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>> NOTA SUI CELTI
>> NOTA SULLA ROSA CAMUNA
>> CITAZIONI -
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>> nota sulle reliquie
>> nota sull'iconografia cristiana
>> nota su S.Ambrogio
>> note sul culto del sole
>> il sole e il suo carro
>>note sulla cosmologia e geometria

indice
.................................................... 1 storia di Milano
2 immagini curiose
3 Milano archeologica (questa pag.)
4
Lirica, balletto e teatro
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La reliquia (parola latina indicante "resto" nel senso di salma) si riferisce
1-ad una salma degna di venerazione (quindi di un beato di un santo)
2- ad una parte di questa salma (lingua, testa, ecc), o
3- di un oggetto che ha avuto una relazione col santo/beato sia da vivo che da morto. Ad esempio, vesti, tessuti, oggetti d'uso, strumenti del martirio, ecc.

La venerazione delle reliquie è diffusa soprattutto nel Cristianesimo (specificamente nella Chiesa cattolica e in quella ortodossa), ma non è esclusiva di questo. Vi sono ad esempio delle reliquie molto venerate di guide spirituali della religione buddista. E addirittura si può parlare di venerazione di reliquie anche in ambito laico. Ad esempio, vi è una tradizione polacca molto antica di porre il cuore di un personaggio insigne (re, poeti, musicisti) in luoghi dove possano essere venerati.
Tra questi basti ricordare il cuore del poeta Mitzchievicsz, o quello del famoso compositore e pianista Chopin. È stato chiesto anche il cuore di papa Giovanni Paolo II (Wojtyla). L'uso di asportare il cuore e porlo in un reliquiario non è del resto una tradizione locale polacca, ma largamente usato anche altrove, si veda (tra i tanti) il cuore di don Orione morto a Sanremo nel 1940.

Ma vi sono delle pratiche del tutto laiche che possono richiamare l'uso delle reliquie in senso lato, ad esempio le ciocche di capelli come ricordo di persone care (es. quello di Lucrezia Borgia conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano) o i calchi di parti del corpo conservate o personaggi illustri (ad esempio il calco in gesso delle mani del direttore d'orchestra Arturo Toscanini, morto nel 1957, conservato al Museo Teatrale della Scala).
E' curioso notare che a volte queste reliquie cristane e laiche erano mescolate. Ad esempio, nel basamento della grande colonna del foro ellittico di Costantinopoli, assieme ad alcune (improbabili) reliquie cristiane come il vaso d'unguento con cui furono unti i piedi di Gesù, i cesti che contenevano il pane moltiplicato miracolosamente o l'ascia con la quale Noè intagliò l'Arca) vi era anche la statua di una divinità pagana (Atena) che Ettore avrebbe portato via da Troia.

nota= questo è unico santuario che io conosca misto pagano/cristiano, cosa che non riesco a immaginare possa essere stata tollerata dalla Chiesa pochi decenni prima o pochi decenni dopo)

A proposito di questa mescolanza, si può ricordare anche l'elmo di Costantino appeso sopra l'altare di Santa Sofia a Costantinopoli.


Le reliquie di piccole dimensioni sono custodite in speciali teche più o meno elaborate, dette reliquiari, che secondo le disposizioni del Concilio di Trento devono contenere anche il certificato del Vescovo e il sigillo.
Vi sono degli speciali reliquiari per i frammenti della croce, piccoli e grandi, chiamati stauroteche.

La celebrazione della messa deve avvenire su una reliquia di un santo, in quanto l'altare è assimilato ad un sepolcro di un santo su cui si celebra. In genere gli altari delel chiese più importanti sono essi stessi dei sepolcri (come quello del Duomo di Milano, che è un sarcofago romano riciclato) o costruiti sopra sepolcri o resti veri o presunti (come quello di S.Pietro a Roma). Per le messe da campo sono previsti degli strati di tessuto contenenti l'apposita reliquia.

Nel corso dei millenni le reliquie dei santi ebbero usi differenti, sia per il loro impiego (solenni processioni, traslazioni, benedizioni, ecc.) sia per la loro dislocazione fissa. Ad esempio S.Ambrogio fece costruire quattro basiliche ai quattro lati di Milano, ciascuna delle quali conteneva corpi di santi, con un intento protettivo verso le forze del male o contro i nemici.

