal solstizio d'inverno 21 dicembre, che ha generato 
    sia la festa del sole nascente che il Natale). 
    Queste 
    fiammelle attorno alla testa non possono non ricordare la testa raggiata del 
    sole nascente. 
    In effetti la celebrazione coincide con quella 
    del sole nascente, perchè i calcoli astronomici non erano precisi come 
    oggi e sopratutto vi sono stati vari aggiustamenti. Ancor oggi è molto 
    diffuso il proverbio popolare: "il giorno di santa Lucia è il 
    più corto che ci sia", a conferma che si ritiene che questo sia 
    il solstizio d'inverno, giorno dopo il quale le giornate inziano di nuovo 
    ad allungarsi. E' da notare che questa santa che (come dsi diceva ha il nome 
    che deriva da "luce"), era venerata specialmente nell' isola di 
    Origia, dove sorgeva un famoso santuario di Artemide, e non sono escluse delle 
    contaminazioni (che paiono anzi probabili) con la simbologia legata a questa 
    dea. 
Nel duomo di Milano una enorme meridiana indica le ore e le date, e sottolinea il solstizio d'inverno (il Natale) momento da cui il sole ricomincia a salire nell'orizzonte. (cliccare sull'immagine per ingrandirla)