Una forma particolare di culto che incrociò la propria strada con l'uso delle reliquie era quella delle immagini sacre. Una parte della controversia che si espresse nell'iconoclastia non riguardava tuttavia la possibilità di venerare le immagini di Cristo o dei Santi, ma il potere taumaturgico o miracoloso o sacro di una singola, specifica immagine. Terminata (almeno all'interno della chiesa cattolica) questa controversia, il culto delle immagini è concesso solo in quanto oggetto specifico ma come rappresentazione del Cristo, degli Angeli o dei Santi.

Nonostante molte reliquie corrispondano a oggetti del tutto improbabili o frutto di evidente contraffazione, occorre dire che per molte di esse vi è una certa giustificazione. Riprendendo quanto detto sopra, ovvero che sono considerate reliquie anche oggetti o stoffe entrati in contatto con santi, ecco che alcune di queste reliquie possono derivare dal contatto con altre reliquie, icone speciali o immagini sacre. Alcuni oggetti come "il braccialetto della Madonna" potrebbero essere insomma un braccialetto che era posto sul braccio di una statua oggetto di culto particolare, e per traslato nel parlare comune è divenuto in completa buona fede il braccialetto non più dell'immagine ma della Madonna stessa.


Tra le prime reliquie vi furono quelle costituite dai corpi dei martiri delle persecuzioni dei primi secoli. Essi venivano obbligatoriamente sepolti nei cimiteri o (a Roma) nelle catacombe, perchè secondo la legge romana applicata ampiamente non si potevano tenere i morti dentro il perimetro delle città, nè come tali nè arsi (le ceneri).
A volte parti della salma venivano asportate e conservate in altri luoghi, e questo sembrava più tollerabile. Tra questi esempi, il cranio di Alessandro, vescovo di Roma e vissuto a cavallo tra il I e il II secolo.

Un grande impulso si ebbe dopo il cosiddetto Editto di Milano col quale Costantino autorizzò il cristianesimo. In breve si permise la sepoltura di santi, martiri e altro nelle chiese, in quanto molte furono le eccezioni alle leggi romane. Occorre anche dire che molte chiese e basiliche oggi in città vennero costruite in periferia, su cimiteri esterni e poi inglobate nel tessuto urbano.

Elena, la madre di Costantino, durante un famoso viaggio a Gerusalemme iniziò a raccogliere le più o meno probabili reliquie della passione (sopratutto la vera Croce, che diede vita addirittura a una festa nel calendario). Ciò che soprende è che Elena era stata un'ostessa, categoria di persone che non hanno la fama (allora come oggi) di essere raggirate facilmente. Tuttavia la sua ferma fede gli consentì di prendere per buone un sacco di reliquie ottenute mediante ritrovamenti più o meno miracolosi.

Negli anni successivi vi fu una caccia ai corpi dei santi e dei martiri, e ciascuna città cercava di assicurarsi grandi santi come garanzia di protezione divina e di prosperità.
(si veda il caso di Sant'Ambrogio, clicca qui per altre informazioni). Questa concezione dei santi che proteggono la città attraversa i millenni, e sopravvive ancor oggi: ciascuna città è dedicata ad un santo e celebra una festa nel giorno della sua ricorrenza. Si pensi ad esempio a Venezia, che viene addirittura chiamata la Repubblica di San Marco, in onore delle spoglie dell'evangelista traslatovi nel medioevo. Anche nei Promessi Sposi di Manzoni, quando Renzo fugge da Milano e attraversa l'Adda, chiede conferma di non essere più sotto la giurisdizione milanese e gli viene riposto che è sulla "terra di San Marco". Naturalmente non perchè San Marco fosse di Bergamo, ma perchè era un territorio controllato da Venezia.

Ma questa devozione verso un santo che protegge la città vive uno dei suoi momenti più intensi nel Medioevo: ci si procura le salme con ogni mezzo.
>> Data la grande richiesta di reliqueie si verificarono molti abusi, e accanto alle reliquie credibili se ne veneravano anche moltissime palesemente alse. Il poeta Cristoforo di Mitilene narra che un monaco collezionò 10 mani di san Procopio, 15 mandibole di san Teodoro, 8 piedi di san Nestore, 4 teste di san Giorgio e quant'altro. A volte le reliquie venivano vendute, date in pegno in cambio di prestiti (es. la corona di spine data dall'Imperatore latino di Bisanzio al re di Francia), prese come bottino di guerra (es. le reliquie dei Magi prese dal Barbarossa a Milano) prestate (il prepuzio) o non di rado rubate.(es. San Nicola ad opera di marinai di Bari).
>> Si ha ancora un qualche scambio e traslazione di reliquie, ma oggi sono per lo più doni (es. le reliquie dei Magi inviate a Milano negli anni '50 o quelle di S.Gregorio Nazianzeno regalate da Giovanni Paolo II al patriarca di Costantinopoli.
>> Tuttavia anche oggi continua la compravendita, magari sfruttando le tecnologie del momento: parecchie reliquie si trovano perfino sulle aste on line.

I santuari che ospitavano le reliquie più venerate erano importanti mete di pellegrinaggio, e intorno ad essi si sviluppava anche un cospicuo giro d'affari. Si pensi ai fenomeni millenari che rappresentarono i pellegrinaggi a Roma (per la tomba dell'Apostolo Pietro) o a quello del santuario di Santiago de Compostela.

E' importante notare che proprio per questa sete di reliquie molte di esse non hanno una storia tracciabile che risale alla loro origine (es. l'epoca di Gesù, di Salomone o addirittura di Noè) mentre queste reliquie appaiono sulla ribalta proprio nei momenti in cui massima è la loro richiesta e la relativa devozione.

Nell'epoca della riforma protestante il culto delle reliquie fu messo in discussione: diverse sette protestanti lo rifiutarono, e molte reliquie furono distrutte dai protestanti oppure durante le frequenti guerre di religione. Altre distruzioni avvennero poi durante la Rivoluzione francese e successivamente durante le invasioni napoleoniche.

Reliquie di Gesù


Tra le reliquie più famose vi sono i cosiddetti strumenti della Passione, ovvero gli attrezzi e oggetti usati per la crocefissione di Gesù. Secondo la tradizione, molti di questi oggetti furono rinvenuti a Gerusalemme da sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, nel IV secolo.


La croce alla quale venne crocifisso Gesù sarebbe stata trovata insieme a quelle dei due ladroni scavando il terreno del Golgota. Si racconta che venne riconosciuta miracolosamente: accostando le tre croci a una malata, questa sarebbe stata guarita all'esposizione della terza. La "Vera Croce" rimase esposta a Gerusalemme; sottratta dai Persiani nel VII secolo, venne recuperata dall'imperatore bizantino Eraclio. Nel 1187 venne portata dai Crociati sul campo di battaglia di Hattin, perché assicurasse loro la vittoria contro il Saladino; la battaglia invece fu perduta, e della croce si persero le tracce per sempre. Tuttavia nei secoli precedenti ne erano stati prelevati numerosi frammenti che sono tuttora conservati in molte chiese.

Erasmo da Rotterdam ironicamente affermava che ne circolavano così tanti che con quel legno si sarebbe potuta costruire una nave.


L 'enorme quantità di reliquie della croce che vi era nei tempi passati era tanto leggendaria, che si trovarono diverse spiegazioni. S. Paolino ne propone una miracolosa, ovvero il fenomeno "della reintegrazione dellla croce": se ne potevano staccare tutti i frammanti che si voleva, ma -a fronte di qualunque prelievo di legno- la croce restava sempre integra [The Catholic Encyclopaedia, Vol. 4, p. 524]

I chiodi della crocefissione. Ve ne sono diversi. Uno dovrebbe essere forgiato a forma di morso di cavallo e conservato nel Duomo di Milano (vedi a lato). Un altro dovrebbe essere conservato a Roma. Un terzo dovrebbe essere stato forgiato a forma di lamina e posto dentro alla corona ferrea, a circondarla all'interno, e la corona deriva il suo nome proprio da questa lamina. La corona ferrea (oggi conservata a Monza) secondo Bartolomeo Zucchi (1602) era il diadema di Costantino (*= vedi nota a lato) ma successivamente venne considerata più tarda. Ed in effetti nei millenni fu riparate e rimaneggiata, forse depauperata (forse al posto di sei lamine ve ne erano otto) e impreziosita (forse ciascuna lamina aveva solo una piatra preziosa). Nel frattempo è stata usata per incoronare un numero incalcolabile di re e imperatori, compresi Carlo Magno, il Barbarossa e Napoleone, (che la cinse nel 1805 nel Duomo di Milano), passando per Imperatori austriaci e re goti. Alcune analisi recenti (1993) dimostrerebbero che la lamina di ferro (ovvero il chiodo della croce) è in realtà una lamina d'argento, e quindi la corona ferrea non avrebbe nulla di ferreo, e tanto meno conterrebbe il santo chiodo. Tuttavia a sorpresa alcuni studiosi sono trornati all'idea che questa corona fosse proprio il diadema di Costantino, a suo tempo agganciata all'elmo che era sospeso sull'altare di santa Sofia a Costantinopoli.


La corona di spine, a lungo conservata a Costantinopoli, fu poi ceduta al re Luigi IX di Francia (1214-1270) che la collocò nella Sainte Chapelle da lui fatta appositamente costruire a Parigi. La Sainte Chapelle è conndìsiderata uno dei massimi capolavori del gotico e fu dotata anche di altre reliquie.


Vi sono due Scale Sante, ovvero la scala percorsa da Cristo per recarsi da Pilato, una a Roma (oggi in San Giovanni in Laterano) e una a Gerusalemme.


La colonna della flagellazione (in Santa Prassede).


La Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme comprende la collina del Golgota, luogo della crocefissione di Gesù, la tomba nella quale egli fu deposto (appunto il "Santo Sepolcro") e la pietra sulla quale il suo corpo sarebbe stato unto per la sepoltura. Questo luogo era tanto importante che la motivazione delle Crociate era definita come "la liberazione del Santo Sepolcro".


Il sangue di Gesù scaturito dalla ferita al costato, secondo la tradizione, venne raccolto dal soldato Longino, che gli aveva sferrato il colpo di lancia: egli lo avrebbe portato a Mantova. L'ampolla contenente il presunto sangue è custodita nella cattedrale della città.


La Sacra Lancia,
con cui fu trafitto il costato di cristo morto, appartenne a Carlo Magno e ai suoi successori e oggi si trova a Vienna.


La Sacra Sindone, conservata a Torino, sarebbe il lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Gesù durante la sepoltura. La sua autenticità è sostenuta energicamente da alcuni e smentita con altrettanta energia da altri: la datazione eseguita con il metodo del carbonio-14 la farebbe risalire al XIV secolo, ma altri dimostrano prove di diverso tenore.


La tovaglia di lino usata da Cristo per la lavanda dei piedi degli Apostoli: se ne conoscono addirittura due, una nella chiesa romana di San Giovanni in Laterano ed un'altra in Germania, ad Acqs. Quest'ultima tovaglia riporterebbe addirittura l'impronta del piede di Giuda.


Il Santo Prepuzio di Gesù era conservato ed esposto nel giorno di Capodanno a Calcata, paese del viterbese, fino al 1970, quando il parroco ne comunicò il furto.

Reliquie di Maria, degli Apostoli e di altri personaggi dei Vangeli


Il corpo di san Pietro fu sepolto a Roma nel luogo vicino al suo martirio, presso il circo di Nerone: sul luogo venne poi costruita l'omonima basilica costantiniana e poi l'attuale Basilica di San Pietro in Vaticano. Nel 1964, a seguito di una campagna di scavi archeologici, fu annunciato il ritrovamento delle presumibili ossa dell'Apostolo, oggi collocate sotto l'altare.


Il corpo di san Giacomo Maggiore, secondo la leggenda, fu trasportato dalla corrente del mare fino alla costa atlantica della Spagna e finito non si sa come in un campo. Vi fu un sogno premonitore e una stella indicò il campo in cui si trovava, dove fu costruito un grande santuario. Da Sant Jacopo viene Sant Jago e poi Santiago, da campus stellae (il campo della stella) viene Compostela. In tale località sorge oggi il santuario di Santiago di Compostela, fin dal Medioevo una delle principali mete di pellegrinaggio con Roma e Gerusalemme. Il simbolo di Sant Jago è la conchiglia, che veniva portata dai pellegrini che percorrevano la spiaggia, il santo viene rappresentato con la conchiglia in fronte, quasi a ricordare il suo passaggio marino. Da qui viene il nome delle capesante nel Sud Italia o delle sant-jascques in Francia, che viene dato al mollusco contenuto nella conchiglia. Ancor oggi questo santuario è uno dei più visitati di tutta la cristianità.


Il corpo di san Marco evangelista, custodito dapprima ad Antiochia, fu poi portato a Venezia e divenne patrono della città e della Repubblica di Venezia, spesso chiamata anche "Repubblica di San Marco".


La sacra cintola (ovvero, la cintura della Madonna) a Prato


Fasce del bambin Gesù
ad Aquisgrana


L'anello nunziale di San Giuseppe a Perugia, in Duomo (era a Chiusi dove era stato portato da Gerusalemme nell’XI)


Gli anelli di fidanzamento di Giuseppe e Maria. A Notre- Dame,Parigi
La cintura di San Giuseppe (portata in Francia nel 1254 da sir de Joinville - chiesa dei Foglianti a Parigi)


Bastone di San Giuseppe
, Camaldolesi a Firenze (il bastone è quello che sarebbe fiorito miracolosamente ed è presente nell'iconografia del Santo)
Frammenti di bastone di San Giuseppe Santa Cecilia a Roma
Frammenti di bastone di San Giuseppe Sant’Anastasia a Roma
Frammenti di bastone di San Giuseppe San Domenico Bologna
Frammenti di bastone di San Giuseppe in San Giuseppe del Mercato
Frammenti della tomba di San Giuseppe in Santa Maria al Portico a Roma

Frammenti della tomba di San Giuseppe in Santa Maria in Campitelli a Roma


La Santa Casa di Loreto
sarebbe l'abitazione di Maria, dove avvenne l'Annunciazione. Secondo la tradizione popolare fu trasportata in volo da Nazaret a Loreto da alcuni angeli. Più probabilmente vi fu trasposrtata dai Crociati. Sul luogo è poi sorto un imponente santuario meta di pellegrinaggio millenario.


In molte chiese sono conservati i presunti capelli di Maria (per esempio a Messina) o il suo latte.


I resti della mangiatoia in cui venne deposto Gesù bambino (S.Maria Maggiore, Roma)


La bottiglia di latte da cui beveva Gesù bambino (Wilder, p.57)


La borsa (vuota) in cui Giuda Iscariota ricevette i trenta denari per i quali tradì Cristo.


La presunta testa di san Giovanni Battista è esposta a Roma, nella piccola chiesa di San Silvestro in Capite che da essa prende il nome.

Il braccio di San Giovanni Battista Cattedrale di Santa Maria Assunta Siena donato da Papa Pio II il 6 maggio 1464
Il mento di San Giovanni Battista cattedrale di S. Lorenzo di Viterbo


Il piatto che avrebbe accolto la testa di San Giovanni Battista (Genova, tesoro della cattedrale di San Lorenzo)


Un dito di San Giovanni Battista nel Museo dell'Opera del Duomo di Firenze (donato dall'Antipapa Giovanni XXIII)


A Milano si conservavano anticamente le presunte spoglie dei Re Magi. Nel XII secolo l'imperatore Federico Barbarossa le prese come bottino di guerra e le portò a Colonia, dove si trovano tuttora. Alcuni resti furono restituiti a Milano negli anni '50 e sono stati posti in Sant'Eustorgio.

 

Reliquie di altri santi


Le spoglie di san Nicola di Bari erano custodite a Myra, in Asia Minore. Nel 1087 furono trafugate da alcuni marinai baresi e trasportate nella loro città. Il santo nei paesi nordici è chiamato Santa Klaus ed è all'origine del personaggio di Babbo Natale.


Il corpo di sant'Ambrogio, patrono di Milano, è sepolto nella cripta della chiesa a lui dedicata, insieme ai corpi dei Santi Gervasio e Protasio.


Nel Duomo di Milano il corpo di San Carlo Borromeo (urna donata da Filippo di Spagna, croce donata da Maria Teresa d'Austria, maschera dal calco del viso voluta da Paolo VI)


Nella Basilica di sant'Antonio di Padova si conservano la lingua e le dita del santo.


La mano di Santo Stefano d'Ungheria è conservata nella basilica di Budapest.


Ampolle con il sangue di San Gennaro (Napoli) oggetto di miracolosa liquefazione.Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro
Braccio di Sant'Antonio Abate - Misterbianco (esposto il 17 gennaio)
Braccio di San Benedetto da Norcia, donata al Monastero di Leno (BS) nel VIII sec. su preghiera di re Desiderio.


Il corpo di Sant'Agata a Catania suddivisa in vari reliquiari: alcuni organi nel busto con testa, gli orafi di Limoges eseguirono anche i reliquiari per le membra: uno per ciascun femore, uno per ciascun braccio, uno per ciascuna gamba. Nel 1628 fu realizzato quello per la mammella.
Ulna e radio di un braccio di Sant'Agata a Palermo, nella Cappella regia.
Un osso del braccio di Sant'Agata a Messina, nel monastero del SS. Salvatore.
Una parte dell'osso del braccio di Sant'Agata ad Ali (Messina)
Un dito di Sant’Agata a Sant'Agata dei Goti (Benevento)
Il corpo di San Pietro da Verona, cappella Portinari S.Eustorgio, Milano (il 29 aprile si usa urtare la testa per preservare dal mal di testa)

Resti di San Gregorio di Nazianzo - Basilica di S. Pietro, Roma (una parte fu donata da Giovanni Paolo II al patriarca di Costantinopoli nel 2004)

Reliquie di San Lucido ad Aquarara (SA). Rubate più volte, infine la testa fu ritrovata dalle forze dell'ordine in una casa privata nel 1999.


Reliquie di San Pantaleone : nell'omonima chiesa di Lanciano vi è la spada che troncò la testa del santo, il carrello dentato con cui veniva martoriato il corpo, la fiaccola con cui gli venivano bruciate le ferite, un tronco di ulivo che germogliò a contatto con il corpo del santo.


Costola di S.Caterina a Astenet in Belgio (proveniente da Siena, 1985).
Un piede di Santa Caterina è conservato nella Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia
Un dito di Santa Caterina (Basilica di San Domenico, Siena. (Usata per benedire l'Italia le Forze Armate)
Testa di Santa Caterina a San Domenico - Siena. Fu staccata dal corpo nel 1381 per volere di Papa Urbano VI


Un pezzo di lingua di San Biagio a Carosino (Taranto)
Un braccio di San Biagio nella cattedrale di Ruvo di Puglia
Il cranio di San Biagio a Dubrovnik (già Ragusa, in Croazia)
San Biagio a Maratea (Potenza)


Come esempi di corpi incorrotti si possono citare la salma di san Riccardo Pampuri nella chiesa di Trivolzio, quella di Santa Rita da Cascia, di san Giacomo della Marca a Monteprandone.

Reliquie che hanno lasciato un segno nella storia


Costantinopoli racchiudeva alcune delle reliquie più preziose, molte delle quali vennero disperse.

tra le più venerate vi erano il manto della madonna (il maphorion),
i sandali di Cristo,
la veste di San Giovanni Battista
un'ampolla con il sangue di Cristo, che venne usato per firmare certi documenti solenni.
Il parapetto del pozzo davanti al quale si svolse l'episodio evangelico di Cristo e
La pietra su cui venne composto il corpo di Cristo dopo la morte.
il trono di Salomone,
la verga di Mosè,
i resti degli "innocenti", ovvero dei bambini fatti uccidere da Erode

A queste reliquie vanno aggiunte alcune icone che (più che immagini sacre) venivano considerate reliquie, nel senso che erano legate ad un evento che aveva generato quell'immagine specifica, come l'icona della vergine Odigitria (che sarebbe stata dipinta dall'evangelista S. Luca).
V i erano poi le icone considerate miracolose in quanto non dipinte da mano umana (acheropite).

Il culto delle icone era tale che durante i trionfi (cerimonia tipicamente romana dopo una vittoria) sul carro del vincitore, e al posto del vincitore, veniva posta l'icona della Vergine.


a Costantinopoli fu portato anche il Mandylion, un panno con impressa l'immagine del volto di Cristo. Era inizialmente ad Edessa, ed aveva fama di rendere invincibile la città quando esposto sulle mura, fin che la città non fu espugnata. Fu trasportato a Costantinopoli nel 944, fu perduto nel 1204, ma secondo alcuni è la Sacra Sindone di Torino.


Molte reliquie -oltre che a Costantinopoli- erano conservate anche a Roma, ed in particolare in Laterano, dove erano venerate reliquie come le tavole delle leggi ricevute da Mosè sul Sinai o l'Arca dell'alleanza.


Ma la reliquia più famosa che percorre la storia è probabilmente il santo Graal, ovvero la coppa in cui sarebbe stato raccolto il sangue di Cristo durante la crocefissione. Oppure la coppa usata per 'Ultima Cena, oppure usata per entrambe le cose. Oggetto leggendario, di cui non si conosce l'ubicazione (anche se una dozzina di luoghi e chiese si attribuiscono la sua presenza) e fonte di innumerevoli miti, leggende, poemi letterari, opere letterarie (forse la più antica è Perceval le Gallois ou le Compte du Graal di Chretien de Troyes, 1190, opere teatrali e opere liriche (il Lohengrin e il Parsifal di Richard Wagner) e film come the Last Crusade (l'Ultima Crociata), di Steven Spielberg o come La leggenda del Re Pescatore di Terry Gilliam. Vari film più o meno storici hanno come oggetto la ricerca di altre reliquie. Sull' arca dell'Alleanza è incentrato ad esempio il film The Raiders (I Predatori dell'Arca Perduta), le tavole della Legge sono uno degli elementi elementi centrali del Kolossal "I dieci comandamenti" di Cecil de Mille. =

I RELIQUIARI

I reliquiari possono essere a forma di ostensorio architettonico, o assomigliare a un ostensorio a raggera, con decorazioni varie al posto dei raggi.

Vi è una tradizione che consiste nel forgiare i reliquiari anche nella forma del pezzo anatomico che contengono (es. un braccio d'argento che contiene il braccio del santo).

Una forma curiosa dei reliquiari (qualunque sia la parte anatomica custodita) consiste nel costruire un busto del santo, e di porre la reliquia dietro una finestrella sul petto.

Sono abbastanza comuni i busti di metallo (di solito argento o composto simile) di quattro vescovi con mitria, da porre sugli altari, inframezzati dai sei candelabri prescritti dal rito romano per le messe solenni.

Qui, una soluzione analoga ma in legno dorato.


La reliquia della santa croce (o "il sacro morso").

Narra la leggenda che la madre di Costantino (sant'Elena) portò al figlio i chiodi usati per crocifiggere Cristo e che aveva ritrovato miracolosamente a Gerusalemme.


La leggenda dice che Costantino -a titolo devozionale- forgiò un chiodo a forma di morso per il proprio cavallo.

Questo morso di ferro (sempre secondo la leggenda) sarebbe quello custodito nell'abside del Duomo di Milano, a decine di metri d'altezza, per rendere difficoltoso il suo furto.

L'11 settembre l'arcivescovo sale fin lassù con un ascensore barocco (la "nivola", perchè a forma di nuvola) e lo porta in basso per benedire i fedeli.

La reliquia del chiodo della croce/morso di cavallo è custodita in una teca trasparente, una luce rossa indica la sua presenza (nella foto, sopra le finestre centrali).

 

(*) NOTA SUI DIADEMI

Le "corone" nell'occidente erano per lo più segno di vittoria, da consegnare ad atleti o (in senso lato) agli imperatori o vittoriosi. In questa forma è arrivata fino a noi

"corona" d'alloro stilizzata, ancor oggi simbolo di vittoria (e non di stato regale!)

Ecco un signore che incorona con rami d'alloro, quindi conferisce la vittoria. Questa raffigurazione (ottocentesca) è in qualche modo diversa dalla tradizione, secondo cui la vittoria (rappresnetata dalla corona) veniva portata in volo da speciali esseri alati, le Nike. Questi esseri (per contaminazione con le figure pagane) si sono trasformati in angeli (gli angeli della Bibbia o del Vangelo non hanno le ali).

Il simbolo regale era infatti la porpora. In Oriente questa porpora venne data a più persone (es. ai Cesari o eredi, ecc.), e per distinguere l'imperatore si preferì riservargli i calzari rossi, che venivano indossati cerimonialmente durante l'investitura e che nessun altro poteva portare.

Sempre in Oriente nacque l'uso di porre in testa all'imperatore un diadema. La corona regale era a forma di casco, la corona data ai vittoriosi era a forma di due rami d'alloro alloro, il diadema era una fascia (a volte semplicemente di stoffa) da porre attorno alla testa e ornata in modo prezioso.

Questa fascia ricorda in qualche modo le "infule" dei sacerdoti pagani e quelli del culto di Mitra (secondo alcuni da questo copricapo dovrebbe derivare l'attuale mitria dei vescovi , ma la derivazione è piuttosto discutibile) e in ogni caso richiama qualcosa di sacro.

Mitria dei vescovi.
Di derivazione incerta: forse un copricapo simile a un turbante, forse un’infula da mettere sulla fronte, forse il copricapo dei sacerdoti del culto di Mitra, che ha molte analogie col cristianesimo. Compare nel secolo X, a forma circa conica. Acquista poi una depressione al centro, e infine diviene circa come oggi, due secoli dopo, quando si era ormai diffusa presso un po’ tutti i vescovi.

Oggi è formata da due fogli di stoffa rinforzata, circa pentagonali e cuciti ai lati, in modo che discostandoli si faccia posto per la testa, e le punte restino divaricate. Dietro la mitria vi sono due strisce di stoffa (chiamate infule o vitte) che una volta venivano fatte passare davanti e ricadere sul petto, ora vengono lasciate cadere sulle spalle e la schiena.

Gli imperatori dle tardo impero usavano il diadema come segno distintivo, in forma di gioiello che circondava la fronte e con pendagli vari.

Vi è un racconto curioso per cui un imperatore d'Oriente, dovendo essere incoronato urgentemente, rifiutò di essere incoronato con una collana della moglie e poi con la benda di un cavallo, e alla fine accettò di essere incoronato con un gioiello che considerava meno disonorevole.

Un episodio analogo si racconta anche per uno dei più noti imperatori Bizantini (Giustiniano): un soldato gli porse una collana, luis e la mise in testa ed entrò a palazzo da imperatore.

Tuttavia gli imperatori avevano a volte un aspetto che lascia sconcertati noi moderni, abituati a considerare questi imperatori guerrieri (come Costantino) in abiti solenni ma molto diversi da quelli che usavano effettivamente.

Un abito regale era ad esempio la dalmatica (oggi usata dai diaconi per le messe solenni) una volta riservata all'imperatore, poi concessa al Vescovo di Roma ed altri grandi prelati, e poi diffusa fino al clero minore. E' una veste decorata, che cade davanti e dietro ed è fissata con nastri annodati, con maniche fino al gomito e lunga fino alle ginocchia.

In un passo famoso, Costantino viene descritto addobbato con collane e bracciali, con una lunga veste di seta cangiante, una parrucca multicolore arricciata con maestria da appositi artigiani, un diadema prezioso con dei pendagli di pietre preziose che gli ricadeano sulle orecchie.

Costantino era un generale abilissimo, avvezzo a comandare eserciti, e non certo un fantoccio di rappresentanza come altri imperatori, ma l'aspetto di questi imperatori imbellettati è abbastanza lontano da cio' che immaginiamo oggi.

NOTA SULLE "RELIQUIE"